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Al Festival di antropologia focus su creatività e cambiamento

Al Festival di antropologia focus su creatività e cambiamento. A Pistoia dal 25 al 27 maggio Dialoghi sull'uomo: spettacoli, concerti e incontri

Al Festival di antropologia focus su creatività e cambiamento. A Pistoia dal 25 al 27 maggio Dialoghi sull'uomo: spettacoli, concerti e incontri

A Pistoia dal 25 al 27 maggio Dialoghi sull’uomo: spettacoli, concerti e incontri per il Festival di antropologia

Anche quest’anno Pistoia – Dialoghi sull’uomo (25-27 maggio) si riconferma palcoscenico di imperdibili spettacoli e concerti. Come tutti gli incontri del Festival di antropologia, ideato e diretto da Giulia Cogoli e promosso da Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e dal Comune di Pistoia, anche questi seguiranno il fil rouge del tema scelto per la IX edizione “Rompere le regole: creatività e cambiamento”.

Venerdì 25 maggio, alle 21.15 al teatro Manzoni il compositore e musicista Nicola Piovani (nella foto) si esibirà in La musica è pericolosa – Concertato: un racconto musicale che affianca a brani inediti nuove versioni di pezzi noti e riarrangiati, per ripercorrere il suo cammino artistico, che si è intrecciato negli anni con il lavoro di importanti cantautori, registi e strumentisti come De Andrè, Fellini e Magni.

Sabato 26 maggio, alle 21.30 al teatro Manzoni andrà in scena Solo l’amare, solo il conoscere conta, una serata di letture dedicate a Pier Paolo Pasolini attraverso la straordinaria interpretazione di Fabrizio Gifuni. L’attore darà voce non solo a testi che testimoniano l’impegno intellettuale e la visione antropologica che Pasolini aveva della società contemporanea, ma anche ad alcune delle sue poesie più evocative, a testimonianza di quanto la sua vita, la sua opera e la sua stessa morte costituiscano ormai un unico corpo poetico, in cui è difficile separare un aspetto dall’altro.

Domenica 27 maggio, alle 18.30, Moni Ovadia porterà sul palco di piazza del Duomo il monologo Rompere le regole con l’ironia. Secondo l’attore, scrittore e drammaturgo il ridere è una via di fuga, un modo per rompere le regole. La cultura ebraica ha sicuramente messo in atto questa modalità, la risata ebraica ha infatti origini antiche, bibliche e rappresenta forse l’unica salvezza per un popolo così martoriato: un vero e proprio cortocircuito tra ironia e ordine costituito.

Ogni giornata del Festival di antropologia sarà conclusa al teatro Bolognini da una proiezione cinematografica, una mini-rassegna dedicata al ’68 e alla rottura che ha rappresentato per la società, con introduzione dell’antropologo Marco Aime.

Si parte con I pugni in tasca per la regia di Marco Bellocchio, che ha anticipato il rifiuto della cultura borghese e la rivolta generazionale sessantottina (venerdì 25, ore 22.30); segue Hair, con la regia di Miloš Forman, meravigliosa testimonianza del movimento hippy (sabato 26, ore 22.30); in ultimo Qualcosa nell’aria del regista Olivier Assayas, straordinario ritratto di una generazione negli anni immediatamente successivi al maggio ‘68 francese (domenica 27, ore 20).

Biglietti per il Festival di antropologia in vendita (€ 3,00 incontri e proiezioni cinematografiche – € 7,00 spettacoli) presso La Torre, via Tomba di Catilina, 5/7, Pistoia, e sul sito www.dialoghisulluomo.it.

Informazioni e programma su www.dialoghisulluomo.it e sulla nuova App del Festival di antropologia, scaricabile gratuitamente da Playstore e Appstore. Sarà possibile interagire con il festival attraverso i social network: l’hashtag del festival è #Dialoghi2018.

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