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Se la casa nuova diventa una prigione, a Rifredi arriva “Nerium Park”

Nerium Park, foto Vincenzo Antonucci

Nerium Park, foto Vincenzo Antonucci

Nella sala fiorentina va in scena “Nerium Park” del pluripremiato autore e regista catalano Josep Maria Miró, prima produzione del Nuovo Teatro Sanità di Napoli, un thriller nero diretto da Mario Gelardi

Nerium Park, foto Vincenzo Antonucci
Andrà in scena in prima nazionale venerdì 1 e sabato 2 marzo alle ore 21, al Teatro di Rifredi, lo spettacolo “Nerium Park” di Josep Maria Miró, pluripremiato autore e regista teatrale catalano di fama internazionale, rappresentato per la prima volta in Italia proprio dal Teatro di Rifredi che lo scorso febbraio ha messo in scena, con grande successo di critica e di pubblico, “Il principio di Archimede” per la regia di Angelo Savelli.
Spettacolo acclamato in tutto il mondo, da Buenos Aires ad Avignone, “Neriun Park”, è la prima produzione del Nuovo Teatro Sanità di Napoli, un thriller nero in dodici scene diretto da Mario Gelardi – vincitore di numerosi riconoscimenti fra cui il Premio Flaiano, il Premio Ustica e ultimamente il Premio Giuseppe Fava per il teatro e l’impegno civile-  e interpretato dai giovani attori napoletani Chiara Baffi, Premio Ubu come Miglior Attrice Under 30 e Premio Eleonora Duse  come Miglior Attrice Emergente, e Alessandro Palladino, tra i protagonisti di “Gomorra” e del film “Due soldati” di Marco Tullio Giordana. La traduzione del testo è di Angelo Savelli.
“Nerium Park” è ambientato in uno di quei complessi residenziali che sorgono appena fuori città, circondati spesso da alti oleandri. Qui Bruno e Marta decidono di acquistare, con un mutuo trentennale, un prestigioso appartamento di nuova costruzione, che è per loro un’oasi di felicità immersa nel verde. La giovane coppia è in un momento professionale e personale particolarmente fiorente, in cui tutto sembra procedere al meglio e la novità della casa non può che rafforzare il loro legame. Col passare dei mesi però, e con l’incombere della crisi economica che porterà anche al licenziamento di Bruno, i due si accorgono di essere gli unici abitanti del complesso residenziale, nascosto all’ombra di quel fiore che ora non appare più così incantevole ma quasi opprimente. Il rapporto della coppia diviene sempre più teso, emergono fra i due profondi contrasti e la loro casa sembra adesso una prigione da cui è impossibile fuggire. E poi c’è forse uno strano individuo che alberga nel caseggiato abbandonato e che li tormenta nel loro quotidiano. Così, quella che sembrava una bella storia d’amore, allietata anche dalla notizia dell’arrivo di un figlio, si trasforma, con un crescendo di tensioni e di suspense, in un vero inferno.
Josep Maria Miró racconta, senza retorica, ciò che si nasconde dietro la cortina fiorita del perbenismo di questi anni, caratterizzati da un distacco umano molto in uso sui luoghi di lavoro, che si insinua poi nei rapporti personali, fino quasi a congelarli. Bruno e Marta hanno tutto per essere felici, ma il mondo intorno a loro improvvisamente si rabbuia, la loro vita è infestata da quella strana presenza, che si configura soprattutto come un’assenza di empatia, di etica, di lucidità e quello che all’inizio sembrava una promessa di felicità diventa un incubo da cui è impossibile liberarsi.
Dalle note di regia di Mario Gelardi
«Ho lavorato sull’attesa. L’attesa che la vita cambi, che la persona amata torni a casa, l’attesa di un lavoro. L’attesa regina: quella di un figlio. 12 mesi e dodici inizi, come quadri e spaccati di vita. Una vita che comincia sempre lontana dagli occhi dello spettatore, che in questo caso più che mai è un intruso. Ho immaginato un ambiente che da elegantemente essenziale diventa freddo e ostile, un interno che perde bellezza, a mano a mano che i suoi abitanti perdono l’amore. Quello che emerge dal testo e che ho cercato di trasporre in scena è la progressiva perdita di intimità, che corrisponde a un affondo sempre più diretto del pubblico nella vita privata della coppia. In fondo accade sempre così: quando due persone si allontanano c’è sempre qualcuno che assiste alla cosa, più o meno volontariamente. C’è sempre un vicino di casa che ascolta parole dolorose nascosto dietro il muro dell’appartamento accanto o che vede ciò che non dovrebbe con una fugace occhiata dalla finestra di fronte. Nel caso di Bruno e Marta non ci sono vicini. Sono da soli in quel grande caseggiato, isolati. Questa condizione d’isolamento amplifica l’idea di un privato nel quale il pubblico affonda lo sguardo, come se la scena fosse un enorme buco della serratura. Il mondo resta fuori il bellissimo appartamento di Marta e Bruno. Appartamento che diventa tutto il mondo per loro. Un mondo dai contorni inquietanti, a tratti neri come un thriller. Velenosi come il nerium».In occasione del debutto dello spettacolo, sabato 2 marzo alle ore 18,00, al Teatro di Rifredi, sarà presentato il libro “Teatro” edito da Cue Pressche raccoglie quattro testi di Josep Maria Miró tradotti da Angelo Savelli. Alla presentazione, organizzata in collaborazione con la Fondazione Teatro della Toscana e introdotta da Xavier Albertì, direttore del Teatro Nazionale di Catalogna e Daniele Corsi, professore di Lingua e Traduzione Spagnola all’Università per Stranieri di Siena, parteciperanno l’autore, l’editore Mattia Visani, il regista e traduttore Angelo Savelli, il regista dello spettacolo Mario Gelardi e alcuni degli attori degli spettacoli “Nerium Park” e “Il principio di Archimede”.  Monica Bauco, Riccardo Naldini, Samuele Picchi e Sandra Garuglieri leggeranno tre scene tratte da  “Dimentichiamoci di essere turisti”

PER INFORMAZIONI 055/422.03.61 –  www.toscanateatro.it
BIGLIETTI Ingresso intero € 16,00 – ridotto € 14,00
PREVENDITA Teatro di Rifredi dal lunedì al sabato (ore 16:00 – 19:00) | biglietteria@toscanateatro.it
Teatro di Rifredi | via Vittorio Emanuele II, 303 – 50134 Firenze | tel. 055/422.03.61

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