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Con la stretta sul gioco d’azzardo allo Stato 2,8 miliardi in meno

Slot machine: oggi rappresentano il vero cuore del mercato del gambling, anche per merito delle versioni nei casinò online

È la nuova stima del deputato forzista Laffranco che si è rivolto alla Commissione Finanze della Camera

Il riordino del settore giochi avrà conseguenze pesanti per l’erario

ROMA – Riduzione del 35% delle slot, dimezzamento dei punti di gioco, stretta sugli orari e distanziometri regionali: la “cura dimagrante” prevista nell’immediato futuro per il settore giochi non potrà non avere conseguenze sulle entrate erariali.

Ma quanto incasserà in meno lo Stato? Un mese e mezzo fa, subito dopo l’accordo fra Stato ed enti locali in Conferenza Unificata, il sottosegretario Baretta ha parlato di un miliardo di minore gettito. Ora, riferisce Agipronews, in un’interrogazione urgente in Commissione Finanze alla Camera, il deputato Pietro Laffranco (FI) presenta un conto molto più salato, analizzando voce per voce il calo di entrate erariali, sulla base di “una stima effettuata da operatori nazionali” e arrivando a un totale di 2,8 miliardi.

Questo il dettaglio: secondo l’onorevole Laffranco, le misure previste dall’accordo tra Stato ed enti locali genereranno una riduzione di gettito di 1,6 miliardi di euro, così divisi: 500 milioni dal taglio delle slot, 400 milioni dal dimezzamento dei punti vendita, 600 milioni dall’introduzione della tessera del giocatore, 100 milioni dalla stretta sugli orari.

A questi, vanno aggiunti altri 1,2 miliardi derivanti dai provvedimenti autonomi delle regioni, soprattutto sul versante dei distanziometri. L’applicazione delle leggi regionali, recita l’interrogazione, “determinerà la chiusura di un numero di punti vendita tra il 60 e il 90 per cento” e gli impatti per le casse dello Stato sono dettagliati come segue: 200 milioni per le norme che producono effetti dal 2017 (riguardanti il solo Piemonte); 400 milioni per il 2018 (Liguria, Abruzzo, Emilia-Romagna); 400 milioni per il 201

9 (Puglia, Basilicata, e ancora Piemonte); 200 milioni per il 2020 (Marche, Trento, Valle d’Aosta). Pertanto, secondo Laffranco, l’insieme delle nuove norme “produrranno effetti complessivi sul gettito per 2,8 miliardi di euro “importi di gran lunga superiori a quelli ipotizzati dallo stesso Sottosegretario Baretta, che ha prospettato un calo del 10 per cento, equivalente a circa 1 miliardo di euro”.

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