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Nella miniera di Sos Enattos un Osservatorio delle onde gravitazionali

Il Ministero dell’Istruzione sosterrà la candidatura della Regione Sardegna a ospitare un Centro europeo per un Osservatorio delle onde gravitazionali nella miniera di Sos Enattos a Lula

Il Ministero dell’Istruzione sosterrà la candidatura della Regione Sardegna a ospitare un Centro europeo per un Osservatorio delle onde gravitazionali nella miniera di Sos Enattos a Lula

MIUR, INFN e Università di Sassari lanciano la candidatura della Regione Sardegna a ospitare un Osservatorio delle onde gravitazionali

Il Ministero dell’Istruzione sosterrà la candidatura della Regione Sardegna a ospitare un Centro europeo per un Osservatorio delle onde gravitazionali nella miniera di Sos Enattos a Lula. Il MIUR, la Regione, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e l’Università di Sassari hanno firmato un Protocollo d’intesa finalizzato a mettere in atto ogni iniziativa utile a favorire l’insediamento della infrastruttura Einstein Telescope nell’Isola, anche con lo scopo di entrare nella lista delle infrastrutture di ricerca riconosciute a livello europeo. Il progetto era stato presentato lo scorso 7 febbraio a Roma alla ministra Valeria Fedeli dal presidente della Regione Francesco Pigliaru e dall’assessore della Programmazione Raffaele Paci, ricevuti al Miur insieme al presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Fernando Ferroni e al rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli.

“Sosteniamo con convinzione la candidatura della Regione Sardegna ad ospitare questa nuova infrastruttura globale di ricerca per l’astronomia gravitazionale da terra – sostiene la Ministra Valeria Fedeli -. Dopo il rivelatore Advanced Virgo, già in funzione a Cascina in provincia di Pisa, aggiudicarci la presenza di questa nuova infrastruttura legata alla ricerca sulle onde gravitazionali sarebbe un importante riconoscimento per il nostro Paese e per il nostro sistema di ricerca”.

“Per queste ragioni è necessario sostenere con un forte gioco di squadra questa candidatura che porterebbe enormi benefici anche al sistema universitario e di ricerca ed economico del territorio sardo. Oltre al sostegno della candidatura della Regione Sardegna – aggiunge la Ministra – il Protocollo firmato ieri prevede il potenziamento proprio del rivelatore Advanced Virgo con l’inserimento di nuovi elementi che consentano di sfruttare appieno gli sviluppi tecnologici degli ultimi anni. Complessivamente l’impegno finanziario da parte dell’Italia sarà di 17 milioni di euro”.

“Nella scoperta delle onde gravitazionali l’Italia ha avuto un ruolo fondamentale, e con la nostra candidatura per la realizzazione di un Osservatorio delle onde gravitazionali vogliamo che la Sardegna contribuisca in modo determinante a consolidare e potenziare questo ruolo”, dice il presidente Pigliaru. “In questo progetto ci sono ricerca e innovazione tecnologica, entrambi settori fortemente strategici che abbiamo da sempre sostenuto con la nostra azione di governo. Abbiamo presentato con convinzione alla Ministra la nostra richiesta di ospitare la nuova infrastruttura: vogliamo fare network e garantire il miglior contributo possibile a un progetto prestigioso”.

“L’Italia, che è stata protagonista della storica scoperta delle onde gravitazionali grazie all’interferometro Virgo, propone ora la sua candidatura a ospitare il futuro della ricerca in questo campo”, spiega Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. “La macchina di terza generazione, chiamata ambiziosamente Einstein Telescope, potrebbe, infatti, essere costruita in Sardegna, nel sito di Sos Enattos. L’INFN ringrazia il MIUR, la Regione Autonoma della Sardegna e l’Università di Sassari per questa forte azione di sostegno. Ora, grazie a questa disponibilità di risorse, si procederà sia alla qualificazione del sito che al test di nuove tecnologie sull’interferometro in funzione a Cascina, per poter avere tutte le carte in regola per vincere questa complessa competizione che vedrà altri paesi europei in lizza”, conclude Ferroni.

“L’Università di Sassari ha creduto e crede nel rilancio dell’Isola attraverso la promozione dell’innovazione e la realizzazione di infrastrutture di ricerca di valore internazionale”, dichiara il rettore Massimo Carpinelli, promotore scientifico di quest’iniziativa in Sardegna assieme al professor Fulvio Ricci (Università “La Sapienza” e INFN) . “Come Ateneo, ci sentiamo in dovere di contribuire con le nostre competenze all’avanzamento delle conoscenze in un campo di ricerca, quello delle onde gravitazionali, che sta vivendo un periodo di intensa crescita. La candidatura di Sos Enattos, sito sardo ideale per ospitare “Einstein Telescope”, riceve ora forza e autorevolezza dal protocollo d’intesa che abbiamo firmato con il MIUR, la Regione Sardegna e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare”, conclude Carpinelli.

“È un’opportunità molto importante per la Sardegna e un’occasione per l’Italia e la sua comunità scientifica, possibile anche grazie a un intervento che stiamo già finanziando con fondi regionali e che ha permesso di riaprire il laboratorio a Sos Enattos”, sottolinea l’assessore Paci. “Se l’Osservatorio fosse localizzato in Sardegna arriverebbe dall’Europa un investimento complessivo di oltre 500 milioni di euro. Noi ci siamo e presentiamo la nostra candidatura, garantendo supporto con ogni intervento possibile. È un grande progetto di ricerca, ma non solo, perché la nuova infrastruttura porterebbe nel nostro territorio grandi vantaggi in termini di qualità nei servizi, crescita culturale, infrastrutture tecnologiche e nuova occupazione”.

LA STORIA DELLE ONDE GRAVITAZIONALI

Le prime osservazioni sperimentali delle onde gravitazionali nel 2015 e la prima rivelazione nel 2017 delle onde emesse dalla coalescenza di due stelle di neutroni, realizzate dalla rete globale degli interferometri LIGO negli Stati Uniti e Virgo in Italia, hanno aperto la nuova era dell’astrofisica e dell’astronomia multi-messaggero, con implicazioni rivoluzionarie per l’astrofisica, la cosmologia, la fisica fondamentale e con ricadute applicative e sociali importanti, grazie agli sviluppi tecnologici stimolati da questa attività di ricerca. La comunità scientifica italiana ha avuto in queste osservazioni un ruolo cruciale ed è emersa la necessità di sviluppare una nuova generazione di osservatori gravitazionali, con la realizzazione in Europa di una infrastruttura di ricerca di terza generazione che vada oltre il limite degli attuali osservatori. In quest’ottica è nato il progetto Einstein Telescope-ET per la realizzazione di un osservatorio capace di “ascoltare” il cosmo in prossimità del big bang. L’Italia vuole ora mantenere la propria leadership, puntando sulla programmazione di una precisa strategia basata su due pilastri: il potenziamento di Advanced Virgo, rivelatore oggi in funzione a Cascina (Pisa) allo European Gravitational Observatory, che l’INFN finanzia con oltre 6 milioni di euro all’anno, e l’investimento in una nuova infrastruttura globale, appunto l’ET. Per realizzare ciò, il Ministero interverrà con fondi statali per 17 milioni di euro, mentre la Regione ha già stanziato un milione di euro per assicurare la riapertura del laboratorio di ricerca di Sos Enattos.

A SOS ENATTOS LE CONDIZIONI IDEALI

La comunità scientifica italiana ha coordinato il progetto grazie a un finanziamento comunitario, individuando come uno dei luoghi ideali per realizzare ET la miniera di Sos Enattos, compatibile con i requisiti di bassissimo rumore sismico e antropico. Il nuovo osservatorio deve infatti essere installato in gallerie sotterranee a qualche centinaio di metri di profondità, e gli studi hanno dimostrato che questo sito possiede caratteristiche geologiche e di urbanizzazione adeguate. Chiaramente, c’è una forte competizione internazionale a ospitare l’osservatorio: per questo Ministero, INFN, Regione e Università di Sassari si impegnano a sostenere la candidatura del sito sardo, supportando tutte le attività di analisi richieste e lavorando per la creazione del necessario consenso da parte dei partner europei e internazionali.

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