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Il 18 marzo 1944 l’ultima eruzione del Vesuvio

Il 18 marzo di 75 anni fa, l'ultima eruzione del Vesuvio che segna la transizione del vulcano a uno stato di quiescenza caratterizzato da attività fumarolica e bassa sismicità

Il 18 marzo di 75 anni fa, l'ultima eruzione del Vesuvio che segna la transizione del vulcano a uno stato di quiescenza caratterizzato da attività fumarolica e bassa sismicità

Il 18 marzo di 75 anni fa, l’ultima eruzione del Vesuvio che segna la transizione del vulcano a uno stato di quiescenza caratterizzato da attività fumarolica e bassa sismicità

l cielo era scuro come durante la notte. Piovevano lapilli come se fosse acqua. Ci si difendeva con l’ombrello; i piedi affondavano nel lapillo come su una spiaggia; tetti sprofondati, e si spalava il lapillo per evitare altri crolli. Non si sapeva cosa fosse accaduto, non ci si rendeva conto che potesse essere il Vesuvio. Solo i più anziani indicavano nel Vesuvio la causa di quanto stava accadendo.

È questa la testimonianza di Maria, una cittadina di Salerno che, ai tempi dell’eruzione vulcanica del Vesuvio del 1944, aveva appena 15 anni.

L’evento, di cui abbiamo una preziosa descrizione dell’allora direttore dell’Osservatorio Vesuviano Giuseppe Imbò, conclude 300 anni di intensa attività del vulcano iniziata con la terribile esplosione del 1631. L’eruzione – preceduta da segni premonitori già dal 13 marzo, con il collasso del cono di scorie presente all’interno del cratere – inizia il 18 Marzo e si conclude il 24 marzo 1944.

26 persone perdono la vita a causa dei crolli dei tetti nella zona interessata dalla ricaduta di ceneri e nei centri abitati di San Sebastiano, Massa e Cercola sono oltre 12mila gli abitanti costretti a lasciare le loro case. I paesi più danneggiati sono Terzigno, Pompei, Scafati, Angri, Nocera, Poggiomarino e Cava, mentre Napoli viene preservata grazie ai venti che allontanano dalla città la nuvola di cenere e lapilli.

È questa l’ultima eruzione del Vesuvio e segna la transizione del vulcano a uno stato di quiescenza caratterizzato da attività fumarolica e bassa sismicità.

Il Vesuvio è sorvegliato 24 ore su 24 dalla rete di monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano, la sezione di Napoli dell’Ingv, e ad oggi non si registrano fenomeni precursori indicativi di una possibile ripresa a breve termine dell’attività eruttiva.

Per salvaguardare la vita delle persone che vivono nella zona rossa alle falde del vulcano, il Dipartimento sta aggiornando il Piano Nazionale di emergenza con la Regione Campania e in collaborazione con tutte le componenti e le strutture operative del Servizio Nazionale di Protezione Civile. Attualmente il livello di allerta al Vesuvio è verde. Questo significa che non si registrano variazioni significative dei parametri monitorati né alcun fenomeno anomalo rispetto all’ordinaria attività che caratterizza da decenni il vulcano.

La testimonianza è tratta dal volume “Testimonianze, ricordi e descrizioni dell’ultima eruzione del Vesuvio del marzo 1944”, E. Cubellis, A. Marturano, Ingv 2010

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