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Uro-oncologi rassicurano: pene curvo non aumenta rischio di cancro

In crescita anche nel nostro Paese i tumori urologici ma il 60% degli italiani non conosce la prevenzione e il 79% non è mai andato dall’urologo per una visita di controllo

Per la SIUrO la ricerca americana è incompleta dunque nessun allarmismo

SIUrO ai pazienti su un nuovo studio condotto americano: “Evitiamo inutili allarmismi”

Per la SIUrO la ricerca americana è incompleta dunque nessun allarmismo

ROMA – “Non è ancora stato accertato e riconosciuto in modo inequivocabile il legame tra il disturbo del pene curvo e un maggiore rischio di insorgenza di alcune forme di cancro. Vanno evitati inutili allarmismi e i pazienti italiani, che hanno questo problema genitale, devono sottoporsi ad ulteriori accertamenti solo se richiesti e prescritti da un medico specialista”.

È questo il commento della Società Italiana di Urologia Oncologica (SIUrO) alla notizia, riportata dalla stampa nazionale e straniera, di una nuova ricerca statunitense che è stata recentemente presentata all’ultimo meeting dell’American Society of Reproductive Medicine. Secondo lo studio chi soffre di Induratio penis plastica ha il 40% di possibilità in più di avere un tumore al testicolo o allo stomaco e il 29% di chances in più di sviluppare un melanoma. “La ricerca è molto dettagliata e presenta numeri importanti e interessanti – afferma il prof. Alberto Lapini Presidente Eletto della SIUrO -. Tuttavia non fornisce prove significative circa le cause e le modalità di correlazione con neoplasie molto diverse e che interessano differenti apparati dell’organismo”.

“Sono malattie che colpiscono principalmente pazienti di diverse fasce d’età. Il carcinoma testicolare, per esempio, interessa soprattutto i giovani mentre l’età media dei partecipanti allo studio è di 48-50 anni. Molto probabilmente a favorire l’insorgenza di queste patologie oncologiche è uno o più geni. Gli scienziati americani devono ora riuscire a valutare e approfondire questa possibile causa con ulteriori indagini che saranno molto probabilmente molto lunghe e difficili”sottolinea ancora.

Il pene curvo o malattia di Peyronie è un disturbo in crescita nel nostro Paese – sottolinea Lapini -. Non sappiamo se questo è dovuto ad un aumento reale del numero di nuovi casi oppure all’incremento delle diagnosi. Oggi, infatti, gli uomini hanno meno pudore e più consapevolezza verso le malattie genito-urinarie e quindi sono più propensi ad farsi visitare da uno specialista. Tuttavia non abbiamo ancora dati certi e il disturbo può colpire fino al 4% degli italiani di tutte le età. E’ più frequente tra la popolazione maschile over 50 mentre è davvero raro tra gli under 30”.

“In attesa di nuovi riscontri vogliamo quindi rassicurare tutti gli italiani afflitti da pene curvo – conclude Lapini -. Bisogna continuare a considerare solo i fattori di rischio oncologico finora accertati. E’ quindi fondamentale seguire sempre stili di vita sani ed equilibrati a partire dall’alimentazione e dal controllo del peso corporeo. Infine chi soffre di disturbi genitali deve sottoporsi regolarmente ai controlli con l’urologo”.

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