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Curare, educare, governare: torna il festival KUM!

Ancona dal 19 al 21 ottobre ospita la seconda edizione del Festival KUM!: un luogo aperto di riflessione, finora assente in Italia, sul tema della cura e delle sue diverse pratiche

Ancona dal 19 al 21 ottobre ospita la seconda edizione del Festival KUM!: un luogo aperto di riflessione, finora assente in Italia, sul tema della cura e delle sue diverse pratiche

Ancona dal 19 al 21 ottobre ospita la seconda edizione del Festival KUM!: un luogo aperto di riflessione, finora assente in Italia, sul tema della cura e delle sue diverse pratiche

La seconda edizione del festival KUM!, che ha la direzione scientifica dello psicoanalista Massimo Recalcati, si svolge ad Ancona da venerdì 19 a domenica 21 ottobre. Organizzato da Comune di Ancona – Assessorato alla Cultura con la collaborazione dell’Assessorato ai servizi sociali e alle Politiche educative – con il contributo della Regione Marche e della Fondazione Cariverona, e il coordinamento organizzativo dell’associazione culturale Esserci, con Jonas Onlus, ha il coordinamento scientifico del filosofo Federico Leoni (www.kumfestival.it).

La manifestazione vuole essere un luogo aperto di riflessione, finora assente in Italia, sul tema della cura e delle sue diverse pratiche. Il sottotitolo Curare, Educare, Governare – i tre mestieri impossibili secondo Freud – amplia il campo della riflessione e sottolinea la difficoltà e l’ambiguità del curare e del prendersi cura. La settecentesca Mole Vanvitelliana di Ancona diviene così palcoscenico per il dialogo non solo di specialisti della clinica – psicoanalisti, psichiatri, medici, pedagogisti – ma anche di filosofi, storici, scrittori, teologi che hanno, in forme diverse, una presa diretta sul tema della cura dei differenti volti della sofferenza: del malato, della Polis, della Terra e di noi stessi. Ancona diviene così la città in cui i temi del welfare, della politica sanitaria, del disagio, della cura e delle sue possibili declinazioni filosofiche e sociali vengono trattati in modo multidisciplinare, con un linguaggio chiaro e accessibile per un pubblico eterogeneo per età e formazione.

KUM! si lega a doppio filo con la sua location, la Mole Vanvitelliana, che sorge su un’isola artificiale all’interno del porto ed è nata come lazzaretto: una metaforica linea di continuità tra la terraferma e il mare aperto, un luogo nato per la cura, anzi per la sua madre naturale, la prevenzione.

Il tema del 2018 è Risurrezioni

«Nella parola KUM! è contenuto il grande tema del rinnovamento della vita laddove la vita pare morta, finita, gettata in uno scacco fatale. È la parola che Dio rivolge a Giona e Gesù a Lazzaro: Alzati! Ne abbiamo fatto la parola chiave delle pratiche della cura» spiegano Massimo Recalcati e Federico Leoni «In questo secondo anno di KUM! è il mistero contenuto in questa parola a riunirci: è possibile rialzarsi quando l’esperienza della caduta, della malattia, del fallimento, della catastrofe appare senza rimedio? È possibile una vita dopo la morte, tema caro alle religioni, ma è possibile ridare vita ad una vita che sembrava perduta, ricostruire una città che è stata distrutta, ritrovare un popolo che sembrava privato di ogni forma di identità, restituire un volto umano alla vita dopo l’esperienza dell’orrore? Nella grande metafora cristiana della resurrezione è in gioco la forza della vita che resiste alla tentazione della morte e della distruzione. Ma anche l’evento della sorpresa che accompagna il “miracolo” dell’uscita dal sepolcro. Ebbene non sono proprio questa resistenza e questa sorpresa – intesi laicamente – al centro di ogni avventura di cura? Certamente possono apparire esemplari alcuni casi ritenuti senza speranza che, nel corso di una cura, risorgono contraddicendo i protocolli e le previsioni prognostiche più nefaste. Può accadere con bambini colpiti da malattie rare, con giovani afflitti da patologie mentali gravi, con studenti ritenuti dall’istituzione scuola senza speranza, con territori e città che hanno fatto esperienza – solo apparentemente irreversibile – della distruzione. Ma più in generale la resistenza alla distruzione e la sorpresa della vita che non cede alla morte, accompagnano anche i passi quotidiani della nostra esperienza più comune: testimoniare che non tutto è morte, non tutto è devastazione, non tutto è destinato a finire, che risorgere è un compito della vita».

IL PROGRAMMA

Il festival prevede oltre 40 incontri con più di 60 relatori ed è organizzato in sezioni: le Lectio, con importanti nomi della filosofia, della psicoanalisi, della letteratura e della medicina; i Dialoghi e le Conversazioni su temi salienti del mondo della cura; i Ritratti di grandi pensatori; le Letture; Lo sguardo di Ippocrate; la Psicologia da tè con letture e pensieri sui grandi classici della psicoanalisi, davanti a una tazza fumante di infuso; gli Aperitivi filosofici; A cena con l’autore; Cineocchio; la Presentazione.

Le Lectio magistralis

Quattro le lectio in programma: venerdì 19 Stefania Carnevale, garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Ferrara e membro della Commissione per la riforma dell’ordinamento penitenziario del Ministero della Giustizia, affronta il tema Risorgere dal carcere. La pena come riabilitazione fra ideale e reale. Il diritto al riscatto sociale delle persone condannate, anche per reati molto gravi, è sancito dalla nostra Costituzione e tutelato a livello internazionale. Alla pena si affidano complesse funzioni terapeutiche, in grado di rigenerare mediante il lavoro, l’istruzione o il mero decorso del tempo passato in cella. La posta in gioco è alta e notevole è lo scarto fra aspirazioni normative e concretezza dei luoghi di detenzione.

Due gli appuntamenti di sabato 20: il filosofo Rocco Ronchi con Kum! Dal soggetto razionale all’”anarca” populista. Kum!, in filosofia, è l’appello kantiano rivolto all’uomo perché esca dallo stato di minorità intellettuale in cui è tenuto dal principio di autorità. Nella modernità si è risposto in due modi a questo appello: da un lato con la rivendicazione della libertà della ragione, che si guadagna in un’incessante lotta contro l’errore; dall’altro, con il diritto assoluto all’errore, contro la libertà solo razionale del soggetto. La “libertà” che il populismo xenofobo e razzista vuole oggi garantire, proteggere, estendere ed emancipare da ogni vincolo, è questa tragicomica libertà esistenziale: la libertà dell’“anarca”.

Lo psicoanalista francese Bernard Toboul risponde alla domanda: Dopo il trauma, la vita?. La psicoanalisi si è sempre confrontata con il trauma e, anzi, si può dire che ha inventato il concetto stesso. Ma che cosa se ne fa? E che cosa se ne fa un soggetto nella sua vita?

Domenica 21 è la volta di Massimo Recalcati, con la lectio dal titolo Lutto e risurrezione nella pratica clinica e nel lavoro dell’arte. L’esperienza del lutto è un’esperienza di perdita: non solo dell’oggetto amato, ma del mondo intero. È possibile risorgere dalle ceneri di un lutto? Cosa insegnano la psicoanalisi e il lavoro dell’arte?

I Dialoghi

I filosofi Federico Leoni e Gianluca Solla si interrogano su Deposizione come risurrezione. Da Masolino a Bill Viola. La tradizione cristiana concatena due grandi scene, Deposizione e Risurrezione: Cristo viene deposto dalla Croce, Cristo risorge dal sepolcro. È però forse necessario pensarle non come due scene consequenziali, ma come l’una nell’altra. Che cosa si depone infatti in una deposizione? La vita stessa e quello che l’ha impedita sino a quel momento: ecco perché la vita ha bisogno di una deposizione per poter ricominciare. Deposizione è resurrezione.

Il medico anestesista Francesca De Pace, che da 30 anni si occupa di donazione e trapianto ed è membro della Consulta Nazionale Trapianti, il direttore del Centro Nazionale Trapianti Alessandro Nanni Costa e il chirurgo dei trapianti Andrea Vecchi si confrontano su Donazione, trapianto: emozione.

La psicoanalisi, quando una vita ricomincia a vivere è il titolo dell’incontro con la psicoanalista Silvia Lippi e il filosofo Romano Madera. Nelle diverse tradizioni mitologiche e religiose si trovano racconti, insegnamenti, teorizzazioni che possono essere intese come variazioni su un tema che Jung rubrica sotto l’archetipo della rinascita. Nell’interpretazione junghiana, risurrezione, reincarnazione, metempsicosi avrebbero come sfondo comune il tipo di comportamento messo in atto di fronte alla perdita, al lutto, all’angoscia di morte, ma anche di fronte alle trasformazioni nelle età della vita: nascita, pubertà, età adulta, nozze, vecchiaia e morte.

La saggista e autrice radiofonica Gabriella Caramore e Fulvio Ferrario, teologo e pastore valdese, parlano di Risurrezione: l’illusione di un avvenire?: le immagini, cristiane ma non solo, relative alla risurrezione sono esposte da secoli alla critica filosofica e scientifica. Credere nella risurrezione sembra, per molti, ancora più complicato che credere in Dio. Di contro, altre rappresentazioni della “vita oltre la morte”, come la reincarnazione, incontrano l’interesse di molti. Si tratta di istanze profonde, che non si lasciano liquidare da un semplificato “razionalismo quotidiano”.

Di Vere e false risurrezioni dialogano il sociologo del lavoro Federico Chicchi e lo scrittore Domenico Starnone: partendo dai personaggi dell’ultimo libro del narratore napoletano, “Le false resurrezioni” – tre quarantenni alle prese con i loro grandi e piccoli fallimenti e con i loro tentativi di ricominciare – ci ricordano come la smobilitazione dei diritti, la precarietà dell’impiego e il dramma della disoccupazione facciano spesso da sfondo a vicende in cui si intrecciano la fine drammatica di un progetto e il rinascere imprevisto della speranza.

La cura come pratica di fabbricazione dell’essere è una riflessione dello psicoterapeuta argentino Aldo Becce e dell’epistemologa Luigina Mortari: cos’è la cura? È una sola o ci sono tanti tipi di cura? Forse si può parlare di cura di ogni vita, in rapporto con la possibilità di ricominciare, in ogni ambito: scuola, psicoanalisi, governo di una città o di uno Stato.

Le voci di Massimo Recalcati e dello scrittore Paolo Giordano si intrecciano per descrivere L’Eresia giusta: nell’ultimo libro di Giordano, “Divorare il cielo”, emerge con forza il potere eretico del “no?”. Non adattarsi alle convenzioni porta sempre con sé un rischio di morte, insieme alla possibilità della rinascita.

È possibile una Risurrezione della sinistra?: Paolo Marasca, Assessore alla Cultura, alle Politiche giovanili e al Turismo del Comune di Ancona, lo chiede alla scrittrice e giornalista Concita De Gregorio e al sindaco di Ancona Valeria Mancinelli.

Le Conversazioni

Desiderio e rinascita sono al centro della conversazione tra gli psicoanalisti Francesco Giglio e Sara Riccardi e lo psichiatra Piero Feliciotti.

Incontri con la sofferenza infantile: una conversazione a tre voci è l’incontro con la psicoterapeuta Giorgia Cannizzaro, lo psichiatra Michele Rugo e lo psicoanalista Uberto Zuccardi Merli: tre testimonianze della difficile sfida teorica e clinica di occuparsi del disagio infantile e di aiutare chi se ne occupa. Tre cammini differenti che perseguono lo stesso desiderio: non lasciare al disagio psicologico e fisico infantile la sua ripetitività mortifera, aiutare i bambini a far sorgere o risorgere in loro, con loro, una nuova occasione di vita e di desiderio.

Le psicoanaliste Maria Laura Bergamaschi e Monica Carestia propongono una riflessione sulla scuola nell’incontro: Il corpo insorto. Amare le vite storte. Assieme agli allievi dell’Istituto Podesti Calzecchi Onesti di Ancona, affrontano il tema di una scuola capace di rinnovare le vite e di coltivare il desiderio, soprattutto in quei ragazzi che il sistema vorrebbe dare per persi.

Un confronto tra religioni diverse è quello proposto da don Luigi Epicoco, teologo e scrittore, il monaco buddista italiano Lama Paljin Tulku Rinpoce e il rabbino e scrittore Roberto Dalla Rocca in Alzati!

Risvegliati! Forme della rinascita tra buddhismo, ebraismo e cristianesimo. Se l’Oriente buddista non conosce l’idea ebraico-cristiana di risurrezione, pensa però che ogni vita e ogni giorno possano essere

occasione di rinascita, a patto di lasciar andare tutto ciò che ostacola il flusso del divenire, a cominciare dall’io che tanta parte ha sugli altari del narcisismo occidentale.

I Ritratti

Cinque le grandi figure che il festival racconta: Friedrich Nietzsche, Jacques Derrida, Carl Gustav Jung, San Paolo ed Edmund Husserl.

La filosofa e scrittrice Susanna Mati tratteggia la figura di Nietzsche: la risurrezione in senso propriamente religioso ed escatologico è completamente assente nel pensiero anticristiano del filosofo, il destino dell’uomo gli sta invece molto a cuore: per lui solo nell’oltreuomo è possibile eventualmente trovare la propria liberazione e quella “conciliazione con la terra” che costituisce il superamento del sé.

Il filosofo Simone Regazzoni racconta il suo maestro, Jacques Derrida, il più attento tra i filosofi contemporanei al legame tra vita e sopravvivenza, vita e ritorno spettrale del morto. Non c’è vita, per Derrida, che non sia già abitata da una certa morte a cui deve sopravvivere: e noi viventi umani siamo già, in vita, dei sopravvissuti, degli spettri che ritornano a vivere dopo e al di là della morte.

Il terzo ritratto è quello di Carl Gustav Jung, ad illustrarlo Romano Madera. La patologia psichiatrica e quella nevrotica offrono a Jung il campo privilegiato d’esperienza per indagare il manifestarsi del vortice dell’insensato nei casi individuali, ma anche del disagio di una civiltà che non trova scopo in se stessa. È per questo che in lui e nella sua opera un nodo essenziale lega perdita di senso, psicopatologie, momento storico e indagine delle forme culturali d’Occidente e d’Oriente e dei loro presupposti generalmente umani.

Il filosofo Luca Bagetto ci presenta invece San Paolo: qual è la matrice della possibilità di rinascere? Che cosa significa interrompere la legge? Qual è il rapporto tra la trasgressione e il paradigma dominante? Intorno a questi interrogativi San Paolo ha visto qualcosa che noi comprendiamo solo a tratti: che l’eccezione è una grazia.

L’ultimo ritratto è affidato al filosofo Federico Leoni, che racconta di Edmund Husserl e della sua ultima opera: “La crisi delle scienze europee”. Scritta a ridosso della presa del potere da parte del nazismo e dello scoppio della seconda guerra mondiale, solleva una domanda radicale sul senso dell’intera vicenda di quella sfuggente entità che si chiama Europa. I suoi confini, il suo progetto, disegnano ancora, ottant’anni dopo, il luogo di un’incognita profondissima e di una promessa insperata.

Le Letture

Strumento principe per curare la nostra vita quotidiana è la letteratura: KUM! dedica un ciclo di incontri a quattro fondamentali autori, di ieri e di oggi, raccontati attraverso una delle loro opere più significative.

Massimo Recalcati parla del libro “La strada” di Cormac McCarthy; il filosofo Federico Ferrari racconta Cristina Campo, una delle più grandi saggiste del Novecento italiano, attraverso il saggio “Attenzione e poesia”; la scrittrice e drammaturga Valeria Parrella legge l’”Antigone” di Sofocle e l’autore Marco Belpoliti propone due versioni di “Se questo è un uomo” di Primo Levi, quella del 1947 che lessero solo duemila persone e quella del 1958 che leggiamo ancora adesso.

Lo sguardo di Ippocrate

Il gioco d’azzardo patologico è una delle grandi emergenze moderne, ma a livello sociale non sempre la situazione è percepita in tutta la sua gravità e diffusione epidemica. Diventa cruciale allora approfondire questo argomento tenendo presenti le esigenze di formazione continua degli operatori impegnati sul campo e considerando la questione come un tema politico che coinvolge tutti i cittadini. A questa esigenza risponde La terapia nel disturbo di gioco d’azzardo con lo psicologo e psicoterapeuta Leopoldo Grosso, terzo e ultimo appuntamento del ciclo “L’uomo senza inconscio”, organizzato da KUM! in collaborazione con Regione Marche e dedicato agli operatori dei servizi cura.

La cucina è la protagonista dell’incontro Potenzialità e prospettive della cooking therapy, un vero e proprio cooking show in collaborazione con la Federazione Italiana Cuochi e la cooperativa Lavoriamo insieme, con il neuroscienziato Antonio Cerasa e il giornalista e scrittore Marco Ferrazzoli. La preparazione del cibo non rappresenta solo una fase della nutrizione, ma una più complessa serie di abilità che possono aiutare l’essere umano a viver meglio e che si sono dimostrate particolarmente efficaci nel trattamento dei deficit motori, cognitivi ed emotivi.

Il medico Ernesto Burgio e la psicologa Daniela Lucangeli parlano di Genio e follia. Morte e rinascita dell’Io, indagando – tra scienza e riflessione – i poli estremi della genialità e della follia, con particolare attenzione all’età evolutiva, all’emergere del talenti e alle basi neurofisiologiche dello sviluppo.

Cineocchio

In questo speciale appuntamento, intitolato A volte ritornano, Andrea Bellavita, critico cinematografico e televisivo, si interroga sul perché il cinema abbia trattato il tema della risurrezione sempre in chiave metaforica o come tema per il genere horror. Zombie e redivivi sono tornati a camminare sulla terra per seminare il terrore e per costringere i vivi a fare i conti con il proprio rimosso. Ma qual è il nucleo mistico ed extra-ordinario della risurrezione, del ritorno alla vita dopo la morte, che il cinema non ha mai avuto la forza di esplorare?

La Psicologia da tè

Con la psicoanalista Claudia Tinti nell’incontro Il grido e la rinascita scopriamo come l’incontro con l’Altro possa dare nuova vita.

Lo psicoanalista Andrea Panìco ci fa compagnia per la seconda tazza di tè con La risurrezione dell’adolescenza.

Per finire, un pomeriggio con Alda Merini, Tiziana Toscano, Goliarda Sapienza e Cristina Donà: voci poetiche che hanno saputo ricomporre le tessere del mosaico della propria storia, cucire la propria opera scegliendo il filo della libertà e non quello dell’ambizione, riconoscendo se stesse anziché inseguire il riconoscimento degli altri. A farcele conoscere Maria Laura Bergamaschi, in Cuciture. Merini, Toscano, Sapienza, Donà.

Gli Aperitivi filosofici

Tre aperitivi alle 19, nel Foyer della Mole Vanvitelliana, tenuti da tre giovani ricercatori: il primo appuntamento è con Elena De Silvestri con Un lutto che rischiara il mondo; quindi è la volta di Spinoza, o della risurrezione generalizzata con Alessandra Campo e infine de La vita indistruttibile. Dioniso e Cristo secondo Nietzsche con Alessandro Foladori.

A cena con l’autore

Anime perse. Risorgere nella poesia è la particolare cena con l’autore in programma venerdì 19 ottobre alle 20, con protagonista il poeta e scrittore Umberto Piersanti. (20 euro, su prenotazione).

La Presentazione

“Ci vorrebbe tanta colla. Il terremoto nelle Marche” è un libro che racconta l’attività dei volontari APE (Associazione di Psicologia dell’Emergenza) che hanno operato nelle zone dell’Italia centrale colpite dal terremoto. Intervengono gli autori del volume, che raccoglie non solo le loro voci ed emozioni, ma racconta il lavoro con il quale hanno accompagnato bambini e ragazzi nell’attraversare, con disegni e parole, un’esperienza spiacevole e fortemente destabilizzante come quella del sisma.

KUM! Live(s)

KUM! si chiude con un evento speciale nel foyer della Mole, per festeggiare questa seconda edizione e scoprire insieme le anticipazioni dell’edizione 2019. In programma musica dal vivo, aperitivo e dance floor.

Tutti gli appuntamenti sono gratuiti e liberi fino ad esaurimento posti, ma per gli incontri più attesi è possibile assicurarsi un posto con una donazione di 20 € al festival, con la quale si riceve una KUM!Card, la fidelity degli amici di KUM!

I possessori della card hanno diritto a prenotare un posto riservato agli incontri che preferiscono tra quelli prenotabili: sul sito www.kumfestival.it la lista degli incontri e le modalità di iscrizione.

Per informazioni: www.kumfestival.it – 339.4048493.

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