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Teatro in carcere, “Destini incrociati” fa il punto sulle esperienze in Italia

Lo spettacolo "Famiglia" di Forte Apache Cinema Teatro

Lo spettacolo "Famiglia" di Forte Apache Cinema Teatro

Dal 13 al 15 dicembre a Firenze e Lastra a Signa spettacoli, convegni, proiezioni e incontri nel segno del teatro fatto in carcere, tra gli ospiti anche l’attore Marcello Fonte, Palma d’oro a Cannes per “Dogman”

Il teatro fatto in carcere, con il pubblico che applaude i detenuti attori, non va classificato soltanto alla voce “intrattenimento”, spettacolo puro e semplice, perché la sua valenza è molto più ampia. Basti pensare che solo il 6% degli ex detenuti, passati attraverso il teatro fatto in carcere, è recidivo, ovvero torna a delinquere, contro il 65% di chi dietro le sbarre non ha goduto di quella esperienza. Un’esperienza formativa insomma, che diventa fondamentale anche per la società grazie alla sua funzione educativa, e che in effetti in Italia è un’esperienza matura sia sul piano artistico che su quello organizzativo, con oltre i due terzi degli istituti penitenziari che svolgono attività teatrale per adulti e per ragazzi. Che adesso si racconta al pubblico nella rassegna nazionale di teatro in carcere “Destini incrociati”, in programma da giovedì 13 a sabato 15 dicembre tra Firenze e Lastra a Signa, con spettacoli, conferenze, proiezioni, video e incontri.

Marcello Fonte, Palma d’oro a Cannes 2018 per “Dogman”

Tra gli ospiti della tre giorni l’attore Marcello Fonte (Palma d’oro come migliore attore a Cannes 2018 con il film “Dogman”), in scena con lo spettacolo “Famiglia” di Valentina Esposito, il regista e drammaturgo Fabio Cavalli, il direttore del Teatro delle Arti e responsabile dei  laboratori teatrali nelle carceri di Arezzo e Pistoia Gianfranco Pedullà e Claudio Collovà, da anni attivo nel carcere minorile di Palermo.

Il programma degli spettacoli sarà inaugurato nel segno di Samuel Beckett, poeta della scena che ebbe un  rapporto profondo con l’universo carcerario: alle ore 21,  al Teatro delle Arti di Lastra a Signa, prima nazionale di “Talking Crap” di Teatro Metropopolare, regia di Livia Gionfrida, Compagnia operante nella Casa Circondariale di Prato.

Venerdì 14 alle ore 11, alla  Casa Circondariale di custodia attenuata “Mario Gozzini” di Firenze, Compagnia Carpe Diem e Centro di Teatro Internazionale di Firenze presentano “Commedia Divina, prima di tutto non c’era niente”, atto unico tratto dall’opera di Isidor Shtok, regia di Olga Melnik, prima nazionale. 

Alle ore 15 al Teatro delle Arti di Lastra a Signa approda “Un’isola. Dalla mia finestra si vedono le montagne”, spettacolo della Compagnia del carcere di Vigevano (sezione maschile) diretta da Alessia Gennari, liberamente tratto da “La tempesta” di W. Shakespeare.

Lo spettacolo “Famiglia” di Forte Apache Cinema Teatro

Sempre al Teatro delle Arti, alle ore 21,30 “Famiglia”, spettacolo di FACT Fort Apache Cinema Teatro, compagnia fondata e diretta da Valentina Esposito che coinvolge attori ex detenuti e detenuti in misura alternativa, attori professionisti e studenti dell’Università La Sapienza di Roma.

Dal programma di sabato 15 spicca “La Classe”, primo studio per un nuovo spettacolo dedicato a Don Lorenzo Milani della Compagnia Voci Erranti, regia di Grazia Isoardi, con gli attori della Casa di Reclusione di Saluzzo (Cuneo), al Teatro delle Arti di Lastra a Signa.

E ancora, il convegno “Il Teatro in Carcere: un’azione necessaria per adulti e minorenni che giovedì 13 dicembre (ore 11) alla sala Il Fuligno di Firenze aprirà la tre giorni: un momento di confronto fra i rappresentanti delle Istituzioni e i protagonisti delle esperienze teatrali.

In questa quinta edizione della rassegna, così come accaduto nelle precedenti (Firenze 2012, Pesaro 2015, Genova 2016, Roma 2017), agli spettacoli, frutto di laboratori produttivi realizzati con detenuti, si alterneranno conferenze, dimostrazioni di lavoro, rassegna video e attività di formazione degli spettatori nel carcere e nelle scuole.

Verrà in questo modo restituito un panorama ampio delle nuove esperienze drammaturgiche sperimentate da registi e autori professionisti che da anni lavorano sul campo. Assisteremo a spettacoli natii con la partecipazione di detenuti, spesso direttamente coinvolti anche nel processo di scrittura oltre che di allestimento.

Non mancherà una sezione interamente dedicata alla proiezione di video, selezionati e scelti dalla direzione artistica dell’intera rassegna composta da Ivana Conte, Vito Minoia, Valeria Ottolenghi e Gianfranco Pedullà. L’audiovisivo è uno strumento indispensabile per documentare le esperienze di teatro in carcere, in grado di restituire la ricchezza, l’articolazione e la diffusione ormai capillare di questo importante settore del teatro italiano, che ha evidenti ricadute sulla funzione di riabilitazione che il carcere deve istituzionalmente sviluppare.

 

«La diversità di queste esperienze rispetto al teatro istituzionalizzato – spiega il Presidente del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere Vito Minoia – non appare come una moda teatrale, ma come una condizione genetica che ci consente di delineare un ambito di lavoro teatrale, con una forte connotazione artistica e al tempo stesso educativa e inclusiva, una zona pratica della scena contemporanea ricca di implicazioni sociali e civili. Tra gli altri spicca il dato della sensibile diminuzione della recidiva in chi fa teatro in carcere: si riduce dal 65 al 6%».

La rassegna si colloca nell’ambito del Progetto Nazionale di Teatro in Carcere Destini Incrociati con il contributo del Ministero dei Beni e Attività Culturali, Direzione Generale Spettacolo, ai sensi del D.M. 27 luglio 2017, articolo 41, Promozione/Progetti di Teatro di coesione e inclusione sociale. È promossa in Rete da 22 organismi aderenti al Coordinamento Nazionale di Teatro in Carcere, avendo come soggetto capofila l’Associazione Teatro Aenigma.

Programma www.teatrocarcere.it.

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