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Pubblicità giochi in Tv: Codacons si rivolge all’Agcom

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L’associazione dei consumatori vuole vederci chiaro sui contratti stipulati tra reti televisive e società di giochi e scommesse prima del Dl dignità: presentato un esposto all’Agcom

Il Codacons ha presentato un esposto all’Autorità per le comunicazioni chiedendo di aprire un procedimento sui contratti stipulati di recente tra emittenti televisive e società di scommesse e giochi, contratti siglati poco prima dell’entrata in vigore del Dl Dignità che ha vietato ogni forma di pubblicità ai giochi a premio.

Come noto il decreto in questione prevede che “ai contratti di pubblicità in corso di esecuzione alla data di entrata in vigore del presente decreto resta applicabile, fino alla loro scadenza e comunque per non oltre un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto, la normativa vigente anteriormente alla medesima data di entrata in vigore”. 

La possibilità di far proseguire i contratti già in essere per un altro anno ha portato ad una vera e propria corsa alla firma di accordi di sponsorizzazione onde riuscire a giungere alla sottoscrizione degli stessi anteriormente all’entrata in vigore del decreto, che è avvenuta il 14 luglio 2018, in modo da poter sfuggire all’operatività del divieto così come previsto dalla clausola di salvaguardia contenuta nel comma 5 dell’art. 9 dello stesso.

Il Codacons ha dunque chiesto all’Agcom di avviare un’istruttoria atta a verificare i contratti stipulati dalle emittenti televisive con le società che gestiscono i giochi (tra quelle citate nell’esposto dell’associazione compaiono Planet win 365, Star Casinò e Poker Stars) nonché la data effettiva della stipula degli stessi, onde verificare se nella specie sia stato violato il divieto sancito del decreto o ancor di più se siano state azionate condotte volontariamente e furbescamente elusive del divieto quali ad esempio l’aver rinnovato o sottoscritto il contratto dal 14 giugno 2018, data in cui il Vicepremier Luigi Di Maio ha anticipato le proprie intenzioni sui media, valutando la sospensione dei messaggi pubblicitari sulle reti tv nazionali e locali.

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