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Earth Hour: stasera monumenti al buio per la Terra

Oggi alle 20:30 Earth Hour, l’Ora della Terra: monumenti al buio per la più grande mobilitazione planetaria sul tema dei di cambiamenti climatici

Oggi alle 20,30 , in tutto il mondo tantissimi luoghi, dai monumenti più famosi alle abitazioni di privati cittadini, spegneranno le luci e centinaia di milioni di persone parteciperanno alla grande ola di spegnimenti di Earth Hour, l’Ora della Terra, la più grande mobilitazione planetaria sul tema dei di cambiamenti climatici.

Mentre i dati sul cambiamento climatico in atto continuano ad aggravarsi diventa totalmente insostenibile la mancata reazione per decarbonizzare con urgenza le nostre economie. La concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera è arrivata nel 2018 a 408 ppm (parti per milione di volume), in molte giornate di questi primi mesi del 2019 sono giunte o hanno persino sorpassato le 410 ppm (nel 1750 all’inizio della Rivoluzione Industriale era di 277 ppm), il 2018 è stato il quarto anno più caldo a livello globale (da quando esistono le registrazioni scientificamente attendibili dal 1880) e le emissioni totali di anidride carbonica hanno continuato a crescere raggiungendo più di 41 miliardi di tonnellate.

Se non cambiamo rotta alle nostre economie e ai nostri stili di vita potremo raggiungere lo stato dell’“Hothouse Earth” come è stata definita da autorevoli scienziati.
Dall’analisi dei paleoclimi (ossia tutte le conoscenze sin qui raccolte sui climi dei periodi geologici del passato) emerge che i dati climatici attuali, proseguendo nell’inazione,  potrebbero condurre, ad una  situazione complessiva della nostra Terra simile a quella verificatasi verso la metà del periodo del Miocene, risalente a 15-17 milioni di anni fa, quando la concentrazione di CO2 nell’atmosfera arrivavano persino a valori superiori alle 400 ppm raggiungendo le 500 ppm, le temperature medie della superficie terrestre erano superiori di 4°C – 5°C rispetto a quelle che si sono registrate nel nostro periodo preindustriale e il livello dei mari era superiore di 10-60 metri rispetto alla situazione attuale: ma il fatto più rilevante su cui riflettere è che sulla superficie della Terra, in quel periodo, non vi era nessuna forma di Ominide che si aggirasse tra gli ambienti del pianeta di allora.

“Come mai prima d’ora la natura si trova in un momento di drammatico declino

Dai dati dell’Unep dal 1970 a oggi il consumo di risorse naturali è più che triplicato, mentre gli effetti dei cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti: gli ultimi quattro anni sono stati i quattro anni più caldi mai registrati (WMO). È sempre più urgente un’azione globale di conservazione del capitale naturale che non può prescindere da un cambiamento culturale dei nostri stili di vita, dei nostri sistemi produttivi e dei nostri modelli di consumi”.

Dichiara, la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi che aggiunge: “Per questa ragione abbiamo scelto Matera, capitale europea della cultura, per il nostro evento centrale. Nella lotta ai cambiamenti climatici molto spesso i cittadini sono più avanti dei governi che continuano a rinviare azioni che sono quanto mai urgenti: quello che fa ben sperare, però, è la mobilitazione dei giovani che in tutto il mondo, a milioni, stanno chiedendo agli adulti di oggi di non rubare loro il futuro”.

Earth Hour in Italia e nel mondo

Dalla Torre Eiffel all’Opera House di Sydney, dall’Empire State Building di New York al Burj Khalifa a Dubai . Saranno oltre 160 i Paesi che parteciperanno e migliaia i luoghi iconici che spegneranno le loro luci come gesto simbolico per salvare il pianeta, ma anche per aumentare la consapevolezza sull’importanza della natura e incoraggiare individui, imprese e governi in tutto il mondo a trovare le soluzioni necessarie per costruire un futuro sano e sostenibile per tutti.

Earth Hour 2019 è il più grande movimento per l’ambiente a livello mondiale, con oltre 160 Paesi che partecipano per invitare all’azione sulle questioni ambientali più importanti da affrontare. L’Ecuador, ad esempio, sta spingendo per una legge che abolisca l’uso della plastica nella capitale Quito, mentre la Finlandia sfiderà oltre un quarto della popolazione del paese a seguire una dieta più equilibrata. Il Kenya pianterà un miliardo di alberi entro il 2030 per ripristinare la copertura forestale e l’Indonesia sta incoraggiando 5 milioni di giovani ad adottare uno stile di vita più green.

In Italia l’evento centrale, realizzato in collaborazione con il comune di Matera, sarà nella capitale europea della cultura 2019, dove avverrà lo spegnimento simbolico, dalle 20,30 alle 21,30,  di uno dei luoghi più suggestivi della Città dei Sassi, l’area di San Pietro Caveoso e della Rupe dell’Idris, con una prima esibizione dal vivo aperta a tutti del pianista Danilo Rea che accompagnerà la proiezione di immagini di natura e satellitari in collaborazione con l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), che renderanno ancora più unico questo inno collettivo alla bellezza e alla fragilità del pianeta. Il programma proseguirà poi alle 21:00 con l’Earth Hour Concert presso il Conservatorio di Musica E.R. Duni di Matera con la partecipazione speciale del pianista Danilo Rea.

Ecco gli spegnimenti principali: A Milano si spegne il castello Sforzesco, con iniziative organizzate da WWF Young, a Roma il Colosseo, la Basilica e il colonnato di San Pietro; a Napoli si spegneranno le luci del Maschio angioino, di Castel dell ’ Ovo e del Municipio, a Torino la Mole Antonelliana, a Verona l’Arena, a Bari si spegneranno i 197 lampioni storici del lungomare , a Reggio Calabria il santuario della Collina degli Angeli, a Venezia le luci principali di Piazza San Marco, a Palermo il teatro Massimo, a Isernia la Fontana Fraterna.

E ancora: A Modena luci spente per il Palazzo comunale e Piazza grande, a Como il Duomo, l’Arena del Teatro e la Torre del Baradello, mentre all’Isola del Giglio si spengono le luci dell’Antico Borgo di giglio Castello. Luci spente anche a Pistoia (Piazza del Duomo), Parma (residenza municipale e palazzo del governatore), a Padova (Municipio), mentre ad Avezzano si spegne l’illuminazione esterna del castello, a Lecce la porta san Biagio, a Forlì piazza Saffi. Anche a Bracciano (Roma) si spengono le luci del Castello Orsini-Odescalchi.

Due spegnimenti particolari in Umbria e Piemonte: a Terni sarà interessato l’obelisco  “ Lancio di luce ”  dello scultore Arnaldo Pomodoro, mentre a Varallo Sesia, in provincia di Vercelli, il Comune spegne il Complesso Monumentale del Sacro Monte, Patrimonio Unesco.

Earth Hour a Paestum

Il Parco Archeologico di Paestum partecipa all’evento Earth Hour, un’ora per salvare la terra, che si celebra il 30 marzo in tutto il mondo; per l’occasione, dalle ore 20:30 alle ore 21:30, a Paestum si spegneranno le luci del tempio di Nettuno e della Basilica.
Earth Hour è la più grande mobilitazione globale dei cittadini e della comunità di tutto il Pianeta per la lotta al cambiamento climatico, promossa dal WWF Internazionale e che prevede di spegnere, sabato 30 marzo dalle 20:30 alle 21:30, la luce di una casa, di un edificio, di un monumento, l’illuminazione di una strada o di una particolare area di una città per un’ora, partecipando in tal modo ad un’iniziativa dalla forte valenza simbolica: un’occasione per rendere esplicita la volontà di sentirsi uniti nella sfida globale al cambiamento climatico che nessuno può pensare di vincere da solo.
A Paestum l’iniziativa è organizzata in collaborazione con il WWF Silentum: durante la serata dalle 20:30 alle 21:30 nel piazzale del Museo, accessibile a tutti, sarà proiettato un video sulle tematiche ambientali.

“Un atto simbolico: spegnere un monumento per accendere una luce sulle problematiche ambientali – spiega il presidente del WWF Silentum Antonio Sabetta – è solo un’ora ma che ha un forte valore simbolico per mettere in evidenza le problematiche legate al cambiamento climatico globale. Da un luogo simbolo della civiltà antica della nostra Terra un gesto per il futuro della moderna civiltà. Tutti noi dobbiamo prendere consapevolezza che anche semplici gesti quotidiani, come spegnere una lampadina possono contribuire a salvare il nostro pianeta. Spegniamo la luce per riflettere sul futuro della Terra e noi vogliamo farlo con tutti voi nell’ora della Terra ai templi di Paestum il 30 Marzo alle ore 20:30″.

Il Parco Archeologico di Paestum allo scopo di sensibilizzare l’attenzione sul tema dei cambiamenti climatici sta organizzando, nel periodo da settembre 2019 a gennaio 2020 una mostra dal titolo “Poseidonìa: storia e futuro di una città d’acqua”.

L’iniziativa analizza il ruolo svolto dall’acqua nella storia passata, presente e futura del sito, nelle sue numerose implicazioni: geologiche e ambientali, nascita e sviluppo degli insediamenti umani, abbandono e riscoperta del sito. Utilizzando un linguaggio artistico, integrando temi storico-archeologici con opere d’arte e documentazione scientifica, l’obiettivo è quello di comunicare al grande pubblico gli effetti dei cambiamenti ambientali e climatici associati, e il loro impatto sulla società umana e sulla cultura nella regione mediterranea.

“Alcuni studi sull’alzamento del livello del mare a causa del cambiamento climatico vedono, nel 2100, parti cospicue della Piana del Sele, e quindi anche i templi, sommersi dall’acqua – dichiara il direttore Zuchtriegel – In questo momento di emergenza climatica e ambientale stiamo cercando di attirare l’attenzione pubblica, perché crediamo che l’archeologia può e deve dare un contributo vitale al modo in cui inquadrare il futuro: illuminare come le culture crescono e cadono, ci aiuta a capire le conseguenze delle nostre azioni, a scegliere il futuro in modo consapevole”.

Il progetto tende a costruire forti legami tra scienza e arte, tra una comprensione approfondita del passato e una visione più potente del futuro. L’arte, nella sua capacità di vedere oltre il presente e la forma delle cose a venire, è l’archeologia del futuro.

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