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Più prevenzione e ricerca contro HIV e AIDS nel nuovo Piano nazionale

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I progressi fatti fino ad oggi nella lotta all' Aids rischiano di essere vani

Intesa tra Governo ed enti locali: previsto anche un incremento della sorveglianza

Nel 2015, 31 Paesi UE/SEE hanno riportato circa 30.000 nuovi casi di infezione da HIV

ROMA – Siglata l’intesa tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano sul Piano Nazionale di interventi contro l’HIV e AIDS (PNAIDS), previsto dalla Legge 135/90.

Il Piano riguarda l’attuazione di interventi di carattere pluriennale su prevenzione, informazione, ricerca, sorveglianza epidemiologica e sostegno dell’attività del volontariato.

Dal 1990 sono stati varati piani organici di intervento come: il Piano nazionale di prevenzione e lotta contro l’AIDS; l’Azione programmata n. 6 “Lotta contro l’AIDS”, nel 1990 a stralcio del Piano sanitario nazionale con apposite risoluzioni parlamentari; il Progetto Obiettivo AIDS 1994-1996; il Piano nazionale di prevenzione e lotta contro l’AIDS 1997/2000.

Il PNAIDS è stato predisposto da un Gruppo di lavoro costituito da esperti nelle tematiche relative all’infezione da HIV appartenenti alle Sezioni per la lotta all’ AIDS (L e M) del Comitato Tecnico Sanitario (CTS), all’Istituto Superiore di Sanità, a Società scientifiche, ad Associazioni di volontariato, ad Università ed Enti di ricerca, ad IRCSS.

Il documento è stato condiviso dalle Sezioni del CTS e il 7 dicembre 2016 ha acquisito il parere favorevole del Consiglio Superiore di Sanità (CSS).

Il Piano Nazionale AIDS si propone di delineare il miglior percorso possibile per conseguire gli obiettivi indicati come prioritari dalle agenzie internazionali (ECDC, UNAIDS, OMS), rendendoli praticabili nella nostra nazione.

È stata focalizzata l’attenzione sulla lotta contro la stigma e sulla prevenzione altamente efficace, come suggerito dalle agenzie internazionali, basata sulle evidenze scientifiche e ancorata a principi ed azioni, con conseguente ricaduta sulla riduzione delle nuove infezioni e al rispetto dei diritti delle popolazioni maggiormente esposte all’HIV.

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