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Biglietti nominativi, ricorso Ticketone fa discutere

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Secondary ticketing, Ticketone ha presentato un ricorso all’Agcom sui biglietti nominativi. Le associazioni dei consumatori non ci stanno: “Incomprensibile”

Ticketone, società che vende gli ingressi per i concerti, ha presentato un ricorso all’Agcom per la questione del ‘secondary ticketing’.

“E’ incomprensibile come si possa sostenere che i biglietti nominativi non risolvano il problema del secondary ticketing, visto che la stessa Ticketone evidenzia oggi quello che noi andiamo denunciando da tempo, ossia come ancora oggi siano rivenduti i biglietti acquistati” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, l’associazione che aveva sollevato il problema presentando l’esposto all’Antitrust.

“Condivisibile, invece, che siano finalmente sanzionati i siti internet attraverso i quali si effettua il bagarinaggio” conclude Dona.

Codacons: biglietto nominativo unica strada

Il biglietto nominativo resta, al momento, l’unica strada da seguire per combattere il “secondary ticketing”. Lo afferma il Codacons, commentando il ricorso presentato da Ticketone all’Agcom sul fenomeno del bagarinaggio online.

“E’ vero che rendendo i biglietti nominativi aumenteranno i disagi per gli utenti, in termini di code agli ingressi in occasione di concerti e spettacoli, ma è altrettanto vero, ed è stato dimostrato anche in Tribunale, che non è possibile punire le speculazioni legate ai prezzi dei biglietti – afferma il presidente Carlo Rienzi –. Non a caso poche settimane fa il Tribunale di Milano ha assolto tutti gli imputati nel processo sul secondary ticketing, ritenendo che non siano applicabili a tale fenomeno i reati previsti dal nostro ordinamento”.

“Se quindi non è possibile bloccare i siti secondari, applicare le leggi contro le speculazioni e impedire l’incremento dei prezzi a danno dei consumatori, unica possibilità rimane la nominatività dei biglietti, e l’inserimento di una apposita norma del codice penale che consenta di colpire con efficacia gli speculatori” conclude Rienzi.

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