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Elezioni europee 2019: il PE approva redistribuzione dei seggi

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Quanti parlamentari per ogni paese alle elezioni europee del 2019? Il Parlamento europeo ha approvato il cambiamento del numero dei seggi nel dopo Brexit

Gli eurodeputati hanno approvato la decisione del Consiglio, basata su una precedente proposta del Parlamento europeo che prevede la riduzione del numero dei parlamentari dopo il ritiro effettivo del Regno Unito (la cosiddetta Brexit) e alcuni cambiamenti nel numero dei seggi assegnati a ciascun paese, che aumenterà in certi casi.

Le nuove regole entreranno in vigore in tempo per le elezioni europee del 23-26 maggio 2019, una volta formalmente approvate dai leader politici dell’UE.

Il Parlamento europeo conta oggi 751 seggi, il numero massimo consentito dai trattati UE. Di questi 751, 73 seggi sono assegnati al Regno Unito, lo stesso numero dell’Italia. La decisione in vista delle elezioni europee prevede di redistribuire 27 di questi seggi ad altri paesi e tenerne da parte 46 per le future adesioni. Quindi il numero di parlamentari totali eletti per la prossima legislatura sarà, secondo questo sistema, 705.

Redistribuzione dei seggi: non ci perde nessuno

La redistribuzione dei seggi approvata dagli eurodeputati assicura che nessun paese avrà un numero minore rispetto all’attuale. Alcuni paesi acquisiranno da uno a cinque seggi in più.

La proposta è stata fatta secondo il principio della “proporzionalità regressiva”, il che significa che, se da una parte i paesi con una popolazione maggiore avranno più deputati di quelli con una popolazione minore, il numero di cittadini rappresentati da un eletto è maggiore per i paesi più grandi. Questo principio serve ad assicurare che i paesi con meno abitanti abbiano comunque una presenza forte all’interno del Parlamento.

Questa nuova distribuzione entrerò in vigore solo dopo l’uscita del Regno Unito, prevista per marzo 2019.

Al momento non c’è una formula precisa per determinare il numero di parlamentari per ogni paese. Ci sono solo le regole generali stabilite dall’articolo 14 del Trattato sull’Unione europea. Questo significa che la decisione deve essere presa dai capi di stato e di governo prima di ogni elezione.

In un’altra relazione approvata il 7 febbraio 2018, gli eurodeputati hanno ribadito il sostegno al sistema dei candidati, chiamato “Spitzenkandidaten” (in questo articolo cosa significa), introdotto nel 2014. Secondo questo sistema i partiti politici devono indicare prima delle elezioni europee chi è il candidato o la candidata alla presidenza della Commissione europea. Questo sistema assicura un legame fra la scelta della presidenza e le elezioni europee. Gli eurodeputati si sono detti pronti a rifiutare il candidato o la candidata alla presidenza che non sia nominato/a attraverso questo sistema.

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