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Inquinamento ambientale: nuovi limiti per i PFAS

Il Ministero dell’Ambiente è pronto a riesaminare i valori limite allo scarico per i PFAS, le sostanze perfluoroalchiliche responsabili dell'inquinamento delle falde acquifere, e per altre sostanze chimiche

Il Ministero dell’Ambiente è pronto a riesaminare i valori limite allo scarico per i PFAS, le sostanze perfluoroalchiliche responsabili dell'inquinamento delle falde acquifere, e per altre sostanze chimiche

A settembre tavolo tecnico al Ministero dell’Ambiente: in esame nuovi limiti per le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS). Il ministro Costa: “Emergenza che va affrontata con tutti gli strumenti a nostra disposizione”

Il Ministero dell’Ambiente è pronto a riesaminare i valori limite allo scarico per i PFAS, le sostanze perfluoroalchiliche responsabili dell’inquinamento delle falde acquifere, e per altre sostanze chimiche. Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha convocato a inizio settembre un tavolo tecnico urgente a cui parteciperanno gli istituti scientifici e di ricerca competenti in materia (CNR IRSA, ISS e ISPRA). Il Gruppo di lavoro tecnico dovrà prendere in esame le Linee Guida per la definizione di valori limite allo scarico per i PFAS e per altre sostanze chimiche.
Al Gruppo di lavoro partecipano dal 2016 tutte le Regioni e le rispettive Agenzie ambientali, a cominciare dalla Regione Veneto e da ARPAV, il cui territorio è purtroppo particolarmente coinvolto nella problematica in questione, oltreché le Autorità di distretto.  Lo scorso mese l’ARPAV segnalava la presenza nelle falde del GenX, una sostanza del gruppo dei PFAS che, da alcuni anni, viene utilizzata in processi industriali di sintesi di composti fluorurati al posto del più noto PFOA.
La presenza dei Pfas interessa comunque l’intero territorio nazionale e le Agenzie regionali protezione Ambiente di Lombardia, Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Friuli, Liguria, Sicilia e Umbria stanno effettuando dei monitoraggi sui PFAS, i cui risultati attesi per la fine del 2018 consentiranno di valutare l’estensione del fenomeno e stabilire l’adozione di misure per la salvaguardia ambientale.
“Non possiamo permetterci di ignorare che siamo di fronte a una contaminazione delle falde da PFAS che solo in Veneto interessa almeno 300 mila persone ed è nostra responsabilità intervenire nel rispetto dei ruoli per assicurare la tutela ambientale. Siamo di fronte a un’emergenza che va affrontata con tutti gli strumenti a nostra disposizione, tra cui il tavolo esteso a tutte le Regioni, le quali hanno competenza sui valori limite di queste sostanze negli scarichi – afferma il ministro Costa – Le conoscenze scientifiche su queste sostanze sono sempre più solide e questo ci richiama alla necessità di una valutazione più approfondita sui valori limite da adottare e sulla possibile inclusione di nuove sostanze del gruppo dei PFAS”.
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