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Una donna su quattro continua a fumare dopo la gravidanza

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Al via la campagna “Speriamo che sia…l’ultima” promossa da WALCE Onlus

Il 26% delle neo mamme continua a fumare dopo la gravidanza

TORINO – Ancora troppe donne non “sfruttano” il momento della gravidanza per smettere per sempre con le sigarette. Attualmente in Italia il 26% delle fumatrici, che ha avuto un figlio, continua con questo pericoloso vizio anche dopo il parto.

Ciò avviene nonostante sia dimostrato scientificamente che fumare, durante la delicata fase della gravidanza, provoca diversi danni alla salute. I più frequenti sono aborto spontaneo, parto prematuro, aumento della mortalità perinatale e infantile, basso peso alla nascita e ritardi nella crescita cognitiva.

Per questo parte la campagna antifumo “Speriamo che sia… l’ultima”, la prima interamente rivolta alle donne in gravidanza e alle neo-mamme. È promossa da WALCE Onlus (Women Against Lung Cancer in Europe) l’associazione europea dedita ai pazienti affetti da tumori toracici, gode del patrocinio della Fondazione Onlus Medicina a Misura di Donna e della Fondazione Insieme contro il Cancro e viene presentata oggi a Torino che è una delle quattro città coinvolte nell’iniziativa.

Le altre sono Napoli, Padova e Bari dove è attivato un servizio di counseling relativo al tema della cessazione del fumo e, più in generale, a favore dei corretti stili di vita.

Le attività sono promosse dai centri ginecologici e ostetrici in collaborazione con le divisioni di oncologia e con personale medico pneumologico. Alle partecipanti viene anche regalato un utile strumento dedicato al nascituro: l’orsetto di peluche “Ector the Protector Bear” che tossisce se esposto al fumo di sigaretta o di altri prodotti a base di tabacco. Il giocattolo è disponibile grazie al contributo non condizionato di Roche.

“Durante i primissimi anni di vita – afferma la prof.ssa Silvia Novello Presidente di WALCE e docente nel Dipartimento di Oncologia Polmonare all’Università di Torino – il fumo passivo può portare a morte improvvisa del lattante in culla, infezione delle vie respiratorie, asma bronchiale, sintomi respiratori cronici e otite acuta. E inoltre aumenta il rischio di diverse malattie oncologiche”.

“Nel nostro Paese negli ultimi anni sono state introdotte norme sempre più restrittive. Tuttavia il 24% dei tabagisti ammette ancora di fumare in presenza di bambini e sette su dieci lo fanno regolarmente in luoghi chiusi. Con la campagna di WALCE vogliamo contrastare questa pericolosa tendenza e convincere un sempre maggiore numero di madri a interrompere il vizio” spiega ancora. Secondo gli ultimi dati in Italia i fumatori sono 11,7 milioni e rappresentano il 22% della popolazione. “Stiamo assistendo alla fine delle differenze di genere – aggiunge la prof.ssa Chiara Benedetto Direttore della Struttura Complessa Ginecologia e Ostetricia del Presidio Ospedaliero Sant’Anna -. Cala infatti il numero di uomini tabagisti che in un anno sono passati da 6,9 a 6 milioni. Però crescono le fumatrici che da 4,6 milioni del 2016 salgono a 5,7 milioni. Questo cambiamento si riflette anche nel tumore del polmone”.

“Per questa neoplasia i nuovi casi tra le donne sono in aumento del 3% ogni anno. “Speriamo che sia… l’ultima” è quindi un progetto che vuole cercare di tutelare non solo la salute dei neonati ma anche quella delle mamme. L’inizio della maternità è un momento perfetto per cambiare radicalmente il proprio stile di vita” aggiunge.

La campagna di WALCE prenderà il via a Napoli il prossimo 15 novembre presso gli Ospedali dei Colli dell’Università Luigi Vanvitelli. Il 21 novembre sarà invece la volta di Torino e il servizio di counseling sarà attivato all’Ospedale Sant’Anna. “Novembre è il mese dedicato alla prevenzione e lotta al carcinoma polmonare – sottolinea la prof.ssa Novello -. Solo quest’anno colpirà oltre 41.800 mila italiani e rappresenta il 10% di tutte le nuove diagnosi di cancro. Presenta ancora una prognosi particolarmente sfavorevole nonostante si stiano affacciando nuove ed efficaci terapie”.

La prevenzione primaria rimane l’arma migliore a nostra disposizione. Il fumo deve essere considerato il primo fattore di rischio e aumenta fino a 14 volte il rischio di insorgenza del tumore. Ma non è l’unica, tra le altre patologie derivanti da questa dipendenza ci sono la BPCO (Broncopneumopatia cronica ostruttiva), l’enfisema polmonare le malattie cardiocircolatorie e altre neoplasie. Inoltre le sigarette possono aggravare disturbi già esistenti, come diabete e ipertensione. L’interno organismo e il benessere generale della persona possono giovare dalla cessazione del tabagismo. Le campagne anti-fumo rivolte alla popolazione quindi non sono mai troppe o scontate visto che tra i giovani, soprattutto fra le ragazze, il fenomeno non accenna a diminuire” afferma.

Le ultime due tappe di “Speriamo che sia… l’ultima” si terranno il 21 novembre presso la Clinica Ginecologica e Ostetrica dell’Azienda Ospedaliera e tre giorni dopo a Bari alla Casa delle donne del Mediterraneo.

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