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Il Codice Leicester di Leonardo prestato agli Uffizi da Bill Gates

Dal 30 ottobre nell’aula Magliabechiana degli Uffizi la mostra L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci a cura di Paolo Galluzzi

Codice Leicester: note e disegni sulla pressione dell’acqua sulle pareti di un contenitore

Il celebre manoscritto del genio italiano in esposizione dal 29 ottobre 2018 al 20 gennaio 2019

Codice Leicester: studi sul lume cinereo della Luna

FIRENZE – Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci agli Uffizi come anteprima di assoluta grandezza delle celebrazioni leonardiane che si svolgeranno in tutto il mondo nel 2019 in occasione dei 500 anni della morte di una delle figure-icona della storia dell’umanità. Lo offre alla città Bill Gates, il fondatore di Microsoft che ne è diventato proprietario (lo ha acquistato dal miliardario Armand Hammer nel 1994), e sarà esposto agli Uffizi dal 29 ottobre 2018 al 20 gennaio 2019. La mostra, Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. L’Acqua Microscopio della Natura, a cura di Paolo Galluzzi, è frutto di oltre due anni di preparazione ed è realizzata da Gallerie degli Uffizi e dal Museo Galileo col contributo di Fondazione CR Firenze.

E sarà davvero un evento eccezionale perché consentirà di vedere una delle opere più importanti del maestro con le conoscenze e le sensibilità che oggi abbiamo maturato verso i temi dell’acqua e dell’ambiente che sono il filo rosso che lega le 72 pagine del manoscritto.

Un’opera fitta di geniali annotazioni e di straordinari disegni, che Leonardo vergò tra il 1504 e il 1508, anni per lui di intensa attività artistica e scientifica. Era infatti il periodo nel quale effettuava gli studi di anatomia nell’Ospedale di Santa Maria Nuova, cercava di far volare l’uomo, era impegnato nell’impresa, poi non condotta a termine, della pittura murale raffigurante la Battaglia di Anghiari a Palazzo Vecchio e studiava soluzioni avveniristiche per rendere l’Arno navigabile.

I 72 fogli del Codice Leicester di Leonardo saranno collocati nell’Aula Magliabechiana degli Uffizi. Grazie ad un innovativo sussidio multimediale, il Codescope, il visitatore potrà sfogliare i singoli fogli sugli schermi digitali, accedere alla trascrizione dei testi, e ricevere molteplici informazioni sui temi trattati. Saranno esposti anche alcuni spettacolari disegni originali di Leonardo, prestati da prestigiose istituzioni italiane e straniere, realizzati in quegli stessi anni, una stagione davvero ‘magica’ della storia di Firenze che vide la presenza contemporanea nel perimetro delle proprie mura di grandissimi personaggi delle lettere, delle arti e delle scienze. Non a caso, Benvenuto Cellini definì quell’eccezionale stagione fiorentina ‘La Scuola del Mondo’. Le applicazioni multimediali realizzate dal Museo Galileo saranno consultabili sui siti web degli Uffizi e del Museo Galieleo stesso. Il catalogo sarà pubblicato da Giunti Editore.

Per il Codice Leicester di Leonardo si tratta del secondo ‘viaggio’ a Firenze in quanto fu esposto nel 1982 (ma allora era ancora denominato Codice Hammer) nella Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio, ottenendo uno straordinario successo di pubblico (oltre 400.000 visitatori in poco più di tre mesi).

“L’esposizione del Codice Leicester di Leonardo, insieme ad altri preziosissimi disegni e scritti del Genio Da Vinci dimostra il nostro impegno per rendere accessibili tematiche molto complesse della ricerca scientifica, e di contestualizzare episodi fondamentali di storia della scienza in una prospettiva del tutto contemporanea” afferma Eike Schmidt, Direttore degli Uffizi.

“Il Codice Leicester frutto dell’ormai acquisita maturità come artista raffinatissimo, penetrante osservatore della natura, ingegnere capace di concepire progetti di straordinario ardimento e interprete originale dei fenomeni più significativi del macrocosmo e del microcosmo, offre una visione intrigante della vastità inaudita degli orizzonti esplorati dalla mente di Leonardo” dichiara il Direttore del Museo Galileo, Paolo Galluzzi.

“Una mente protesa a raccogliere le sfide più complesse e a mettere in discussione le conclusioni stabilite dagli autori più accreditati della tradizione. Compilato nella fase più creativa della propria esistenza, nel cuore di una Firenze allora vera e propria ‘Scuola del mondo’, il prezioso manoscritto documenta l’ossessione conoscitiva di Leonardo per l’elemento acqua, per i suoi movimenti vorticosi, per la forza plasmatrice e la potenza distruttrice che la caratterizzano. Con continui rimandi a Firenze, al suo impianto urbano e al suo fiume, risorsa e al tempo stesso minaccia per le comunità che ne popolano le rive” aggiunge.

“La mostra invita a compiere un viaggio in un tempo di visioni ardimentose, di progetti avveniristici, di manifestazioni del pensiero di inarrivabile genialità” conclude.

“Sosteniamo con entusiasmo – osserva il Presidente della Fondazione CR Firenze Umberto Tombari – questa grande mostra che, di fatto, apre con ampio anticipo le celebrazioni dedicate a Leonardo. Fin dalla nostra nascita, 25 anni fa, abbiamo sempre destinato all’arte e alla cultura una parte significativa delle nostre erogazioni ed è importante collaborare con due istituzioni prestigiosissime in una esposizione di questo livello che unisce al rigore scientifico un ricco apparato multimediale”. “Questo aspetto è oggi, ancora più che in passato, determinante per favorire la comprensione dell’arte anche ai non addetti ai lavori ed in particolare di un’opera come questa che non è immediatamente comprensibile in tutti i suoi molteplici livelli di lettura. La nostra Fondazione si sta impegnando molto nel campo della formazione e dell’educazione dei giovani e la presentazione del Codice Leicester si colloca perfettamente in questo percorso” spiega.

“L’esposizione segna anche una nuova tappa della nostra lunga e fruttuosa collaborazione con il più importante museo italiano e col Museo Galileo la cui équipe, coordinata dal Prof. Galluzzi, ha realizzato una innovativa edizione digitale della grande mappa del cartografo tedesco Martin Waldseemüller, il più antico documento (1507) nel quale compare il nome America in omaggio ad Amerigo Vespucci. Un grande progetto che abbiamo presentato lo scorso anno, con grande successo, alla Library of Congress di Washington D.C.” conclude.

La storia del Codice Leicester di Leonardo da Vinci

Il Codice Leicester fu compilato da Leonardo quasi interamente a Firenze tra il 1504 e il 1508. È composto di diciotto bifogli (ognuno mediamente di circa 30 x 44 cm) per complessive settantadue pagine dense di pionieristiche annotazioni di mano mancina e di affascinanti disegni, schizzi e diagrammi.

L’acqua (natura, forza e movimenti, tecniche e dispositivi meccanici e idraulici innovativi per piegarla a beneficio dell’uomo, ecc.) costituisce il tema centrale del manoscritto. Leonardo prende spunto da geniali indagini teoriche e sperimentali sull’elemento acqua per formulare conclusioni rivoluzionarie anche sulla natura degli altri elementi (fuoco, aria, terra), per spiegare fenomeni astronomici come la luce cinerea della Luna, per formulare ipotesi visionarie sulla formazione e sulla continua trasformazione del nostro pianeta, demolendo con analisi acute la tradizionale interpretazione della presenza di fossili marini sulla cima dei monti come conseguenza del Diluvio Universale.

Dopo la morte di Leonardo ad Amboise nel 1519, il Codice Leicester, come gli altri manoscritti vinciani, rimase nelle mani del suo fidato allievo Francesco Melzi. Alla scomparsa del Melzi (1570), iniziò la penosa dispersione dei codici vinciani che coinvolse anche il Codice Leicester. Possediamo pochissime informazioni sulle sue vicissitudini. Sappiamo che era in possesso dello scultore Guglielmo della Porta, che morì a Roma nel 1577. Oltre un secolo più tardi (1690) fu acquistato dal pittore Giuseppe Ghezzi, che lo vendette nel 1717 a Thomas Coke, futuro Earl of Leicester. Di qui il nome tradizionalmente attribuito al Codice, ripristinato dall’attuale proprietario Bill Gates (dal 1994), dopo che era stato nella disponibilità di Armand Hammer (lo acquistò nel 1980), il quale assegnò al manoscritto il proprio nome.

Il Codice Leicester (allora ancora denominato Hammer) fu esposto nel 1982 a Palazzo Vecchio nella Sala dei Gigli, ottenendo uno straordinario successo di pubblico (oltre 400.000 visitatori in poco più di tre mesi).

Rispetto a quel lontano evento la mostra allestita agli Uffizi presenta novità sostanziali: lumeggia il contesto biografico, artistico e scientifico nel quale Leonardo vergò il prezioso manoscritto; favorisce la lettura del suo contenuto attraverso l’esposizione dei testi a stampa e dei manoscritti che Leonardo utilizzò come fonti per la compilazione del Codice; illustra la fortuna europea goduta dalle idee innovative contenute nel manoscritto dopo la morte del suo autore; presenta un numero significativo di disegni autografi di Leonardo, che esibiscono esplicite risonanze con i temi trattati nel Codice Leicester, prestati dalle prestigiose istituzioni italiane e straniere che li conservano. Propone, infine, un’innovativa serie di strumenti multimediali immersivi che favoriscono la fruizione consapevole di questi documenti e delle affascinanti storie che raccontano.

INFORMAZIONI SULLA MOSTRA

Sede

Gli Uffizi, Aula Magliabechiana

Periodo della Mostra

29 ottobre 2018 – 20 gennaio 2019

Cura della Mostra

Paolo Galluzzi

Direzione della mostra

Marzia Faietti

Progetto dell’allestimento

Mauro Linari, con Antonio Godoli e Nicola Santini

Produzione e gestione della Mostra

Gallerie degli Uffizi

Firenze Musei

Sito web e canali social della Mostra

www.uffizi.it

Instagram: @UffiziGalleries

Catalogo

A cura di Paolo Galluzzi, Eike D. Schmidt. Edito da Giunti. Edizione in doppia lingua italiana e inglese

Orari e prezzi del biglietto

La mostra segue l’orario di apertura ed è inclusa nel biglietto delle Gallerie degli Uffizi

per info www.uffizi.it/gli-uffizi.

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