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Celiachia, nuovi limiti massimi di spesa per prodotti senza glutine

Ricercatori hanno sviluppato e convalidato un punteggio di cinque punti per identificare i pazienti con malattia celiaca a rischio di atrofia villosa persistente

Ogni anno gli italiani spendono 320 milioni per i prodotti senza glutine: lo schema di decreto ministeriale per i celiaci approda oggi in Conferenza Stato-Regioni

In Italia si spendono 320 milioni di euro all’anno per acquistare prodotti senza glutine non sempre per motivi legati alla salute. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti in riferimento al nuovo decreto sull’assistenza ai celiaci che la cui approvazione è attesa oggi in Conferenza Stato-Regioni.

Al secondo punto dell’ordine del giorno della Conferenza Stato-Regioni si legge infatti: “Parere, ai sensi dell’articolo 4, commi 1 e 2, della legge 4 luglio 2005, n. 123, sullo schema del decreto ministeriale recante Limiti massimi di spesa per l’erogazione dei prodotti senza glutine, di cui alla legge 4 luglio 2005, n. 123, recante norme per la protezione dei soggetti malati di celiachia”.

“Se il mercato degli alimenti senza glutine – sottolinea la Coldiretti – è cresciuto del 20% all’anno, sono saliti al 58% i ristoranti che offrono ricette senza glutine. Un cambiamento di abitudini che – continua la Coldiretti – è stato riconosciuto anche dal paniere Istat che nel 2015 ha sancito l’ingresso della pasta e dei biscotti gluten free per il calcolo dell’inflazione”.

“Si stima che a scegliere alimenti privi di glutine – sottolinea ancora la Confederazione – siano quasi il 10% degli italiani, anche se a beneficiare dell’assistenza saranno solo i celiaci riconosciuti”. “La crescita della domanda ha provocato anche un cambiamento nella produzione con il ritorno nelle campagne italiane di grani antichi a basso contenuto di glutine per la produzione di pasta e biscotti anche attraverso i mercati degli agricoltori di Campagna Amica” conclude Coldiretti.

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