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Siria: da dicembre uccisi almeno 32 bambini

Turchia e Russia hanno concluso un accordo storico per una nuova tregua di 150 ore nel nord della Siria. UNICEF: oltre 80mila minori sfollati

On 20 March 2018 in Adra in eastern Ghouta in the Syrian Arab Republic, one-month-old baby Judy arrived on Thursday at one of the schools sheltering families fleeing eastern Ghouta with her mother, Samira, and grandfather. She received much-needed vaccinations and was checked by a doctor at the UNICEF-supported mobile health clinic. Since 11 March 2018, more the 50,000 people have left Eastern Ghouta and thousands more are reported to be on exit points awaiting transportation to collective Shelters. In Adra, an estimated 5,400 people are currently staying in three schools-turned-shelters in the area, while over 13,000 have sought shelter in an abandoned institute, formerly used for electrical studies. At the shelters, children and their families are living in the most basic conditions. Overcrowding and lack of existing water and sanitation systems are increasing families’ hardship. Many are forced to sleep out in the open, bearing the day’s scorching sun and the night’s dropping temperatures. Families have arrived to the shelters with very few personal belongings. UNICEF and partners were there to support in the four Adra shelters since families started arriving last week in what was the largest displacement from one location in one day, since the beginning of the Syrian conflict. Emergency water trucking is ongoing in all four shelters into water tanks installed by UNICEF. UNICEF has also installed pre-fabricated latrines at the three schools and is finalizing the installation of toilets and showers at the electricity compound. However, due to the huge influx of people on daily basis, sanitation remains a challenge. Three mobile health teams are providing primary healthcare services for children and mothers, including the provision of nutritional supplements to prevent and treat malnutrition as well as much-needed vaccinations. Most shelters do not have the capacity to accommodate the large number of people arriving. Some sites are not suitable to host ID

UNICEF lancia un nuovo allarme per la guerra in Siria: negli ultimi due mesi uccisi 32 minori, oltre 23mila sfollati dall’area orientale del Paese

Violenze, sfollamento e condizioni estremamente difficili in Siria settentrionale e orientale hanno ucciso almeno 32 bambini dal dicembre 2018. I continui combattimenti nella zona circostante Hajin, nella Siria orientale, hanno costretto migliaia di persone a intraprendere un lungo e faticoso viaggio verso la salvezza nel campo di Al-Hol per sfollati interni – quasi 300 km a nord. Dal dicembre dello scorso anno, circa 23.000 persone – la maggior parte delle quali donne e bambini – sono arrivate al campo distrutte dopo  tre giorni di viaggio in condizioni climatiche difficili nel deserto, con poco cibo e poco riparo lungo la strada. Più di 5.000 persone sono arrivate negli ultimi tre giorni.

La mancanza di sicurezza ha reso praticamente impossibile l’accesso umanitario ai bambini in viaggio verso l’area di controllo del campo. Il difficile viaggio, il freddo e i lunghi periodi di attesa nei centri di screening, dove le famiglie aspettano a volte per giorni, hanno contribuito alla morte di almeno 29 bambini – tra cui 11 bambini negli ultimi due giorni.

L’UNICEF assiste i bambini e le madri in fuga dai combattimenti a Hajin con coperte, abbigliamento invernale, cibo, acqua, servizi sanitari e nutrizionali, spazi a misura di bambino e servizi di protezione dei bambini e di ricongiungimento familiare.

Dalla scorsa settimana, i combattimenti a Ma’arat al-Nu’man a Idlib, nella Siria nordoccidentale, hanno ucciso tre bambini e ferito altre decine di persone. Un insegnante che lavora per un partner sostenuto dall’UNICEF e suo figlio sono stati uccisi nella violenza. I combattimenti hanno anche danneggiato gravemente una scuola e un centro comunitario per bambini.

A Idlib, l’UNICEF e i suoi partner continuano a fornire aiuti e servizi salvavita ai bambini e alle loro famiglie.

“L’UNICEF fa appello a tutte le parti per facilitare un accesso umanitario sicuro, senza ostacoli e duraturo a tutti i bambini bisognosi. Le parti in conflitto hanno dimostrato un insensibile disprezzo per le leggi di guerra. L’UNICEF esorta ancora una volta coloro che combattono di tenere i bambini lontani dai pericoli, anche nelle zone di conflitto attivo. Non ci sono scuse: i bambini non sono e non devono mai essere bersaglio  di violenza” afferma il Direttore Generale Fore.

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