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Il caldo fuori stagione fa volare i consumi di gelato

Il gelato fatto in casa protagonista del pranzo di Ferragosto. La ricetta dei Maestri della Scuola del Cioccolato

Ogni italiano consuma 6,5 chilogrammi di gelato all'anno

Più 30% di consumi di gelato nell’ultima settimana dal sapore estivo secondo le stime della Coldiretti

Con il grande caldo fuori stagione i consumi di gelato fanno registrare un balzo del 30% nell’ultima settimana, rispetto a quella precedente. È quanto stima la Coldiretti in riferimento all’impatto sugli acquisti provocato dal forte innalzamento delle temperature con il boom di coni e coppette in Italia che, con i suoi 595 milioni di litri, è il primo produttore dell’Unione Europea.

Un successo, quello del gelato, dovuto anche al consumo come pasto alternativo per gli italiani che hanno colto l’occasione dei ponti di primavera per fare viaggi e gite al mare o nelle città d’arte. Ben quattro italiani su dieci (40%) hanno deciso di mettersi in viaggio nel lungo ponte della Festa dei Lavoratori per andare in vacanza, raggiungere parenti e amici, partecipare a concerti, manifestazioni o semplicemente per fare una gita fuori porta in giornata.

Ad essere preferito è di gran lunga il gelato artigianale nei gusti storici anche se cresce la tendenza nelle diverse gelaterie ad offrire “specialità della casa” che incontrano le attese dei diverse target di consumatori, tradizionale, esterofilo, naturalista, dietetico o a chilometri zero come i gelati con frutta e verdura locali ma anche con formaggi Dop o grandi vini.

Il gelato è uno degli alimenti più amati dagli italiani che ne consumano oltre 6 chili all’anno pro capite, soprattutto nei 40mila laboratori artigianali che utilizzano materie prime fresche che arrivano dal territorio: dalla frutta alle uova, dal latte alla panna.

“Tutto il comparto – precisa la Coldiretti – utilizza ogni anno 220mila tonnellate di latte, 64mila di zuccheri, 21mila di frutta fresca e 29mila di altre materie prime e va per questo sottolineata l’importanza della frutta e del latte freschi italiani nella preparazione del vero gelato dove purtroppo rischiano di prevalere surrogati di bassa qualità”.

Un rischio che per fortuna non si corre nelle agrigelaterie, protagoniste di un vero e proprio boom negli ultimi anni e che garantiscono la provenienza della materia prima dalla stalla alla coppetta con gusti che vanno dal latte di asina a quello di capra fino alla bufala.

L’Italia con circa 1/5 (19%) del totale UE ha conquistato la vetta del gelato a livello europeo grazie al sorpasso nei confronti della Germania che lo ha detenuto per oltre 20 anni ma che adesso è ferma a 515 milioni di litri (16%) seguita dalla Francia a 454 milioni (14%). Al quarto posto si posiziona la Spagna con 301 milioni di litri e al quinto sorprendentemente la Polonia con 264 milioni di litri e a chiudere la top ten è un altro Paese “freddo” come la Norvegia con 56 milioni di litri.

La produzione del gelato nel mondo ha oltre 500 anni di storia con le prime notizie che risalgono alla metà del XVI secolo nella corte medicea di Firenze con l’introduzione stabile di sorbetti e cremolati nell’ambito di feste e banchetti, anche se fu il successo dell’export in Francia a fare da moltiplicatore globale con il debutto ufficiale in terra americana: con l’apertura della prima gelateria a New York nel 1770 grazie all’imprenditore genovese Giovanni Bosio. Da allora la corsa del gelato non si è più fermata.

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