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Arsenico oltre i limiti nell’acqua di 110 comuni di Lazio e Toscana

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Il Codacons valuta azioni legali a tutela dei cittadini e delle imprese danneggiate: “Problema irrisolto che va avanti da anni”

La presenza di arsenico oltre il limite consentito nelle acque di Lazio e Toscana è un problema irrisolto che danneggia la popolazione. Lo afferma il Codacons, commentando quanto indica l’Istituto di ricerca sulle acque del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) sulla base di una elaborazione di Cittadinanzattiva-Legambiente.

In particolare i comuni in cui la concentrazione di arsenico nell’acqua non riesce ancora a rientrare nei limiti stabiliti dalla legge sono 110 e concentrati in Lazio (90) e Toscana (11).

In totale, ad utilizzare acqua con valori di arsenico oltre il limite massimo consentito, sono quasi un milione di persone che vivono nel Viterbese, in provincia di Latina, a Roma e , in Toscana, nelle province di Livorno, Arezzo, Pisa e Siena.

“Chi negli anni ha concesso deroghe a ripetizione per la messa a norma delle acque è responsabile dei danni prodotti ai cittadini e all’ambiente” afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi.

“Consentire lo sforamento dei limiti di arsenico in un bene primario come l’acqua, oltre ad essere una follia, potrebbe addirittura configurare veri e propri reati, da quello di inquinamento ambientale al reato di commercio e distribuzione di sostanze nocive. Senza contare eventuali danni fisici alle persone che hanno consumato acqua contaminata da arsenico” aggiunge.

Tutti i cittadini e le imprese residenti nei comuni coinvolti dal fenomeno e che hanno subìto danni materiali a causa della presenza del veleno nell’acqua, possono rivolgersi al Codacons per le dovute azioni di tutela: l’associazione sta infatti studiando le iniziative legali da intraprendere in difesa della popolazione e del territorio.

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