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In 92 Paesi del mondo nessun congedo di paternità retribuito

Studio UNICEF: dall'India alla Guinea, 2 neonati su tre vivono in Paesi in cui i padri non hanno diritto al congedo di paternità retribuito

[EMBARGOED until 7 June 2018] On 29 March 2018 in Turkmenistan, Maksat (father) and Jennet (mother) prepare to leave the Maternity Unit, Mother and Child Health Centre in Ashgabat with their baby girl born 26 March. Families get ready to leave the hospital, with mothers and babies changing into nice clothes. The Mother and Child Health Centre is Ashgabat’s busiest and largest mother and child health centre, located in Ashgabat’s busiest hospital. There are around 7,000 deliveries every year – 50 per day in the unit which is spread across five floors. The majority of staff are women, often working more than 12-hour shifts. Just like all government jobs in Turkmenistan, which account for the majority of employment, the working-week is six days minimum. The nurses wear white shirts and trousers and traditional wide head scarves. Fathers are allowed to and are offered the opportunity to go into the delivery room. However, this is not common practice and on average less than 1 in 10 fathers of babies delivered in the hospital are present during the birth. The delivery partner is usually the mother, mother in law, sister or sister in law. During the birth, the fathers wait in a waiting area in the corridor by the elevators, usually with other female family members who have accompanied them. Some food is served at the hospital but fathers and other family members often bring home cooked food to the mothers in delivery. The hospital is the epitome of clinical. It is so clean, it doesn’t even smell like a hospital. The rooms are spacious and offered to mothers as single or double occupancy, depending on how much they can afford. Despite it being a government owned hospital, new parents are still charged for the service. The majority of babies born at the hospital are premature, largely due to poor health and a lack of awareness of personal care during pregnancy. If all is well, mothers and their newborns stay in the hospital for around 2-3 days after delivery. U

Studio UNICEF: 2 neonati su tre vivono in Paesi in cui i padri non hanno diritto al congedo di paternità retribuito

Secondo un nuovo studio dell’UNICEF, quasi due terzi dei bambini del mondo con meno di un anno (circa 90 milioni) vivono in Paesi in cui i loro padri non hanno diritto per legge nemmeno a un giorno di congedo di paternità retribuito.

92 Paesi, fra cui India e Nigeria – entrambi con un alto livello di popolazione infantile – non hanno in atto politiche nazionali che assicurino ai neo-padri un periodo di congedo di paternità retribuito insieme ai loro bambini neonati. In confronto, tutti gli altri Paesi con un alto livello di popolazione infantile, fra cui il Brasile e la Repubblica Democratica del Congo, hanno politiche per il congedo di paternità retribuito, sebbene i periodi siano relativamente brevi.

“Interazioni positive e significative con le madri e i padri fin dall’inizio della vita aiutano a modellare la crescita e lo sviluppo del cervello dei bambini per tutta la vita, rendendoli più sani e più felici, e aumentando le loro capacità di apprendimento. È nostra responsabilità permettere loro di farlo”, ha dichiarato Henrietta H. Fore, Direttore Generale dell’UNICEF.

Secondo gli studi, quando i padri legano con i propri bambini dall’inizio della vita, hanno maggiori probabilità di giocare un ruolo più attivo nello sviluppo del loro bambino. Le ricerche suggeriscono inoltre che quando i bambini interagiscono positivamente con i loro padri, hanno nel lungo termine una migliore salute psicologica, autostima e soddisfazione per la propria vita.

L’UNICEF invita i governi ad attuare delle politiche nazionali favorevoli alle famiglie che supportino lo sviluppo nella prima infanzia, fra cui il congedo di paternità retribuito, per aiutare a fornire ai genitori il tempo, le risorse e le informazioni di cui hanno bisogno per occuparsi dei propri figli.

All’inizio di quest’anno, l’UNICEF ha aggiornato il suo approccio alle disposizioni in materia di congedo parentale, garantendo fino a 16 settimane di congedo di paternità retribuito in tutti i suoi uffici nel mondo: è la prima agenzia delle Nazioni Unite a estendere questo periodo oltre le quattro settimane standard.

Non possiamo essere ‘per ogni bambino’ se non siamo anche ‘per ogni genitore’. Dobbiamo chiedere di più ai governi e ai datori di lavoro, se vogliamo dare ai padri e alle madri il tempo e le risorse di cui hanno bisogno per crescere i loro figli, in particolare nei primissimi anni di vita”, ha dichiarato la Fore.

Nel mondo, l’attenzione per le politiche favorevoli alle famiglie è sempre maggiore. Per esempio, in India si sta proponendo una legge per il sussidio di paternità da prendere in esame nella prossima sessione del Parlamento, che permetterebbe ai padri di ottenere fino a tre mesi di congedo di paternità retribuito.

Tuttavia, rimane ancora molto lavoro da fare. In 8 Paesi nel mondo, fra cui gli Stati Uniti, che ospitano circa 4 milioni di bambini con meno di un anno, non ci sono politiche per il congedo di maternità o di paternità.

Questa nuova analisi è parte della campagna dell’UNICEF “Super Dads”, ora al suo secondo anno, che punta a rompere le barriere che impediscono ai padri di giocare un ruolo attivo nello sviluppo dei loro piccoli bambini. La campagna è stata lanciata l’anno scorso a giugno, in occasione della Festa del Papà, che in oltre 80 Paesi nel mondo si festeggia in questo mese, e si concentra sull’importanza dell’amore, del gioco, della protezione e di una buona nutrizione per lo sviluppo sano del cervello dei giovani bambini.

I progressi nelle neuroscienze hanno provato che quando i bambini passano i loro primissimi anni – in particolare i primi 1.000 giorni – in un ambiente amorevole e stimolante, si formano delle nuove connessioni neurali a una velocità ottimale. Queste connessioni neurali aiutano a determinare le abilità cognitive dei bambini, ciò che apprendono e imparano, la loro capacità di affrontare lo stress e possono anche influenzare quanto guadagneranno da adulti.

La serie pubblicata sulla rivista “The Lancet”, “Advancing Early Childhood Development: from Science to Scale”, lanciata a ottobre 2016, ha rivelato che circa 250 milioni di bambini sotto i 5 anni erano esposti al rischio di scarso sviluppo a causa di malnutrizione cronica ed estrema povertà. La serie ha inoltre rilevato che i programmi che promuovono cure per la crescita – salute, nutrizione, sicurezza e protezione, e apprendimento precoce – possono costare appena 50 centesimi a testa all’anno, se combinati ai servizi sanitari esistenti.

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