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Natale a rischio solitudine per 1,5 milioni di anziani

continuare a lavorare

Il divario pensionistico di genere nell’UE sfiora il 40%

Secondo un’elaborazione Uecoop un milione e mezzo di anziani rischiano di passare il Natale in solitudine: fondamentale l’opera di sostegno e assistenza portata avanti dalle organizzazioni di volontariato

Natale a rischio solitudine per 1,5 milioni di anziani in Italia. E’ quanto emerge da un’elaborazione di Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, su dati Istat in occasione delle feste, periodo in cui è più avvertita l’assenza di parenti o amici.

In questo contesto – sottolinea Uecoop – diventa fondamentale l’opera di sostegno e assistenza portata avanti dalle organizzazioni di volontariato, dai servizi sociali dei comuni, dalle cooperative di assistenza e solidarietà che si occupano di seguire le persone che non hanno più legami e contatti con parenti o amici e che sono tra le fasce sociali più a rischio.

Anche perché la solitudine, i problemi della salute tipici dell’età avanzata, la ridotta capacità economica, la morte degli amici, l’inattività, sono alcuni dei fattori che possono portare gli anziani alla depressione soprattutto fra gli uomini sopra gli 85 anni secondo la Società nazionale medica interdisciplinare cure primarie.

Il danno alla salute provocato dalla solitudine sarebbe paragonabile all’effetto del fumo di 15 sigarette al giorno con l’11% di persone con più di 65 anni sempre più sole. E se in Gran Bretagna hanno addirittura nominato un ministro per la solitudine, in Italia esiste una rete pubblico privata che fornisce assistenza e compagnia puntando sia sull’associazionismo e le cooperative sia sulle relazioni di vicinato nei quartieri e nei condomini. A incidere sulla crescita della solitudine sono anche, ma non solo, le precarie condizioni economiche di una fascia sempre più ampia di popolazione, oltre 5 milioni di poveri che non si possono permettere di spendere in viaggi e tempo libero.

Una situazione che riguarda molti anziani considerato che in Italia ci sono oltre 4 milioni di pensionati che prendono meno di 750 euro al mese con un terzo di loro non arriva neppure a 500 euro al mese. In questo contesto la gestione della terza età diventa un punto fondamentale del welfare pubblico e privato con la necessità di un sempre maggiore coinvolgimento delle oltre 9.700 cooperative sociali e di assistenza che operano sul territorio nazionale. Anche perché la popolazione over 65 è destinata ad aumentare a 20 milioni entro il 2050.

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