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Randagismo, depositata proposta di legge contro esche avvelenate

Queen, american staffordshire terrier di quasi sette anni, dopo 1429 giorni ha lasciato il rifugio Enpa di via San Damiano a Monza

L’ex ministro Brambilla presenta una proposta per il contrasto dell’utilizzo e della detenzione di esche e bocconi avvelenati

“Oggi, primo giorno della nuova legislatura, ho depositato tra gli altri un progetto di legge per il contrasto dell’utilizzo e della detenzione di esche avvelenate e bocconi avvelenati. Speriamo che questo Parlamento riesca fare ciò che la precedente maggioranza non ha saputo o voluto fare: trasformare in legge l’ordinanza ministeriale, reiterata ogni anno, e rafforzarla introducendo nel codice penale un articolo specifico che punisca chi prepara, miscela, detiene, utilizza, colloca o abbandona esche o bocconi avvelenati o contenenti sostanze nocive o tossiche, compresi vetri, plastiche e metalli o materiale esplodente, che possono causare intossicazioni o lesioni o la morte di una persona o di un animale”. Lo dichiara l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista e deputata di Forza Italia, commentando la notizia dell’avvelenamento di 15 cani a Santa Sofia d’Epiro (Cosenza).

“L’uso di esche avvelenate o di bocconi altrimenti resi letali – prosegue l’ex ministro – è purtroppo cosa di tutti i giorni laddove, soprattutto nel Sud, il randagismo è diventato un’emergenza, perché qualcuno pensa risolvere il problema con un macabro e inaccettabile fai-da-te, o altrove semplicemente in odio agli animali”.

“Contro questa pratica crudele e criminale di utilizzare esche avvelenate il Movimento animalista agirà ad ogni livello: quello nazionale, tramite la proposta di legge, e quello regionale, anche chiedendo sanzioni per i pubblici ufficiali inadempienti. A tanto degrado non si arriva in un giorno: ci sono precise responsabilità che devono essere individuate e istituzioni che vanno richiamate al loro dovere. È indispensabile dare la sveglia ai soggetti cui le leggi vigenti (non quelle a venire) affidano compiti evidentemente disattesi: i prefetti, i sindaci, le aziende sanitarie” conclude.

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