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Stretta europea per uso di antibiotici in aziende agricole

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L’Europarlamento ha adottato nuove regole per limitare l’uso di antibiotici nelle aziende agricole. Previsti incentivi per favorire l’innovazione, gli alimenti importati dovranno essere conformi alle norme UE

Il Parlamento europeo ha adottato nuove regole per limitare l’uso di antibiotici nelle aziende agricole, al fine di mantenere gli alimenti liberi da batteri resistenti.

La nuova legislazione, già concordata con il Consiglio, stabilisce che i farmaci veterinari non devono in nessun caso servire a migliorare le prestazioni o compensare la scarsa cura dell’animale. Si limita l’uso di antimicrobici come misura preventiva, in assenza di segni clinici di infezione (noto come uso profilattico), e per singoli animali e non gruppi. Infine, i farmaci potranno essere utilizzati solo se pienamente giustificati da un veterinario nei casi in cui vi è un alto rischio di infezione.

L’uso metafilattico (cioè il trattamento di un gruppo di animali quando si manifestano segni di infezione) dovrebbe essere l’ultima risorsa, e si potrà utilizzare solo dopo che un veterinario ha diagnosticato l’infezione e prescritto gli antimicrobici.

Riservare alcuni antibiotici esclusivamente agli esseri umani

Per contribuire ad affrontare la resistenza agli antibiotici, la legislazione dà alla Commissione europea la facoltà di selezionare quelli da riservare esclusivamente al trattamento degli esseri umani.

I deputati hanno inoltre convenuto che i prodotti alimentari importati devono essere conformi alle norme comunitarie.

Incentivi all’innovazione

Per incoraggiare la ricerca su nuovi antimicrobici, la legislazione prevede incentivi, tra cui periodi più lunghi di protezione per la documentazione tecnica sui nuovi medicinali e la protezione commerciale per le sostanze attive innovative. Protegge inoltre importanti investimenti nei dati creati per migliorare un prodotto antimicrobico esistente o per mantenerlo sul mercato.

La relatrice Françoise Grossetête (PPE, FR) ha dichiarato: “Si tratta di un importante passo avanti per la salute pubblica. Al di là degli agricoltori o dei proprietari di animali, l’uso di medicinali veterinari riguarda tutti noi, perché ha un impatto diretto sul nostro ambiente e sul nostro cibo; in breve, sulla nostra salute. Grazie a questa legge, saremo in grado di ridurre il consumo di antibiotici negli allevamenti, un’importante fonte di resistenza che viene poi trasmessa all’uomo. La resistenza agli antibiotici è una vera spada di Damocle, che minaccia di rimandare il nostro sistema sanitario al Medioevo”.

Prossime tappe

L’accordo con i ministri dell’UE è stato adottato con 583 voti favorevoli, 16 contrari e 20 astensioni. Deve ancora essere adottato formalmente dal Consiglio prima della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale.

In una votazione separata, i deputati hanno inoltre approvato, con 583 voti a favore, 31 contrari e 6 astensioni, nuove regole su modi più responsabili di produrre, vendere e utilizzare mangimi medicati per combattere la diffusione della resistenza antimicrobica.

Maggiori informazioni sono disponibili qui.

Contesto

Il Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC) ha recentemente avvertito che i batteri negli esseri umani, negli alimenti e negli animali continuano a mostrare resistenza agli antimicrobici più diffusi. Gli scienziati affermano che la resistenza alla ciprofloxacina, un antibiotico di fondamentale importanza per il trattamento delle infezioni umane, è molto elevata nel Campylobacter, riducendo così le opzioni per un trattamento efficace di gravi infezioni di origine alimentare. Così i batteri della Salmonella, resistenti a più farmaci, continuano a diffondersi in tutta Europa.

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