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Dal canone Rai all’Imu: le tasse patrimoniali ci costano 45 miliardi l’anno

Indagine CGIA di Mestre: dal 2012 famiglie e imprese hanno versato quasi 156 miliardi di euro di Imu e Tasi. Una patrimoniale a tutti gli effetti

I calcoli della CGIA di Mestre: in poco più di 25 anni l’incidenza delle tasse patrimoniali sul Pil è raddoppiata, mentre in termini assoluti il gettito è aumentato di 5 volte

Dal canone Rai al bollo auto, dall’Imu alle imposte di bollo, le tasse patrimoniali costano agli italiani 45,4 miliardi di euro ogni anno. Nei giorni scorsi sia l’OCSE sia il Fondo Monetario Internazionale ne hanno chiesto la re-introduzione. E sebbene dal 2016 non paghiamo più la Tasi sull’abitazione principale, dalla CGIA fanno sapere che in quell’anno (ultimo disponibile con dati aggiornati) gli italiani hanno comunque versato al fisco ben 45,4 miliardi di euro di imposte patrimoniali. In poco più di 25 anni la loro incidenza sul Pil è raddoppiata, mentre in termini assoluti il gettito è aumentato di 5 volte.

Ma quante sono le tasse patrimoniali presenti in Italia? “Una quindicina – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – anche se le due imposte che gravano sulle abitazioni e sugli immobili ad uso produttivo e commerciale, ovvero la Tasi e l’Imu, garantiscono quasi la metà del gettito complessivo”.

“Nel 2017, ad esempio, per onorare questi due tributi le famiglie, le imprese e i lavoratori autonomi hanno versato oltre 20 miliardi di euro. Un po’ meno onerose, ma altrettanto invise dai contribuenti, sono le imposte di bollo, che includono anche il prelievo annuale di 34,20 euro sui conti correnti con depositi superiori i 5 mila euro, quello del 2 per mille sugli strumenti finanziari e il bollo auto” spiega.

Fortunatamente il prelievo complessivo riconducibile alle tasse patrimoniali è in calo.

“A partire dal 2016 – dichiara il Segretario della CGIA Renato Mason – si è registrata una riduzione del gettito a seguito di una serie di misure introdotte dal Governo Renzi, come l’esenzione del pagamento della Tasi sulla prima casa, l’abolizione dell’Imu agricola e dell’Imu sugli “imbullonati”. Una serie di misure che a livello nazionale ha permesso ai proprietari di immobili residenziali e produttivi di risparmiare 4,3 miliardi di tasse”.

Le tasse patrimoniali considerate in questa analisi dall’Ufficio studi della CGIA per il periodo 1990-2016 sono:

Le imposte patrimoniali sono quelle che di fatto gravano sulla ricchezza posseduta dalle persone in un determinato momento. La ricchezza è intesa in senso ampio e comprende i beni immobili (case, terreni), i beni mobili (auto, moto, aeromobili, imbarcazioni), gli investimenti finanziari, etc.

Di solito, nei manuali di diritto tributario le tasse patrimoniali sono classificate come imposte dirette.

Queste ultime sono quelle che colpiscono direttamente la capacità contributiva del contribuente senza attendere che si verifichino fatti o atti particolari. Mentre le imposte indirette richiedono, per poter essere applicate, il verificarsi di un determinato evento. L’Iva, ad esempio, si applica quando avviene la cessione di un bene o la prestazione di un servizio.

Le imposte sulle successioni e sulle donazioni, sebbene classificate come imposte indirette, vengono considerate come una forma di imposizione patrimoniale, in quanto colpiscono la ricchezza. Si tratta delle uniche imposte indirette che i testi di diritto tributario includono tra le imposte di carattere patrimoniale.

La CGIA ha anche ricostruito il gettito delle principali imposte che costituiscono l’intera platea delle patrimoniali applicate in Italia tra il 2010 e il 2016. Nel 2012, a seguito delle misure introdotte dal Governo Monti, l’imposizione patrimoniale è cresciuta, rispetto al 2011, di 12,8 miliardi di euro, un balzo di oltre il 40 per cento. Mentre nel 2013 si è avuta una temporanea flessione dovuta all’abolizione dell’ Imu sulle abitazioni principali.

In termini di gettito, le imposte più impegnative per i contribuenti italiani sono l’Imu e la Tasi: nel 2016 hanno garantito alle casse dello Stato e dei Comuni ben 21,2 miliardi di euro. Seguono l’imposta di bollo (6,8 miliardi di euro), il bollo auto (6,6 miliardi di euro) e l’imposta di registro (5,1 miliardi di euro).

L’andamento del gettito delle imposte patrimoniali è contrassegnato dall’istituzione o dall’abolizione di alcuni tributi:

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