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Coldiretti: in Calabria è allarme cementificazione

Cantieri in aree vincolate ea rischio dissesto: in Italia secondo l'ultimo rapporto ISPRA il consumo di suolo è inarrestabile. Costruiamo una Piazza Navona ogni due ore

Nell’ultimo anno in Calabria è stato oggetto di cementificazione il 5,11%  dei 1.522.200 ettari della superficie regionale

In Calabria nel 2016 consumati 77 mila ettari di terreno: come se fossero spariti i cinque capoluoghi di provincia

Scatta l’allarme cementificazione anche in Calabria

“Nel 2016 la Calabria ha sottratto all’agricoltura e al suolo naturale 77.096 ettari di terreno con una percentuale del 5.11%. Dati che confermano la perdita di una risorsa fondamentale, il suolo, con le sue funzioni e i relativi servizi eco sistemici”.

Lo sostiene la Coldiretti Calabria sul rapporto 2017 del consumo di suolo dell’Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), sottolineando che nell’ultimo anno in Calabria è stato cementificato appunto il 5,11%  dei 1.522.200 ettari della superficie regionale, che pone seri interrogativi vista la conformazione del nostro territorio prevalentemente collinare e montuoso  e con poco spazio per l’attività agricola.

ù“E’ come se fossero sparite tutte e cinque le città capoluogo di provincia e anche di più – commenta Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – il consumo di suolo e la cementificazione – continua – riducono la capacità dell’assorbimento dell’acqua da parte dei terreni e aumentato il rischio di frane e alluvioni.. La conseguenza di tutto ciò– continua – è un aumento del rischio di alluvioni e un incremento della situazione franosa della nostra regione.

“È un fenomeno sempre più preoccupante – commenta Molinaro – che va fermato velocemente. Basta quindi sottrarre terreno fertile all’agricoltura e lasciando in eredità suolo incolto, asfalto e capannoni abbandonati. La disponibilità di terra coltivata significa produzione agricola di qualità, sicurezza alimentare e ambientale per i cittadini nei confronti del degrado e del rischio idrogeologico. Il consumo di suolo ha pesanti effetti dal punto di vista economico, occupazionale, ma anche ambientale.

“Le modifiche del 2015 alla Legge Regionale Urbanistica – sottolinea Molinaro –  pur avendo introdotto nella legge la cosiddetta opzione “consumo di suolo zero” questa rimane solo una affermazione “politicamente corretta” visto che, di fatto, è possibile continuare ad edificare sul suolo calabrese e questo lo confermano i dati del 2016. Il “consumo suolo zero”, non può restare un sogno perché siamo una regione agricola e tra le poche con una forte richiesta di suolo agricolo per avviare una impresa o potenziare e allargare una esistente. I dati impongono che il Governo regionale prima e il Consiglio Regionale dopo intervengano per adottare una norma che garantisca il consumo zero di suolo agricolo”.

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