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Metastasio a tempo di jazz, a Prato torna la rassegna Metajazz

Paolo Fresu e Marco Bardoscia in "Tempo di Chet. La versione di Chet Baker"

Paolo Fresu e Marco Bardoscia in "Tempo di Chet. La versione di Chet Baker"

Primo appuntamento domenica 3 febbraio con un omaggio a Thelonius Monk della New Talents Jazz Orchestra

Paolo Fresu e Marco Bardoscia in “Tempo di Chet. La versione di Chet Baker”

Con l’omaggio a due grandi icone jazz come Thelonious Monk e Chet Baker, l’inaugurazione della XXIV edizionedella rassegna METJAZZ 2019, organizzata dal Teatro Metastasio di Prato con la cura di Stefano Zenni, è affidata a un concerto di giovani talenti e a un originale spettacolo jazz che mescola prosa e musica.

Domenica 3 febbraio alle ore 21 presso la Scuola di Musica Verdi trovano spazio le Storie di giovani talenti con la New Talents Jazz Orchestra diretta da Mario Corvini che si esibisce in Our Monk con special guest Vittorio Cuculo. Si tratta di un ensemble promosso da Fondazione Musica per Roma con il sostegno del MiBAC e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura” cui collaborano varie istituzioni italiane, tra cui il Teatro Metastasio di Prato. In scena dodici musicisti, un ospite emergente, un direttore esperto e un repertorio impegnativo e stimolante, quello di Thelonious Monk.

Martedì 5 febbraio alle ore 21.00 al Teatro Metastasio va in scena Tempo di Chet. La versione di Chet Baker, un originale spettacolo-concerto che sovrappone la scrittura drammaturgica di Leo Muscato e Laura Perini e la partitura musicale curata e interpretata dal vivo da Paolo Fresu – gli attori e i musicisti – per rievocare in un flusso organico di parole, immagini e musica lo stile lirico e intimista di Chet Baker, uno dei miti musicali più controversi e discussi del Novecento, in bilico tra tragedia e leggenda, maledettismo e bellezza. È il racconto di un mito: la nascita tra gli ultimi, il talento precoce, il successo, la ribellione, le donne, l’alcol, la droga, l’autodistruzione e la strana morte (un volo dalla finestra di un hotel, sotto l’effetto di stupefacenti). In scena, ad accompagnare la tromba di Paolo Fresu ci sono Dino Rubino al piano e Marco Bardoscia al contrabbasso che eseguono alcuni standard cari a Baker e altri brani scritti appositamente per la pièce. E, tra gli attori, accanto a Alessandro Averone nei panni del bello, dannato e talentuoso Chet, si alternano su una poltrona in pelle a dare testimonianza del suo genio Rufin Dho, Simone Luglio, Debora Mancini, Daniele Marmi, Mauro Parrinello, Graziano Piazza, Laura Pozone.

Un’anteprima fiorentina di METJAZZ 2019, a ribadire la sintonia d’intenti con il Pinocchio Jazz Club di Firenze, sarà il concerto di sabato 2 febbraio alle ore 22 nella sala dello storico locale con Roberto Ottaviano Quartet che presenta il suo ultimo progetto ETERNAL LOVE, un omaggio all’Africa, alla sua cultura, alla sua musica e al suo popolo, con una selezione di composizioni di Don Cherry, Abdullah Ibrahim, Charlie Haden, John Coltrane, Dewey Redman, Elton Dean, e brani originali.

Inoltre, a partire dalle ore 19 di Martedì 5 e fino al 25 febbraio nel Foyer del Teatro Metastasio sarà visibile la mostra fotografica Jazz Poster/dieci variazioni serigrafiche, 1971-1972 di Roberto Masotti, con i poster realizzati e distribuiti nei festival del jazz degli anni Settanta, impreziositi dagli autografi dei protagonisti ritratti.

Il festival è organizzato dal Teatro Metastasio di Prato in collaborazione con Scuola Comunale di Musica Giuseppe Verdi, Musicus Concentus e Pinocchio Jazz Club di Firenze.

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