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Terrorismo: espulsi dall’Italia un macedone e un albanese legati all’Isis

UNICEF denuncia: tra campi profughi e centri di detenzione 29.000 figli di foreign fighters hanno bisogno di sostegno in Siria,  quasi 1.000 in Iraq

I due sono stati rimpatriati con un volo da Bari: salgono a 89 le espulsioni nel corso del 2017

Sono 221 le espulsioni eseguite dal 1° gennaio 2015

BARI – La lotta contro il terrorismo del nostro Paese continua a dare i suoi frutti e si registrano altre due espulsioni dall’Italia di soggetti legati all’Isis. Due cittadini, un macedone 36enne e un albanese 27enne residenti in provincia di Bari, sono stati rimpatriati al termine di un’indagine della DIGOS del capoluogo pugliese.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti il macedone e l’albanese avrebbero intrattenuto stretti rapporti via social con un internauta marocchino attestato su posizioni pro Stato islamico.

Come riferisce il Ministero dell’Interno, a seguito di approfonditi accertamenti sono stati documentati contatti anche con altri estremisti e predicatori radicali arrestati in Kosovo per reati di terrorismo.

Entrambi i soggetti espulsi sono risultati avere, nella propria disponibilità, supporti informatici con contenuti di carattere anti-occidentale ed antisemita. Per questi motivi i due sono stati rimpatriati con accompagnamento nel proprio Paese, tramite un volo dalla frontiera aerea di Bari.

Salgono così ad 89 le espulsioni eseguite con accompagnamento nel proprio Paese nel corso del 2017 e 221 quelle eseguite dal 1° gennaio 2015, riguardanti soggetti gravitanti in ambienti dell’estremismo religioso e sospettati di terrorismo.

Sabato scorso stessa sorte era toccata a un pachistano, espulso con un provvedimento firmato dal ministro dell’interno, Marco Minniti, per motivi di sicurezza dello Stato.

Ad essere rimpatriato è stato un 27enne, residente a Napoli, segnalato a seguito di indagini investigative in ambito di collaborazione internazionale perché ritenuto membro di una rete di suoi connazionali impegnata in “attività ricognitive” finalizzate a possibili azioni di terrorismo nel nostro Paese.

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