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UNICEF: 41 milioni di minori in 59 paesi colpiti da conflitti o disastri

UNICEF e Vigili del Fuoco insieme per la Giornata dell’infanzia e per celebrare in tutta Italia i 30 anni della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

UNICEF supporter Millie Bobby Brown on the set of a video produced for World Children's Day 2018 on 24 August 2018 in New York City in the United States of America. Actor Millie Bobby Brown has teamed up with UNICEF Goodwill Ambassadors Orlando Bloom, Liam Neeson and Lilly Singh; singer-songwriter Dua Lipa and performance artists the Blue Man Group, in a new video released by UNICEF ahead of World Children’s Day, celebrated on 20 November 2018. The short video shows the 14 year-old star – who has symbolically changed her name to Millie Bobby ‘Blue’ to mark the occasion – overseeing a global ‘go blue’ operation. Alongside her team of young helpers, Millie calls on fellow UNICEF Goodwill Ambassadors and supporters to join her in going blue – by wearing or displaying the colour blue – in support of children’s rights. As the story unfolds, viewers see the stars responding to Millie’s call while going about their daily lives. Liam Neeson bakes blue cupcakes while reenacting a famous scene from his cult-hit Taken, Dua is in studio re-recording the lyrics of her global hit Be The One from red to blue, Orlando is on a film set working under his new name – Orlando ‘Bluem’ – and Lilly is at home making ‘blunicorn’ smoothies. UNICEF’s annual World Children’s Day is commemorated each year on 20 November and marks the anniversary of the adoption of the Convention on the Rights of the Child. The global day raises awareness and vital funds for the millions of children who are unschooled, unprotected and uprooted. This year, UNICEF is inviting the public to go online and sign its global petition asking for leaders to commit to fulfilling the rights of every child now and for future generations, and to Go Blue for every child by doing or wearing something blue on 20 November.

UNICEF lancia oggi il nuovo Rapporto sull’intervento umanitario 2019: appello per fornire a 41 milioni di bambini in 59 paesi nel mondo accesso ad acqua sicura, nutrizione, istruzione, salute e protezione

L’UNICEF ha lanciato oggi il nuovo Rapporto sull’intervento umanitario, che contiene gli appelli e gli impegni per il 2019 per fornire a 41 milioni di bambini in 59 paesi nel mondo accesso ad acqua sicura, nutrizione, istruzione, salute e protezione; per supportare il suo lavoro per i bambini in contesti di crisi umanitarie l’UNICEF chiede 3,9 miliardi di dollari di fondi necessari per il 2019.

L’UNICEF stima che più di 34 milioni di bambini vivono in situazioni di conflitto e disastri senza accesso a servizi di protezione dell’infanzia, fra cui 6,6 milioni di bambini in Yemen, 5,5 milioni in Siria e 4 milioni in Repubblica Democratica del Congo.

Nel 2018, tra le principali emergenze che hanno colpito i bambini:

I cinque più grandi appelli riguardano i rifugiati siriani e le comunità ospitanti in Egitto, Giordania, Libano, Iraq e Turchia (904 milioni di dollari); Yemen (542,3 milioni di dollari); Repubblica democratica del Congo (326,1 milioni di dollari); Siria (319,8 milioni di dollari) e Sud Sudan (179,2 milioni di dollari).

Milioni di bambini che vivono in paesi colpiti da conflitti e disastri non hanno accesso a servizi di protezione vitali per i bambini, mettendo a rischio la loro sicurezza, il loro benessere e il loro futuro: per i programmi di protezione dell’infanzia sono necessari 385 milioni di dollari dell’appello generale, compresi anche circa 121 milioni di dollari per i servizi di protezione per i bambini colpiti dalla crisi in Siria.

“Oggi milioni di bambini che vivono in situazioni di conflitto o disastri subiscono terribili livelli di violenza, stress e trauma”, ha dichiarato Henrietta Fore, Direttore generale dell’UNICEF. “L’impatto che hanno i nostri servizi di protezione dei bambini non sarà mai sottolineato abbastanza. Se i bambini non hanno luoghi sicuri per giocare, se non possono essere riuniti con le loro famiglie, se non ricevono supporto psicosociale, non possono guarire dalle cicatrici invisibili causate dalla guerra.”

I servizi di protezione dell’infanzia includono tutte quelle azioni per prevenire e rispondere ad abusi, abbandono, sfruttamento, traumi e violenza. L’UNICEF lavora anche per assicurare che la protezione dei bambini sia centrale in tutte le altre aree dei suoi programmi di intervento umanitario, che comprendono acqua e servizi igienico-sanitari, istruzione e altre aree di lavoro quali l’identificazione, l’attenuazione e la risposta ai potenziali pericoli per la salute e il benessere dei bambini.

Tuttavia, i finanziamenti limitati e altre sfide come il crescente disinteresse delle parti in guerra per il diritto internazionale umanitario e il diniego dell’accesso umanitario rappresentano una significativa limitazione alla capacità delle agenzie per gli aiuti di proteggere i bambini. In Repubblica Democratica del Congo, ad esempio, l’UNICEF ha ricevuto solo un terzo dei 21 milioni di dollari richiesti per i programmi di protezione dei bambini nel 2018, mentre circa un quinto dei fondi per la protezione dei bambini in Siria non è stato ricevuto.

“Fornire a questi bambini il supporto di cui hanno bisogno è fondamentale, ma senza azioni internazionali consistenti e condivise, molti continueranno ad essere lasciati indietro,” ha dichiarato Manuel Fontaine, Direttore dei Programmi d’Emergenza dell’UNICEF. “La comunità internazionale deve impegnarsi a supportare la protezione dei bambini nelle emergenze.”

Nel 2019 ricorre il 30° anniversario della ratifica della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e il 70° anniversario della Convenzione di Ginevra, ma, oggi più che in qualsiasi altro momento degli ultimi 30 anni, molti paesi sono coinvolti in conflitti interni o internazionali, minacciando la sicurezza e il benessere di milioni di bambini.

L’appello dell’UNICEF viene lanciato a un mese da quando l’agenzia ha dichiarato che il mondo non sta proteggendo i bambini che vivono in conflitto, con conseguenze catastrofiche. I bambini che sono continuamente esposti a violenze o conflitto, in particolare in giovane età, rischiano di vivere in uno stato di stress tossico – una condizione che, senza il giusto sostegno, può portare a conseguenze negative per tutta la vita sul loro sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo. Molti bambini colpiti da guerra, sfollamenti e altri eventi traumatizzanti come violenza sessuale e di genere, richiedono assistenza specializzata per essere aiutati ad affrontare e superare questi traumi.

In totale l’UNICEF, lavorando con i suoi partner, intende:

Nei primi 10 mesi del 2018 l’UNICEF ha:

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