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Riforma legge class action: punti chiave sono tre

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Il Codacons è stato ascoltato dalla Commissione Giustizia della Camera, nell’ambito della riforma della legge sulla class action proposta dal Governo

Oggi il Codacons è stato ascoltato dalla Commissione Giustizia della Camera, nell’ambito della riforma della legge sulla class action proposta dal Governo.

“La normativa attuale sulla class action è pessima, non tutela i consumatori e neanche le imprese virtuose – ha affermato nel corso dell’audizione l’avv. Marco Ramadori, del collegio di presidenza del Codacons – La legge sull’azione collettiva è del tutto inutile per i consumatori e di difficile attuazione pratica, vanificando del tutto lo scopo per cui è stata introdotta nel nostro ordinamento”.

Tre sono i punti principali della legge che andrebbero modificati, e che il Codacons ha suggerito oggi in Commissione:

1) In primis andrebbe sostituito, come negli Usa, l’opt in attuale con l’opt out: quando una class action viene dichiarata ammessa dal tribunale, tutti i consumatori che si trovano nella fattispecie dovrebbero essere automaticamente inclusi, e solo chi non vuole essere ricompreso dovrebbe dichiararlo con comunicazione specifica. Oggi deve essere ogni singolo consumatore a richiederlo formalmente. Questo per permettere a tutti i consumatori di venire a conoscenza dell’azione e della possibilità concreta di ottenere un risarcimento;

2) una volta che la class action è ammessa, i costi della promozione devono essere messi a carico dell’impresa convenuta in giudizio, e non a carico del consumatore che agisce, il quale oggi si può trovare a dover anticipare decine di migliaia di euro disposte dal giudice per pubblicità sui giornali, come condizione di procedibilità dell’azione;

3) introduzione danni punitivi. Una volta che la class action è ammessa e la società responsabile condannata, la condanna non può essere come oggi solo limitata alla restituzione della spesa subita. Come negli USA, la condanna deve essere proporzionata al fatturato o comunque al danno provocato alla collettività, al fine di avere un reale effetto dissuasorio nei confronti delle imprese disoneste.  Altrimenti rimane tutto l’interesse a mettere in atto comportamento illecito a danno ad esempio di milioni di consumatori, in primis le cosiddette microlesioni, sapendo che anche in caso di condanna l’unica conseguenza è la restituzione delle somme a una piccola percentuale degli stessi.

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