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Telefonate promozionali senza consenso: multa a Telecom Italia

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Sanzione di 840mila euro del Garante per la privacy per telefonate promozionali senza consenso

Il Garante per la privacy ha multato Telecom Italia con una sanzione amministrativa di 840.000 euro per aver effettuato telefonate promozionali senza consenso nei confronti di tutti gli ex clienti che non avevano dato l’autorizzazione a ricevere chiamate commerciali o l’avevano revocata. Con questa campagna pubblicitaria la società intendeva verificare un loro eventuale cambiamento di interesse.

“L’attuale ingiunzione di pagamento conclude un complesso procedimento avviato su segnalazione di numerosi clienti che lamentavano la ricezione di telefonate promozionali indesiderate. All’illecito trattamento dei dati, accertato dall’Autorità con il provvedimento del 22 giugno 2016 (provvedimento confermato dal Tribunale civile di Milano che ha rigettato il ricorso di Telecom), era seguita una contestazione di sanzione amministrativa da parte del Garante alla quale la società telefonica aveva adempiuto in parte, effettuando il pagamento relativo a solo una delle violazioni contestate” si legge nella nota del Garante.

Dagli accertamenti svolti nel corso dell’istruttoria è emerso che Telecom Italia ha violato la disciplina sulla protezione dei dati effettuando attività promozionali nei confronti di una platea amplissima di destinatari senza il loro consenso. La campagna “recupero consenso”, infatti, realizzata da Telecom nel 2015 ha comportato l’utilizzo dell’intera base dati dei clienti cosiddetti “cessati e non consensati”, pari a circa 2.000.000 di utenze telefoniche.

Una condotta contraria non solo alla normativa, ma anche alla prescrizione che il Garante aveva impartito a Telecom nel 2007, in base alla quale la società doveva adottare le misure necessarie per rendere il trattamento dei dati conforme alla disciplina sulla protezione dei dati personali: in particolare, per ciò che riguarda le chiamate a carattere pubblicitario, promozionale o commerciale. Un’attività che la società avrebbe potuto effettuare solo nei confronti degli utenti per i quali poteva documentare di avere già acquisito il consenso prima dell’avvio della campagna pubblicitaria.

Il Garante ha ritenuto, infine, particolarmente grave la condotta delle telefonate promozionali senza consenso in considerazione del fatto che la società ha svolto le attività sulla base di una scelta consapevole e non per mera negligenza, avendo acquisito, nel corso degli anni, attraverso la costante interlocuzione con il Garante, tutti gli elementi interpretativi che le avrebbero dovuto consentire di assumere delle decisioni in linea con l’ordinamento vigente e con gli orientamenti dell’Autorità.

Codacons: “Multa ridicola”

“La multa da 840mila euro inflitta dal Garante per la privacy a Telecom Italia per aver effettuato telefonate promozionali senza consenso è giusta nella sostanza ma appare ridicola nell’entità della sanzione inflitta. Grazie ai comportamenti scorretti sul fronte del telemarketing, infatti, le società telefoniche ottengono guadagni milionari, ben superiori al danno rappresentato dalle sanzioni decise dalle Autorità di settore” spiega il Codacons.

“Questo significa che ci sarà sempre una convenienza economica per le compagnie nel porre in essere pratiche scorrette anche in merito alle telefonate promozionali, perché le multe saranno sempre inferiori ai guadagni” aggiunge l’associazione dei consumatori.

“E le novità introdotte con le recenti disposizioni sul telemarketing appaiono del tutto insoddisfacenti, perché introducono semplici palliativi che non salveranno gli utenti dalle continue molestie telefoniche dei call center, e non garantiranno il diritto alla privacy dei cittadini. Per questo sul nostro sito www.codacons.it è attiva una azione attraverso la quale gli utenti possono denunciare le telefonate selvagge e far valere i propri diritti” conclude l’associazione.

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