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Presidenza del Consiglio europeo: tocca alla Romania

Il 1° gennaio 2019 è iniziata la Presidenza del Consiglio europeo della Romania, la prima volta dall’ammissione nel 2007. Bilancio e futuro dell’Europa i temi chiave

Il 1° gennaio 2019 è iniziata la Presidenza del Consiglio europeo della Romania, la prima volta dall’ammissione nel 2007. Bilancio e futuro dell’Europa i temi chiave

Il 1° gennaio 2019 è iniziata la Presidenza del Consiglio europeo della Romania, la prima volta dall’ammissione nel 2007. Bilancio e futuro dell’Europa i temi chiave

Con il 2019 è iniziata la Presidenza del Consiglio europeo della Romania, la prima volta dall’ammissione nel 2007.

Per il suo mandato semestrale, la Romania ha stabilito diverse priorità fra cui stimolare la crescita europea, migliorare la competitività, rafforzare la sicurezza interna e promuovere i comuni valori europei quali democrazia, libertà e rispetto per la dignità umana sia in Europa che al di fuori dei suoi confini. La Romania intende anche portare una maggiore attenzione alla lotta al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo, all’intolleranza e al populismo.

Durante la Presidenza rumena del Consiglio europeo, l’Europa deve anche portare avanti i negoziati per il prossimo budget a lungo termine dell’UE e lo svolgimento della Brexit.

Il 9 maggio 2019 la Romania ospita un vertice informale del Consiglio europeo nella città di Sibiu, durante il quale i leader discuteranno dei progetti in merito al futuro dell’Europa. Quella di maggio 2019 è una data importante: non solo sarà la prima dopo l’uscita del Regno Unito dall’Europa, ma sarà anche l’ultimo incontro prima delle elezioni europee del 23-26 maggio 2019.

Le aspettative degli eurodeputati

Marian-Jean Marinescu, vice Presidente del Partito popolare europeo: “La Presidenza rumena si sovrappone a un’agenda europea ricca di temi scottanti, come l’immigrazione, la Brexit, il bilancio a lungo termine (MFF dall’inglese Multiannual Financial Framework) e, ovviamente, la ridefinizione del futuro dell’Unione europea. Dal mio punto di vista, i negoziati per il budget a lungo termine (2021-2027) sono il banco di prova sia per la Romania sia per l’UE, perché ridefinire il futuro della comunità europea richiede una trasposizione concreta di politiche e finanziamenti”.

Victor Boștinaru, vice Presidente dei Socialisti e democratici: “Mi aspetto un comune accordo per una visione di un’Europa che escluda sia un approccio a doppia velocità, o a più velocità, sia le tensioni nocive al progetto europeo. Questa è la ragione per cui mi piacerebbe credere che il summit di Sibiu possa stabilire una visione in cui prevalgano la solidarietà e l’unità. Mi aspetto, inoltre, che il summit porti a un accordo sul budget. Molto probabilmente con il summit di Sibiu si confermerà l’accordo Brexit e al contempo andrebbero considerati elementi più pragmatici riguardanti le decisioni per un ampliamento delle politiche nei confronti dei Balcani occidentali e per un ripensamento del Partenariato orientale. Credo, infine, che durante la Presidenza rumena debba essere definita in maniera più chiara la politica di difesa dell’Europa”.

Laurențiu Rebega, dei Conservatori e riformisti: “Prima di tutto mi piacerebbe vedere una gestione attiva e intelligente dei tre temi più importanti: il bilancio a lungo termine, le questioni riguardanti la Brexit e le elezioni europee del maggio 2019. Inoltre, sarebbe un’ottima cosa se la Romania potesse rilanciare i progetti di coesione politica, i quali potrebbero anche far rinascere la speranza e la fiducia in tutti i cittadini europei”.

Norica Nicolai, dell’Alleanza dei democratici e dei liberali per l’Europa: “Il primo turno a rotazione per la Presidenza è arrivato, sfortunatamente, in un momento difficile per l’UE e per il mio paese. La Brexit e il bilancio a lungo termine segneranno il futuro dell’Unione europea. In questo contesto di crescita dei populismi e degli estremismi all’interno dell’Unione, spero che la Romania possa consolidare i valori pro-Europa. Confido nella capacità rumena nel gestire questa Presidenza e sosterrò politicamente gli sforzi fatti per finalizzare l’adozione della legislazione”.

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