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Scoperta l’origine di un nuovo tipo di metano

INGV annuncia la scoperta della roccia “madre” da cui si produce il metano abiotico, prodotto senza l’azione di sostanze organiche.

INGV annuncia la scoperta della roccia “madre” da cui si produce il metano abiotico, prodotto senza l’azione di sostanze organiche.

Scoperta la roccia “madre” da cui si produce il metano abiotico, prodotto senza l’azione di sostanze organiche. A dirlo, una ricerca condotta dall’INGV in collaborazione con un team internazionale

Identificata nelle cromititi, rocce ignee ricche di metalli, la roccia “madre” (source-rock) del metano abiotico, un tipo di gas naturale diverso da quello comunemente usato come fonte di energia e che potrebbe essere presente anche su Marte. A scoprirlo un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), dell’Università di Patrasso, dell’University Brunei Darussalam e del Carnegie Institution for Science di Washington.

I risultati della ricerca Widespread abiotic methane in chromitites, sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports di Nature (https://www.nature.com/articles/s41598-018-27082-0).

“Il metano abiotico”, afferma Monia Procesi, ricercatrice INGV, “può avere origine da rocce non sedimentarie formatisi, a grandi profondità all’interno della crosta terrestre. A differenza del comune metano biotico, prodotto da batteri o dalla degradazione della materia organica, questo gas si produce solo per reazioni chimiche tra idrogeno e anidride carbonica, a temperature che possono essere inferiori a 150 °C. Il processo avviene all’interno di formazioni geologiche, dette ofioliti, che rappresentano sezioni di crosta oceanica portate in affioramento sui continenti a seguito di processi tettonici”.

Negli ultimi 30 anni la letteratura scientifica ha documentato la presenza di metano abiotico in manifestazioni gassose sulla superficie terrestre, in sorgenti di acqua e acquiferi sotterranei senza però capire da quale roccia provenga questo gas.

“Per identificare l’esatta fonte del gas”, prosegue Procesi, “abbiamo condotto analisi multiple su tutte le rocce che compongono la sequenza delle ofioliti in Grecia, note come serpentiniti, peridotiti, cromititi, gabbri, rodingiti e basalti. Le rocce”, spiega l’esperta INGV, “sono state frantumate e il gas liberato è stato analizzato con vari strumenti. Si è visto che solo le cromititi ospitano considerevoli quantità di metano e altri idrocarburi come etano e propano, tutti di origine abiotica. Ciò sembra essere dovuto alla presenza di idrogeno e anidride carbonica che reagiscono grazie ad alcuni metalli, come cromo e rutenio”.

Una volta identificata nella cromitite la source-rock che genera metano abiotico, il gruppo di ricerca, con ulteriori indagini di spettroscopia Raman ad alta risoluzione, è riuscito a capire che queste rocce sono molto porose e fratturate e il gas è ospitato, e probabilmente prodotto, proprio in queste fratture, dove è più facile il passaggio di idrogeno e anidride carbonica.

“Le implicazioni della ricerca sono molteplici”, precisa la ricercatrice, “e vanno dal bilancio del metano atmosferico, all’origine della vita e allo studio del metano sui pianeti rocciosi. Le cromititi, infatti, possono rappresentare una nuova fonte geologica di metano per l’atmosfera: recentemente, grazie ad altri studi dell’INGV, le emissioni geologiche sono state considerate tra le fonti naturali di gas a effetto serra, ma le cromititi non erano ancora contemplate. Inoltre la conversione abiotica di anidride carbonica in metano è considerata un passo fondamentale nell’origine della vita, in quanto il metano è fonte di energia per forme microbiche, e dunque le cromititi possono essere il luogo dove si sono verificati i primi processi prebiotici sulla Terra. Lo studio fornisce anche una possibile spiegazione alla presenza di metano su Marte, il quale possiede rocce simili alle cromititi terrestri” conclude l’esperta.

 

 

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