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Chemioterapia: realtà virtuale al servizio delle donne

Carcinoma uroteliale muscolo-invasivo: il trattamento adiuvante con nivolumab dimostra un miglioramento rilevante della sopravvivenza libera da malattia

La sperimentazione di visori in grado di creare un senso di assorbimento nell’ambiente virtuale al via nel 2019 all’Istituto Nazionale Tumori “Regina Elena” IFO di Roma

Con 52.800 nuovi casi, il tumore della mammella è diventato il più frequente in Italia nel 2018. Rappresenta il 29% delle neoplasie femminili, ma grazie all’efficacia dei trattamenti, ha una percentuale di sopravvivenza altissima, ben l’87%. Un ruolo chiave lo ha la chemioterapia, accompagnata però spesso, da parte delle donne, da forme di ansia e depressione che possono incidere sulla qualità della vita della paziente e sulla compliance. Per valutarne la portata e ridurre angoscia e stress in corso di terapia, l’Istituto Nazionale Tumori “Regina Elena” IFO di Roma, sperimenterà l’uso di visori in grado di creare un senso di assorbimento nell’ambiente virtuale, estraniando la paziente dalla realtà che la circonda. Il progetto “THE PATIENT DREAM”, presentato ieri al MAXXI di Roma, partirà a gennaio 2019 e si concluderà a fine anno.

Ad esprimere grande soddisfazione per questa sperimentazione Francesco Ripa di Meana, Direttore Generale degli Istituti Fisioterapici Ospitalieri: “Siamo innanzitutto un centro di ricerca – ha ricordato – e nel nostro DNA c’è anche l’appropriatezza delle cure e lo sviluppo del capitale umano. Abbiamo professionisti con una notevole apertura all’innovazione. Qualità di cura e centralità della persona sono elementi chiave dell’alleanza medico-paziente, basilari per il successo terapeutico. E in quest’ottica stiamo ripensando l’organizzazione, puntando anche alla facilità di accesso. Questo progetto innovativo si inserisce quindi perfettamente in un contesto fertile. Fare innovazione è anche rinnovarsi, portando i pazienti ad essere soggetti attivi della malattia. Progetti come “THE PATIENT DREAM” vanno esattamente in questa direzione”.

Entusiasta anche Gennaro Ciliberto, Direttore Scientifico dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena: “Siamo in un momento di grande vitalità della ricerca condotta nel nostro Istituto – ha dichiarato – e questo progetto ne è un segno perché coniuga argomenti che ci sono molto a cuore come la qualità di vita, le novità terapeutiche, un ottica di medicina personalizzata e l’innovazione tecnologica che pone uno sguardo globale alle esigenze della persona”.

Francesco Cognetti, Direttore dell’Oncologia Medica Istituto Nazionale Tumori “Regina Elena” e Presidente di Fondazione “Insieme Contro il Cancro” ha sottolineato l’importanza dello studio, promosso dalla Fondazione con l’Istituto Regina Elena: “Si tratta del primo del genere, condotto su donne con diagnosi di tumore alla mammella e all’ovaio. Se si dovessero evidenziare benefici su qualità della vita e migliore aderenza alle terapie, potremo adottare questo strumento nelle divisioni di Oncologia. Il cancro della mammella è uno dei tumori che si è maggiormente avvantaggiato dei grandi progressi nella diagnostica molecolare e anche nei trattamenti innovativi, sia nella fase adiuvante che nella malattia metastatica. In Italia in 15 anni le guarigioni da cancro al seno sono aumentate di circa il 6%. È tempo che l’oncologia medica si occupi non solo di guarire i pazienti, ma anche di migliorarne la qualità di vita. A questo proposito alcuni stili di vita quali sovrappeso, sedentarietà, eccesso di alcol e di grassi animali nella dieta, hanno dimostrato di poter influenzare la prognosi di questa malattia. Ben venga quindi anche l’introduzione di altre innovazioni come la realtà virtuale nella pratica clinica”.

“Proporremo l’uso del visore durante il primo ciclo di trattamento chemioterapico a scopo preventivo – ha annunciato Alessandra Fabi, oncologa dell’Istituto Nazionale Tumori “Regina Elena” e principal investigator dello studio – e verificheremo l’efficacia di questo strumento nell’infondere un senso di tranquillità e nel ridurre eventuali effetti collaterali, in fase acuta e ritardata, dovuti al trattamento. Studieremo l’eventuale azione sui sintomi legati al Distress, alla Fatigue, ma interessanti saranno le rilevazioni anche sulla percezione del tempo di somministrazione dell’agente chemioterapico”.

Ha voluto portare il suo saluto anche Giovanna Melandri: “Sono davvero lieta di ospitare la presentazione di questo progetto – ha affermato la Presidente della Fondazione MAXXI – proprio in un periodo in cui il MAXXI ospita “LOW FORM”, una mostra che interroga le relazioni profonde tra l’arte e, più complessivamente, il nostro presente e l’Intelligenza Artificiale e in cui gli artisti invitano a riflettere sul rapporto tra umano e virtuale. Credo che soluzioni come quelle immaginate da “THE PATIENT DREAM” che utilizzano realtà virtuale e nuove tecnologie per favorire il benessere di donne già provate dalla malattia, rimandino il senso di un’innovazione il cui possibile uso viene pensato davvero dalla parte delle pazienti”.

Federico Giuseppini, Managing Director di Twiceout, ha descritto il funzionamento dei dispositivi: “I video vengono precaricati sul visore, il paziente seleziona il contenuto dalla gallery ed è garantita una visione continua di almeno due ore. I contenuti, in formato digitale o in live action, sono a tema naturalistico, travel, musicale o artistico. Non è necessaria una rete wi-fi. I contenuti vengono utilizzati con finalità scientifica e questo permette di mantenere bassi i costi”.

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