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Rivalutazione pensioni, la sforbiciata INPS finisce in Procura

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Taglio alla rivalutazione delle pensioni: Il Codacons impugna la circolare INPS e presenta un esposto in Procura per appropriazione indebita

Dal prossimo mese di aprile sono in pagamento le pensioni ricalcolate coi criteri di rivalutazione annuale previsti dalla Legge di bilancio per il 2019. La Circolare n. 44 del 22 marzo 2019 illustra i nuovi criteri sulla base dei quali l’Inps ha effettuato il ricalcolo dei trattamenti pensionistici a decorrere da gennaio 2019. L’operazione di ricalcolo effettuata dall’Istituto ha riguardato i trattamenti di importo complessivo lordo superiore a tre volte il trattamento minimo.

Per importo complessivo lordo s’intende la somma di tutte le pensioni di cui un soggetto è titolare, erogate sia dall’Inps che dagli altri Enti presenti nel Casellario centrale, assoggettabili al regime della perequazione cumulata. Dal ricalcolo l’importo lordo complessivo dei trattamenti pensionistici, dovuto da gennaio 2019, risulta inferiore a quello già calcolato sulla base dei criteri previgenti alla riforma che sono stati illustrati nella Circolare Inps n. 122 del 27 dicembre 2018. Le posizioni interessate dal ricalcolo sono circa 5,6 milioni. Per circa 2,6 milioni delle posizioni interessate la variazione media mensile dell’importo lordo risulta di 28 centesimi. Nei mesi successivi l’Istituto comunicherà le modalità di recupero delle somme relative al periodo gennaio-marzo 2019.

Il nuovo meccanismo di rivalutazione delle pensioni all’inflazione che scatterà il prossimo 1 aprile finisce però all’attenzione della magistratura, e la relativa circolare Inps sarà impugnata in tribunale.

Il Codacons ha deciso infatti di presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Roma contro il “conguaglio” con cui l’Inps provvederà a recuperare una parte delle pensioni erogate da gennaio, e di ricorrere al Tar del Lazio per ottenere la sospensione della circolare Inps che introduce i criteri per la rivalutazione pensionistica a danno di 5,6 milioni di pensionati.

“Chiedere indietro i soldi già erogati ai cittadini beneficiari è un atto del tutto illegittimo, che determina un danno economico evidente a chi su quel denaro aveva fatto affidamento e ha già provveduto a spendere quanto percepito – spiega il presidente Carlo Rienzi –. Indipendentemente dalle cifre per le quali l’Inps procederà a chiedere il rimborso, è il principio ad essere totalmente sbagliato, e per questo chiediamo alla Procura di accertare la sussistenza di eventuali fattispecie penalmente rilevanti, compreso la possibile appropriazione indebita. Stiamo inoltre studiando un ricorso al Tar per la sospensione della circolare Inps in questione”.

Intanto tutti i pensionati colpiti dal blocco della rivalutazione monetaria delle pensioni superiori a tre volte il minimo INPS, possono aderire al ricorso collettivo che sarà presentato dal Codacons dinanzi la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, finalizzato ad ottenere l’interruzione della misura e il risarcimento del danno subito. Tutti gli interessati possono ottenere info o aderire all’azione attraverso la pagina https://codacons.it/pensioni-2/.

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