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La guerra dei dazi frena le esportazioni italiane

Firmato l’Addendum al protocollo per l’esportazione di kiwi in Cina, che semplifica e velocizza le operazioni di esportazione dei nostri frutti

Coldiretti: -11% di export verso la Russia. Stallo per le esportazioni verso gli Stati Uniti

Con le tensioni commerciali provocate dalla guerra dei dazi frenano le esportazioni Made in Italy fuori dall’Unione Europea, in calo del 2,2% e con riduzioni che vanno dal -11,1% in Russia al -3,1% in Cina. Ma rallenta la crescita anche in Usa dove il segno resta comunque positivo (+1,6%). È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero nel marzo 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

“L’incertezza causata dalla guerra dei dazi non aiuta il commercio mondiale e apre scenari inediti e preoccupanti che – sottolinea la Coldiretti – vanno attentamente monitorati per verificare l’impatto sull’economia e sull’occupazione. Una preoccupazione che riguarda anche l’agroalimentare scelto spesso come terreno di scontro, dall’embargo dei prodotti alimentari imposto dalla Russia al botta e risposta tra Cina e Stati Uniti che coinvolge anche materie prime agricole come soia e sorgo”.

La guerra commerciale con gli Stati Uniti mette a rischio inoltre 40,5 miliardi di esportazioni Made in Italy che hanno raggiunto nel 2017 il record storico grazie ad un aumento del 9,8% rispetto all’anno precedente. L’annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di voler negoziare molto seriamente sui dazi per l’acciaio e l’alluminio con la Ue che ha barriere commerciali inaccettabili ha fatto salire di nuovo la tensione nei rapporti che hanno già avuto i primi effetti nel primo trimestre del 2018 in cui si registra un sostanziale stallo (+0,3%) delle esportazioni italiane in Usa rispetto allo scorso anno.

“Gli Stati Uniti – sottolinea la Coldiretti – sono di gran lunga il principale mercato di riferimento per il Made in Italy fuori dall’Unione Europea con un impatto rilevante anche per l’agroalimentare. La nuova strategia USA “America First” sembra avere fino ad ora i primi effetti in una politica monetaria aggressiva che rischia di costare caro all’ Italia anche in campo alimentare considerato che le esportazioni di cibo e bevande sono aumentare del 6% nel 2017 per un totale di circa 4 miliardi di euro, il massimo di sempre”. Gli Usa si collocano al terzo posto tra i principali italian food buyer dopo Germania e Francia, ma prima della Gran Bretagna. Il vino risulta essere il prodotto più gettonato dagli statunitensi, davanti a olio, formaggi e pasta.

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