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Elezioni politiche 2018: affluenza, exit poll e risultati in tempo reale

Il 20 e 21 settembre urne aperte per il referendum confermativo e le elezioni amministrative: protocollo Interno-Salute per la definizione delle precauzioni sanitarie ai seggi

Elezioni politiche 2018: affluenza, exit poll, proiezioni e risultati in diretta. Le reazioni dei partiti, ripartizione seggi e notizie live dal Viminale

Urne chiuse alle 23 di domenica 4 marzo per votare alle elezioni politiche 2018. Movimento 5 stelle primo partito, la Lega supera Forza Italia

Urne chiuse in tutta Italia per le elezioni politiche 2018. Con lo scrutinio delle schede che ormai è quasi completato, lo scenario politico si sta via via definendo.

I risultati delle elezioni politiche 2018

CAMERA DEI DEPUTATI – Trionfa il Movimento 5 stelle del candidato premier Luigi Di Maio che con oltre 60mila sezioni scrutinate su 61.401 è il primo partito con il 32,55%. La coalizione di centrodestra invece ha raccolto il 37,03% dei voti così suddivisi: Lega 17,48%, Forza Italia 14,04%, Fratelli d’Italia 4,34%, Noi con l’Italia-UDC 1,31%.

La coalizione di centrosinistra viaggia invece al 22,89%. Spicca il tonfo del Partito democratico (18,71%) mentre +Europa di Emma Bonino è al 2,55%. Male i partitini: Italia Europa Insieme (0,59%), Civica Popolare (0,53%) e SVP (0,41%).

Piuttosto deludente anche il risultato di Liberi e Uguali del  candidato premier Grasso (3,37%) mentre Potere al popolo dovrebbe superare la soglia dell’1% (1,12%).

SENATO DELLA REPUBBLICA – Scenario piuttosto simile al Senato, dove lo spoglio delle schede è ormai ultimato (61.090 sezioni scrutinate su 61.401). Il Movimento 5 stelle è in testa con il 32,13%. La coalizione di centrodestra raggiunge il 37,49% e anche in questo caso la Lega (17,68%) fa meglio di Forza Italia (14,46%). Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni è al 4,25% mentre Noi con l’Italia è all’1,20%.

La coalizione di centrosinistra vede anche a Palazzo Madama il Partito democratico di Renzi sotto al 20% (19,15%) mentre +Europa è al 2,36%. Insieme (0,54%), Civica Popolare (0,52%) e SVP (0,42%) sotto alla soglia dell’1%. Più a sinistra, Liberi e Uguali raccoglie il 3,26% e Potere al Popolo l’1,05%.

ELEZIONI REGIONALI – Oltre alle elezioni politiche, il 4 marzo gli elettori di Lazio e Lombardia hanno votato anche per il rinnovo dei consigli regionali. Secondo gli exit poll nel Lazio Nicola Zingaretti del centrosinistra (che si presentava alleato con LeU) è in testa con il 30-34%, mentre Stefano Parisi (centrodestra) è al 26-30%%. Roberta Lombardi (Movimento 5 stelle) è accreditata del 25-29% e il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, è al 2-4% con la sua lista civica.

In Lombardia centrodestra in testa con il candidato Attilio Fontana al 38-42%; Giorgio Gori (centrosinistra) è al 31-35%% mentre il pentastellato Dario Violi è al 17-21%. Infine, Onorio Rosati (Liberi e Uguali) è al 2-4 %.

I primi exit poll

In base ai primi exit poll che sono stati diffusi subito dopo la chiusura delle urne, il Movimento 5 Stelle è accreditato di una forbice tra il 29% e il 33%. I pentastellati sarebbero di gran lunga il primo partito.

Nella coalizione di centrodestra testa a testa tra Forza Italia e Lega, entrambe accreditate di una percentuale che oscilla tra il 12% e il 16%. Più indietro Fratelli d’Italia per il quale la percentuale degli exit poll è più stretta (4%-6%). Discorso simile per Noi con l’Italia, quarta gamba della coalizione (1%-3%).

Nel centrosinistra si profila un crollo del Partito democratico (19%-23%) mentre +Europa di Emma Bonino è accreditato di una percentuale tra il 2 e il 4%. Insieme viaggia tra lo 0% e lo 0,2% così come Civica Popolare del Ministro della Salute Lorenzin.

Più a sinistra, Liberi e Uguali del candidato premier Grasso viaggia tra il 3% e il 5% mentre Potere al Popolo è accreditato di una forchetta che va dal 2% al 4%.

L’affluenza alle ore 12:00

Alle 12, secondo i dati definitivi sull’affluenza relativi ai 7.958 comuni e diffusi dal Viminale, ha votato il 19,43% degli elettori. Nella precedente tornata elettorale del 2013, alla stessa ora l’affluenza era stata del 14,94% ma in quel caso si votava anche il lunedì.

L’affluenza alle ore 19

Alle 19 i votanti sono pari al 58,42% degli aventi diritto alle elezioni politiche 2018. Nella precedente tornata elettorale del 2013 alla stessa ora si era recato alle urne il 46,8%% degli aventi diritto. La maggiore affluenza alle 19 è stata registrata in Emilia Romagna (65,99%) mentre il dato più basso è quello registrato in Sicilia (47,06%).

L’affluenza alle ore 23

Secondo i dati del Viminale, l’affluenza alle ore 23 è stata del 72,90%. Alla Camera dei deputati ha votato il 72,93%, al Senato il 73,05% mentre alle Regionali si è recato alle urne il 70,87% degli aventi diritto. Alle precedenti elezioni politiche il dato finale dell’affluenza era stato del 75,62%.

Dopo il voto: la procedura ai seggi

Le operazioni di scrutinio elettorale cominceranno alle ore 23.00 di domenica, in successione immediata alla chiusura delle sezioni.

Come spiega il Ministero dell’Interno la prima fase consisterà nella verifica, da parte dei Presidenti di seggio, del numero delle schede, con la conseguente comunicazione del dato complessivo dei votanti.

Immediatamente dopo affronteranno lo scrutinio del voto del Senato, a conclusione del quale si proseguirà con quello della Camera dei Deputati.

I dati affluiranno direttamente dai seggi ai Comuni, alle Prefetture e al Ministero dell’Interno che, come è noto, fornisce esclusivamente un dato ufficioso, rimanendo nella competenza delle Corti d’Appello, la verifica dei verbali e la proclamazione degli eletti.

Qualsiasi cittadino accedendo al sito www.interno.gov.it al link “eligendo” potrà seguire in diretta lo scrutinio dei dati che, immessi nel sistema elettorale senza soluzione di continuità, concorreranno a costruire il risultato.

La complessità del meccanismo prevede un riparto nazionale che tenga conto della cifra che ciascuna lista elettorale ottiene su tutti i territori per definire le percentuali necessarie al riparto dei seggi.

I voti delle liste in coalizione che a livello nazionale non avranno ottenuto almeno il 3%, ma più dell’1%, concorrono alla cifra elettorale nazionale di ciascuna coalizione.

Questa operazione presuppone, pertanto, la necessità che tutte le oltre 61.000 sezioni abbiano concluso le operazioni e abbiano inviato i dati. La mancanza, anche di una o più sezioni, che (per i motivi più vari) non abbia concluso e trasmesso i risultati, non rende possibile la determinazione della cifra nazionale e, quindi, il conseguente riparto.

Meno complessa e prevedibilmente più rapida è l’individuazione dei candidati eletti nei collegi uninominali, per i quali non è necessario attendere la cifra nazionale, ma solo la chiusura del collegio uninominale.

Individuata la cifra nazionale di ciascuna lista o coalizione e la percentuale spettante alle singole circoscrizioni, il Viminale indicherà i seggi delle liste nei collegi plurinominali, nonché i candidati che risulteranno ufficiosamente eletti in uno o più collegi plurinominali.

Alla proclamazione degli eletti provvederanno, sulla base dei verbali di sezione, gli Uffici delle Corti d’Appello.

Il procedimento potrà risultare particolarmente articolato nel caso di eletti in più collegi plurinominali a fronte di liste cosiddette “incapienti” (caratterizzate, cioè, da un insufficiente numero di candidati rispetto ai seggi spettanti). In quest’ultimo caso gli Uffici Giudiziari competenti (Corte d’Appello e Ufficio Centrale presso la Corte di Cassazione) dovranno individuare definitivamente gli eletti ai fini della proclamazione.

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