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Anche la base italiana in Antartide fa la raccolta differenziata

Ricerca: ENEA e Marina Militare firmano nuovo accordo di collaborazione. Tra i settori coinvolti il supporto operativo alle attività subacquee in Antartide

Con l’apertura della stazione Mario Zucchelli ha avuto inizio la 34a Campagna estiva del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), finanziata dal MIUR e attuata da ENEA e CNR

Modello di economia circolare alla base italiana “Mario Zucchelli” in Antartide: i rifiuti prodotti vengono differenziati per ridurre al minimo l’utilizzo dell’inceneritore

Un sistema che permette di differenziare, classificare e riutilizzare i rifiuti prodotti, trasformandoli da problema a risorsa e preservando l’ecosistema antartico. È il modello di economia circolare che ENEA applica presso la base italiana “Mario Zucchelli” in Antartide, basato sulla raccolta differenziata di plastica, tetrapak, vetro, cartone, rame, acciaio e residui organici in modo da ridurre al minimo l’utilizzo dell’inceneritore.

“Abbiamo realizzato un modello di gestione dei rifiuti ampiamente collaudato e replicabile in tutti i centri di ricerca che producono rifiuti urbani e/o speciali” spiega Giuseppe Fantauzzi responsabile della gestione rifiuti della base Zucchelli, che durante i 3-4 mesi delle campagne antartiche arriva ad ospitare contemporaneamente fino a 100 persone tra ricercatori e tecnici.

Tutti i rifiuti della base vengono smaltiti in Italia, anche quelli organici. Lo smaltimento dei rifiuti prodotti nella base Zucchelli in Antartide viene effettuato ogni 2 anni, grazie a una nave messa a disposizione dal Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA). Con l’ultimo trasporto sono stati riportati in Italia 22 container, sbarcati nel porto di Ravenna e affidati per lo smaltimento/recupero a ditte specializzate nel settore dei rifiuti. Delle 148 tonnellate sbarcate, 127, pari all’86%, sono state avviate a recupero, mentre sono state conferite in discarica le restanti 21 tonnellate (ceneri, carburanti, colle, vernici, chimici di laboratorio, sanitari).

“Per tutelare l’ecosistema antartico è importante separare in modo preciso e puntuale i rifiuti che possono essere riutilizzati. Per il campionamento efficiente di liquidi in fusti e cisterne, ad esempio, abbiamo costruito un tubo con una valvola a chiusura ermetica azionata dall’esterno che dà la possibilità di campionare a pochissimi millimetri dal fondo dei contenitori. Inoltre il tubo trasparente e graduato consente di verificare e misurare la stratificazione dei liquidi in emulsione”, spiega Fantauzzi che ha inventato lo strumento.

Oltre a porre le basi del “circolo virtuoso” del rifiuto, la corretta separazione degli scarti “nobili” da quelli pericolosi per l’uomo e l’ambiente consente di abbattere drasticamente i costi per lo smaltimento di tutte quelle sostanze che non è possibile recuperare. La composizione del rifiuto può essere determinata sia utilizzando le informazioni contenute nelle schede di sicurezza dei prodotti che in base all’intero processo produttivo che lo ha originato. A volte si rende necessario però procedere ad analisi chimico-fisiche del rifiuto con una campionatura effettuata sul posto.

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