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Minori migranti, azioni poco efficaci anche per le lacune sui dati

Migranti: aumentato del 60% il numero di minori stranieri non accompagnati che attraversano la rotta migratoria del Mediterraneo centrale verso l'Italia.

L’allarme in un comunicato congiunto UNICEF-UNHCR-OIM-EURSTAT e OCSE

UNICEF, UNHCR, OIM, Eurostat e OCSE hanno lanciato oggi un allarme: le lacune nei dati sui rifugiati, i richiedenti asilo, i migranti e le popolazioni internamente sfollate stanno mettendo in pericolo le vite e il benessere di milioni di minori migranti. In un appello, “Call to action: per proteggere i minori migranti bisogna partire da dati migliori”, le Agenzie dell’ONU e i Partner- hanno mostrato insieme quanto i dati siano fondamentali per comprendere le tendenze delle migrazioni globali e sviluppare politiche per supportare gruppi vulnerabili come i bambini.

La Call to Action conferma lacune allarmanti nella disponibilità, affidabilità, tempestività e accessibilità dei dati e delle testimonianze essenziali per comprendere come le migrazioni e gli sfollamenti forzati colpiscano i bambini e le loro famiglie. Per esempio:

“Le lacune nelle informazioni minano alla base la nostra capacità di aiutare i bambini”, ha dichiarato Laurence Chandy, Direttore dell’UNICEF per il dipartimento Dati, Ricerca e Politica. “I minori migranti, in particolare quelli che migrano da soli, sono spesso facili prede per coloro che potrebbero far loro del male. Non possiamo tenere i bambini al sicuro e fornire loro servizi salvavita, in transito e una volta raggiunta la loro destinazione, se non sappiamo chi sono, dove sono o ciò di cui hanno bisogno. Invitiamo gli stati membri a colmare le lacune con dati disaggregati affidabili e a migliorare la cooperazione in modo che i dati vengano condivisi e siano comparabili”.

“Molti minori rifugiati hanno vissuto o assistito a violenze e sofferenze inaudite nei loro Paesi di origine e talvolta anche nel corso della loro fuga in cerca di protezione e sicurezza. Hanno bisogno e meritano cure e protezione, ma, per fornirglielo, sono necessari dati sulla loro identità e sui loro bisogni. In nessun settore è importante quanto in quello dei bambini, soprattutto per i più vulnerabili, che ci sia un coordinamento sui dati e un rafforzamento delle capacità”, ha dichiarato Volker Türk, Assistente dell’Alto Commissario per la Protezione dell’UNHCR.

“Abbiamo bisogno di dati affidabili e migliori sui minori migranti, per proteggerli e garantire il loro superiore interesse. La disaggregazione di dati per età, sesso e origine può fornire informazioni agli attori competenti sui bisogni reali dei bambini migranti. Ciò assicurerebbe che nessun bambino venga lasciato indietro e che non venga sfruttato. Tutti i minori migranti hanno diritto ad assistenza e protezione, a prescindere dal loro status migratorio”, ha dichiarato il Direttore generale dell’OIM, William Lacy Swing.

“Il tempo è essenziale quando si parla di integrazione nell’istruzione”, ha dichiarato il Direttore dell’OCSE per l’occupazione, il lavoro e le politiche sociali, Stefano Scarpetta. “Il successo o il fallimento in questa età così vulnerabile può avere ripercussioni durature sul mercato del lavoro. Soltanto con un’ampia conoscenza – supportata da dati adeguati – possiamo identificare e rispondere ai bisogni di questi bambini, proteggerli meglio e costruire un futuro sulle loro abilità e capacità, durante il loro percorso prima nel sistema scolastico e in seguito nel mercato del lavoro”.

In molti Paesi, i dati nazionali disponibili non includono informazioni sull’età, il sesso e l’origine dei rifugiati e dei migranti, e non mostrano neanche se viaggiano da soli o con le loro famiglie. I criteri diversi utilizzati per le categorie di età e per la registrazione dei dati rendono la disaggregazione una grande sfida.

Ciò rende estremamente difficile stimare in modo accurato quanti bambini stiano compiendo un percorso migratorio nel mondo. I dati sui bambini che si spostano irregolarmente fra i confini, quelli sfollati o che migrano internamente o i bambini lasciati indietro da genitori migranti, sono ancora più rari.

Mentre gran parte delle migrazioni a livello globale sono positive, con i bambini e le loro famiglie che si spostano volontariamente e in sicurezza, l’esperienza per milioni di bambini non è né volontaria né sicura, ma piena di rischi e pericoli. I bambini che non hanno accesso a percorsi migratori sicuri e regolari spesso si affidano a rotte pericolose e irregolari, che li espongono al rischio di violenza, abusi e sfruttamento. Molti minori migranti perdono la vita prendendo rotte migratorie informali pericolose – affondando in mare o perdendosi nel deserto – ma la loro morte finisce regolarmente per essere non segnalata e non conteggiata.

Nel 2016, oltre 12 milioni di bambini nel mondo vivevano come rifugiati o richiedenti asilo, mentre un numero stimato di 23 milioni di bambini erano sfollati internamente – 16 milioni a causa di conflitti e 7 milioni a causa di disastri naturali. Ma il numero reale di bambini costretti a lasciare le loro case rimane sconosciuto, e tende ad essere significativamente più alto delle stime a causa delle lacune nelle informazioni e nei dati.

In mancanza di dati affidabili, i rischi e le vulnerabilità che i bambini affrontano in fase migratoria rimangono nascosti e senza risposta. In alcuni contesti, i minori che attraversano i confini irregolarmente possono essere trattenuti in detenzione insieme agli adulti o possono essere impossibilitati ad accedere a servizi essenziali per il loro sviluppo sano, fra cui l’istruzione e l’assistenza sanitaria. Anche nei Paesi ad alto reddito, il numero di minori migranti e rifugiati che non frequentano la scuola è sconosciuto, in quanto non viene calcolato.

La necessità di una migliore raccolta e analisi dei dati è un elemento fondamentale dei due correlati ma distinti Global compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare e Global compact sui rifugiati, in fase di sviluppo per la loro adozione nel 2018. Il lavoro per rafforzare la raccolta e l’analisi dei dati è in atto, sia a livello globale che nazionale, ma bisogna fare molto di più. Mentre gli stati membri lavorano per finalizzare questi due accordi, le agenzie dell’ONU e i partner li invitano a rispondere alla mancanza di dati e a includere i diritti, la protezione e il benessere dei bambini come impegni centrali nei testi finali. Se a queste lacune non fosse data una risposta, sarà impossibile applicare e monitorare i due Global Compact e l’impatto che questi potrebbero avere sui minori migranti.

L’UNICEF, l’UNHCR, l’OIM, l’Eurostat e l’OCSE invitano gli stati membri a rispondere alle lacune di dati e testimonianze sui minori migranti, e a includere questi elementi specifici per i bambini nel Global compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare e nel Global compact sui rifugiati:

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