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Dagli scarti della potatura delle viti un filato per i tessuti

Il filato dal vino sarà ottenuto con i residui di potatura delle viti

Il filato dal vino sarà ottenuto con i residui di potatura delle viti

Il progetto del nuovo filato dal vino è della Vegea che già produce biomateriali simil pelle con i semi e le bucce dell’uva

Ogni anno dalla potatura delle vigne con le quali Vegea collabora, si ricavano 1200kg di tralci per ettaro

TRENTO – Dopo il biomateriale da utilizzare come alternativa alle pelli animali e sintetiche prodotto con gli scarti del vino, arriva un nuovo progetto per la produzione di tessuti innovativi.

Il filato dal vino sarà ottenuto infatti con i residui di potatura delle viti grazie all’idea di Vegea, l’azienda che produce biomateriali innovativi per i settori moda e design, e che è stata premiata al Parlamento Europeo nell’ambito della “European TOP 50 competition”, una competizione che ogni anno seleziona le 50 migliori idee d’impresa del nuovo millennio, tra migliaia presentate da tutto il Continente. Ma per l’azienda è stato una grande occasione per lanciare un nuovo prodotto.

“In collaborazione con le cantine vinicole, stiamo lavorando ad un altro importante progetto per la valorizzazione, oltre che dei semi e delle bucce dell’uva, anche per i residui di potatura delle viti. Questi contengono composti polifunzionali dai quali possiamo produrre un filato innovativo che potrà essere usato per i settori moda, arredo e auto” ha illustrato Francesco Merlino, fondatore e direttore tecnico di Vegea.

La nuova ricerca di Vegea è incentrata, oltre che sulla realizzazione di tessuti spalmati biobased alternativi alle pelli animali e sintetiche, anche sullo sviluppo di filati per la creazione di nuovi “tessuti dal vino”, andando ad utilizzare una materia totalmente vegetale e rinnovabile.

Ogni anno dalla potatura delle vigne con le quali Vegea collabora, si ricavano 1200kg di tralci per ettaro. “Per rendersi conto della grande scalabilità del progetto basta pensare che solo in Italia sono presenti circa 650.000 ettari di vigne, e nel mondo 7,5 milioni di ettari”, aggiunge Francesco Merlino.

“È un onore essere stati selezionati come modello virtuoso di economia circolare che risolve le problematiche connesse al sistema economico lineare sempre più insostenibile, inefficiente e costoso in quanto produce rifiuti, inquinamento e sfruttamento delle risorse naturali”, ha

commentato Merlino.

Vegea nasce nel 2016 a Milano come azienda produttrice di biomateriali da utilizzare nei settori moda, arredo, automobile e trasporti. I due fondatori sono Gianpiero Tessitore, architetto, e Francesco Merlino, chimico industriale. Da gennaio 2017 l’azienda è insediata presso Progetto Manifattura, incubatore clean tech di Trentino Sviluppo e polo dell’economia circolare.

Un grande esempio di Made in Italy, quello di Vegea capace di unire due grandi eccellenze italiane: moda e vino conosciute in tutto il mondo come icone di stile, per l’alta qualità dei prodotti e la grande tradizione artistica e manifatturiera.

“Il nostro obiettivo nel 2018 sarà stabilire importanti collaborazioni con i più grandi brand di moda, arredo, automobile e trasporti con i quali valutare le modalità ed i tempi per il lancio sul mercato di Vegea. Lo scorso 5 ottobre abbiamo presentato a Milano una prima collezione di abiti, scarpe e borse per mostrare la versatilità e lavorabilità del materiale. Siamo molto soddisfatti degli interessamenti ricevuti da parte degli addetti al settore. Alcuni outfit ci sono già stati richiesti per essere esibiti nei più importanti musei ed eventi sulla moda ecosostenibile nel mondo” conclude, Gianpiero Tessitore, fondatore e Ceo di Vegea.

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