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Palermo: “Game over” per il re delle scommesse legato alla mafia

Imponevano il pagamento del “pizzo” ad un imprenditore ennese che stava effettuando lavori di posa della fibra ottica nelle province di Catania e Siracusa: 6 arresti nell'Operazione Capolinea

Imponevano il pagamento del “pizzo” ad un imprenditore ennese che stava effettuando lavori di posa della fibra ottica nelle province di Catania e Siracusa: 6 arresti nell'Operazione Capolinea

Maxi operazione della Polizia: 31 indagati e oltre 700 agenzie abusive coinvolte in tutta Italia

C’è anche il re delle scommesse online tra i 31 indagati di questa mattina da parte degli agenti del Servizio centrale operativo e della Squadra mobile di Palermo con l’accusa di aver costituito una rete di affari al servizio delle cosche mafiose siciliane. I reati contestati vanno dall’associazione mafiosa al riciclaggio, al trasferimento fraudolento di valori, alla truffa ai danni dello Stato, al traffico di droga. Sono 23 le persone arrestate mentre per altre otto sono stati emessi provvedimenti di divieto di dimora o obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria.

L’imprenditore del settore dei giochi e delle scommesse era riuscito, con l´appoggio delle famiglie mafiose, a monopolizzare il settore e realizzare una rete di agenzie di scommesse abusive, più di settecento in tutta Italia, per un incasso che arrivava a oltre un milione di euro mensili. Parte di queste somme, tra i 300 e gli 800 mila euro l´anno, veniva poi distribuita all´organizzazione mafiosa.

Dalle indagini è emerso un vero e proprio contratto tra Cosa Nostra palermitana e il re delle scommesse ed è stato ricostruito il movimento degli enormi flussi di denaro provenienti dal gioco illecito.

“La mafia si evolve – ha detto il dirigente della Squadra mobile di Palermo Rodolfo Ruperti – e, in questo caso, è una mafia che stipula contratti con imprenditori capaci di portare a loro utili importanti”.

Sono state inoltre chiuse e sequestrate, con l’ausilio dei poliziotti delle Squadre mobili locali, 40 agenzie in tutta Italia di proprietà del re delle scommesse.

In carcere, oltre a persone legate a Cosa Nostra con ruoli di vertice, sono finiti anche professionisti insospettabili, funzionali agli interessi criminali del re delle scommesse. Alcuni indagati sono accusati anche di produzione e traffico di stupefacenti. Nel corso dell’operazione, denominata “Game over”, sono stati sequestrati beni immobili, società e conti correnti bancari dell’imprenditore e di diverse persone che lo avrebbero aiutato a riciclare denaro sporco per milioni di euro. Nella fase esecutiva dell’operazione sono stati impegnati più di 200 poliziotti.

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