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Tari, Adoc: “Serve tariffa più equa e sostenibile”

Volano raccolta differenziata (+6,7%) e riciclo del vetro (+9,8%). Rapporto annuale 2020 di Co.Re.Ve.: superati gli obiettivi 2030

Per Bankitalia, la Tari è come una patrimoniale e grava di più sulle famiglie a basso reddito. L’Adoc: “Spingere l’acceleratore della raccolta differenziata e far applicare ad ogni Comune il meccanismo della tariffazione puntuale”

Secondo uno studio della Banca d’Italia la tariffa sui rifiuti Tari agisce come un’imposta patrimoniale, gravando maggiormente sulle famiglie con redditi più bassi, in “non discrimina adeguatamente fra famiglie in base alla produzione di rifiuti”. Bankitalia conferma quindi la posizione da tempo sostenuta dall’Adoc: l’attuale tariffa si basa su un meccanismo inadeguato ed iniquo, serve introdurre capillarmente la tariffa puntale, più equa e sostenibile.

“Se vogliamo adottare un sistema più equo, sia nella ridistribuzione dei costi che nello smaltimento dei rifiuti, basato sui principi dell’economia circolare e in pieno accordo con gli obiettivi di sviluppo sostenibile, occorre spingere l’acceleratore della raccolta differenziata e far applicare ad ogni Comune il meccanismo della tariffazione puntuale – dichiara Roberto Tascini, Presidente dell’Adoc – l’attuale meccanismo, che individua quali parametri per il pagamento solo i metri quadri dell’abitazione e il numero dei componenti familiari, è inadeguato e, come rilevato anche da Bankitalia, pesa maggiormente sulle famiglie a basso reddito, che hanno meno consumi e conseguente minore produzione di rifiuti”.

“Al contrario, un sistema basato sulla tariffa puntuale permette più facilmente di raggiungere sia gli obiettivi di riciclaggio che quelli di riduzione della produzione di rifiuti stabiliti a livello europeo, applicando il principio del “chi inquina paga”, ossia la correlazione tra il prezzo del servizio e il volume/quantità di rifiuto prodotto, riferito all’indifferenziata. La tariffazione volumetrica consente, difatti, una riduzione dei rifiuti destinati allo smaltimento compresa tra il 25 e il 45%, secondo i dati dell’EPA (Environmental Protection Agency). In Italia si registra una riduzione complessiva del 15-20% dei quantitativi conferiti nei Comuni in cui è stata adottata la tariffa a volume. Con sensibili risparmi per le famiglie anche sul versante economico, che premia i comportamenti virtuosi dei contribuenti”.

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