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Cambia il FEG: più aiuti per i lavoratori in esubero

Articolo 18: per la Consulta la riforma Fornero è incostituzionale per il carattere facoltativo del rimedio della reintegrazione per i soli licenziamenti economici

Nuove regole per il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) approvate dal Parlamento europeo: più aiuti per i lavoratori in esubero

Il Parlamento europeo ha approvato le nuove regole che rendono il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione più accessibile e adatto alle sfide digitali e ambientali.

Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione rientra tra le iniziative promosse per un’UE attenta al sociale. La globalizzazione può causare dei cambiamenti strutturali nell’economia le cui conseguenze possono essere degli esuberi di personale.

Come forma d’aiuto per quei lavoratori che perdono l’impiego per motivi legati alla globalizzazione o alle crisi economiche e finanziarie, e i cui licenziamenti hanno un impatto fortemente negativo sulle economie regionali o locali, nel 2006 le istituzioni europee hanno creato il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG). È un fondo di solidarietà d’emergenza e, in quanto strumento finanziario speciale, viene attivato ad hoc. Il FEG cofinanzia i progetti che aiutano i lavoratori in esubero a trovare un nuovo lavoro o a fondare la propria impresa.

Vengono seguite delle regole specifiche per stabilire quando e per quanto tempo un gruppo di lavoratori può beneficiare degli aiuti provvisti dal fondo.

I fondi rilasciati dal FEG sono gestiti dalle autorità nazionali e regionali. Il fondo non cofinanzia altre sovvenzioni sociali come le pensioni o le indennità per la disoccupazione.

Il 16 gennaio 2019 il Parlamento ha votato a favore delle norme che regoleranno il fondo negli anni successivi al 2020.

Lo scopo è quello di ampliare l’aiuto offerto nel caso in cui si verifichino degli eventi di riassetto legati alla digitalizzazione, all’automazione e alla transizione all’economia a basse emissioni di carbonio. Per questa ragione, gli eurodeputati propongono di cambiare il nome del fondo in Fondo europeo per la transizione.

Dal momento che molti lavoratori sono impiegati nelle piccole e medie imprese (PMI), settore in cui le perdite di lavoro possono avere un impatto significativo anche in aree poco estese, gli eurodeputati propongono di abbassare la soglia minima degli esuberi da 500 a 200 e di estendere il periodo di riferimento durante il quale è avvenuto il licenziamento.

Gli eurodeputati, infine, mirano ad accelerare le procedure per inoltrare la richiesta degli aiuti previsti dal fondo. Il Parlamento, il Consiglio e la Commissione europea dovranno ora iniziare i negoziati per concordare le norme definitive.

 

 

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