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Clima: piano UE per ridurre a lungo termine emissioni di CO2

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Varato il piano UE per la lotta ai cambiamenti climatici: necessario adottare una strategia a impatto zero per il 2050 per accelerare la riduzione delle emissioni entro il 2030

In una risoluzione adottata giovedì scorso, i deputati del Parlamento europeo hanno presentato le loro proposte sulla strategia di riduzione delle emissioni a lungo termine dell’UE.

Nella risoluzione non vincolante, adottata con 369 voti favorevoli, 116 voti contrari e 40 astensioni, i deputati affermano che solo due degli otto scenari (“percorsi”) proposti dalla Commissione europea nella sua comunicazione di novembre consentirebbero all’UE di raggiungere, entro il 2050, l’azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra (GES) e che tale obiettivo sia l’unico compatibile con gli impegni dell’Unione nel quadro dell’accordo di Parigi sul clima. I deputati sostengono la Commissione nel promuovere questi due scenari.

Il Parlamento ha espresso sostegno per le manifestazioni, in particolare alle marce sul clima e agli scioperi degli studenti che sensibilizzano sui rischi climatici. I deputati chiedono ai governi nazionali, regionali e locali, così come all’UE, di intraprendere azioni concrete e rapide per non superare il limite climatico di 1,5°C.

I deputati sottolineano anche che per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette nel 2050 nel modo più efficiente in termini di costi, sarà necessario innalzare il livello di ambizione per il 2030.

Sostegno alle regioni più colpite dalla decarbonizzazione

La transizione verso un regime a zero emissioni di gas serra, se gestita bene e col sostegno adeguato per regioni, settori e cittadini più vulnerabili, può potenzialmente creare 2,1 milioni di posti di lavoro aggiuntivi entro il 2050 nell’UE. Dovrebbe essere creato un “un fondo per una transizione giusta” per sostenere le regioni più colpite dalla decarbonizzazione, come le regioni carbonifere.

La strategia UE di azzeramento delle emissioni nette dovrebbe privilegiare la riduzione diretta delle emissioni e il potenziamento dei pozzi di assorbimento e delle riserve naturali dell’UE (come le foreste) rispetto alle tecnologie di assorbimento del carbonio, che devono ancora essere utilizzate su larga scala e che comporterebbero notevoli rischi per gli ecosistemi, la biodiversità e la sicurezza alimentare.

Investire nell’economia circolare e nella bioeconomia

La transizione verso un’economia a zero emissioni nette di GES (gas a effetto serra) presenta sfide e opportunità per l’UE. Gli investimenti nell’innovazione industriale, comprese le tecnologie digitali e le tecnologie pulite, sono necessari per stimolare la crescita, rafforzare la competitività e creare posti di lavoro, per esempio nell’ambito di un’economia circolare e una bioeconomia in espansione. I deputati sottolineano inoltre l’importanza di una politica energetica e climatica stabile e prevedibile per incoraggiare gli investimenti a lungo termine.

Infine, i deputati reiterano la posizione del Parlamento europeo di destinare una quota minima del 35% delle spese per la ricerca (Orizzonte Europa) a sostegno degli obiettivi climatici.

Le parti firmatarie dell’accordo di Parigi sono invitate a comunicare, entro il 2020, le loro strategie di sviluppo a medio e a lungo termine per ridurre le emissioni di GES (gas a effetto serra). Nella comunicazione “Un pianeta pulito per tutti” adottata il 28 novembre, la Commissione ha presentato la sua visione strategica a lungo termine per un’economia neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050, includendo otto possibili percorsi.

La comunicazione presenta opzioni che consentono un dibattito approfondito sulla via da seguire fino al 2050. Questo dibattito dovrebbe consentire all’UE di adottare e presentare alla Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) una strategia ambiziosa entro il 2020 e di definire l’orientamento della futura politica climatica ed energetica dell’UE.

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