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Dalla casa alla sanità: spese obbligate gravano per 7200 euro

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Affitto, bollette, sanità: secondo un’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio tra il 1995 e il 2014 le spese obbligate sono cresciute del 5,4% e pesano per 7.200 euro a persona

Dopo la crescita inarrestabile degli ultimi venti anni (+5,3% tra il 1995 e il 2014), la quota di spese obbligate sul totale dei consumi diminuisce di un punto percentuale passando dal 41,8% del 2014 al 40,7% del 2018, a causa soprattutto di una decisa riduzione dei prezzi degli energetici e dei servizi finanziari. Ma questa componente di spesa rimane l’aggregato più significativo (le spese per i beni rappresentano il 37,7%, quelle per i servizi il 21,6%) arrivando a pesare oltre 7.200 euro l’anno pro capite.

Sono i dati principali contenuti in un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio sulle spese obbligate delle famiglie tra il 1995 e il 2018, da cui emerge anche che tra le spese obbligate la voce abitazione è quella che incide maggiormente arrivando a “mangiarsi” – tra affitti, manutenzioni, bollette, e utenze – quasi 4.200 euro pro capite (il 60% delle spese obbligate complessive).

Da notare pure che all’interno dei consumi commercializzabili (10.580 euro pro capite nel 2018), anche se per due terzi sono rappresentati dai beni, i servizi hanno assunto un ruolo sempre più significativo, mentre continua il calo della quota destinata agli alimentari, anche se questa voce aumenta nei valori pro capite.

Codacons: italiani tartassati

I consumatori italiani sono letteralmente “tartassati” dalle spese obbligate che arrivano a pesare quasi 7.300 euro l’anno pro capite. Lo afferma il Codacons, commentando lo studio diffuso oggi da Confcommercio.

“L’indagine dei commercianti conferma l’allarme lanciato a più riprese dal Codacons circa l’impatto delle spese fisse sui bilanci delle famiglie – spiega il presidente Carlo Rienzi –. La forte incidenza dei costi per salute, abitazione, trasporti, assicurazioni, ecc. modifica radicalmente le abitudini degli italiani, al punto da ridurre la quota destinata all’alimentazione, che nel 2018 cala al 15,0% dal 15,2% del 2014. In sostanza le famiglie, per far fronte ad affitti e bollette, rinunciano al cibo e mangiano meno e peggio”.

“Ad aggravare tale situazione – aggiunge il Codacons – è la crescita esponenziale delle tariffe legate all’abitazione, come quelle relative ad affitti, rifiuti e acqua, voci che gli utenti sono costretti a pagare anche in presenza di un peggioramento dei servizi resi dagli enti locali”.

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