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Lotta all’AIDS: l’indifferenza minaccia le vite dei più piccoli

HIV, i pazienti sieropositivi in terapia antiretrovirale non trasmettono il virus: la scoperta da due studi presentati all’ultimo congresso mondiale sull’AIDS

La diffusione del virus AIDS non è finita (foto UNICEF)

Nella Giornata Mondiale contro l’AIDS arriva l’allarme dell’UNICEF: “Ogni ora 18 bambini sono colpiti da HIV”

L’ AIDS è una delle cause principali di morte fra gli adolescenti (foto Unicef)

ROMA – Lo scorso anno 120mila bambini sotto i 14 anni sono morti per cause legate all’AIDS, e ogni ora 18 bambini sono colpiti da HIV secondo un rapporto UNICEF. Secondo le proiezioni dello Statistical Update on Children and AIDS 2017 (Aggiornamento statistico sui bambini e AIDS) dell’UNICEF, lanciato oggi, se questa tendenza dovesse persistere, nel 2030 sarebbero 3,5 milioni i nuovi casi di adolescenti colpiti da HIV.

“È inaccettabile che continuiamo a vedere così tanti bambini morire di AIDS e che facciamo così pochi progressi per proteggere gli adolescenti da nuove infezioni da HIV”, ha dichiarato il dott. Chewe Luo, responsabile dell’UNICEF per l’HIV. “La diffusione dell’AIDS non è finita; continua a essere una minaccia per le vite dei bambini e dei giovani. Si può e si deve fare di più per prevenirla”.

Un’analisi demografica dell’UNICEF sulle tendenze e nuovi dati sull’HIV rivela che gli obiettivi fissati nel piano 2020 Super-Fast-Track sviluppato nel 2016 per porre fine all’AIDS fra i bambini, non saranno raggiunti.

Sono stati compiuti dei progressi nella lotta all’AIDS, soprattutto nella prevenzione della trasmissione dell’HIV madre-figlio. Dal 2000, si sono evitati circa 2 milioni di nuovi casi di HIV fra i bambini. Tuttavia, l’UNICEF avverte che questi progressi non devono portare a un atteggiamento di indifferenza, visto che lo Statistical Update sottolinea che i bambini con 4 anni o meno con HIV affrontano un maggiore rischio di morte legata all’AIDS rispetto agli altri gruppi di età.

Il controllo e la cura pediatrica dell’HIV sono indietro: solo il 43% dei bambini esposti all’HIV riceve controlli durante i primi due mesi di vita, come raccomandato, e la stessa percentuale di bambini con HIV riceve cure antiretrovirali salvavita.

Secondo l’UNICEF, i progressi compiuti per prevenire nuovi casi di HIV fra gli adolescenti e migliorare il controllo e la cura fra gli adolescenti sono stati inaccettabilmente lenti. Solo nel 2016, 55.000 adolescenti (di 10-19 anni) sono morti per cause legate all’AIDS, il 91% dei quali in Africa subsahariana. I dati rivelano inoltre una disparità di genere preoccupante: per ogni cinque maschi adolescenti che convivono con l’HIV sono sette le ragazze della stessa età.

“Continuare con progressi così lenti significa giocare con le vite dei bambini e condannare le generazioni future a una vita con HIV o AIDS, che si poteva prevenire”, ha aggiunto il dott. Luo. “Dobbiamo agire urgentemente per rafforzare i risultati raggiunti nei decenni passati”.

L’UNICEF propone una strategia per ridurre il divario nella risposta all’HIV:

Secondo l’UNICEF, la diffusione dell’AIDS deve rimanere una preoccupazione globale per la salute pubblica. Bisogna adottare soluzioni innovative per accelerare i progressi nella prevenzione dell’HIV fra i bambini e per assicurare a coloro che convivono con l’HIV le cure di cui hanno bisogno.

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