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Etichette: un quarto della spesa degli italiani è “anonima”

Ricercatori della Chan School of Public Health di Harvard hanno dimostrato l'efficacia delle etichette di allerta sulle bibite zuccherate per le scelte dei consumatori

Leggere le etichette è fondamentale per una corretta alimentazione

Coldiretti chiede l’obbligo di indicazione dell’origine delle materie prime anche per salumi e succhi di frutta

Etichette dei generi alimentari più “trasparenti” con l’obbligo di indicare lo stabilimento di produzione o confezionamento

ROMA – Dai salumi ai succhi di frutta, dalle confetture al pane, fino alla carne di coniglio resta ancora da etichettare con l’indicazione dell’origine un quarto della spesa alimentare degli italiani.

È quanto afferma il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel commentare positivamente l’emanazione del decreto per l’etichetta d’origine per i derivati del pomodoro.

“Di fronte all’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione Europea che obbliga a indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per quella trasformata in salumi, per l’ortofrutta fresca ma non per i succhi, le conserve di frutta o le marmellate per il miele ma non per il pane, l’Italia che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie anche con una profonda revisione delle norme sul codice doganale” sottolinea la Confederazione.

“Un’esigenza anche dinanzi a rischi alimentari – spiega la Coldiretti – in una situazione in cui sono stati 2.925 gli allarmi scattati nell’Unione Europea con la Turchia che è il Paese che ha ricevuto il maggior numero di notifiche per prodotti non conformi (276), seguita dalla Cina (256) e dall’India (194)”.

L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004.

L’Italia ha fatto scattare il 19 aprile 2017 l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo made in Italy mentre a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.

A livello comunitario il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca.

Sempre sul fronte della spesa, dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto.

Da aprile è in vigore l’etichettatura d’origine per latte e derivati, mentre il prossimo passo è l’entrata in vigore dell’obbligo di indicare l’origine per il riso e il grano impiegato nella pasta come previsto nello schema di decreto che introduce l’indicazione obbligatoria dell’origine del grano impiegato nella pasta condiviso dai Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.

L’ETICHETTA DI ORIGINE SULLA SPESA DEGLI ITALIANI

Cibi con l’indicazione origine                      E quelli senza

Carne di pollo e derivati                                      Salumi

Carne bovina                                             Carne di coniglio

Frutta e verdura fresche                                     Carne trasformata

Uova                                                             Frutta e verdura trasformata

Miele                                                             Pane

Passata di pomodoro                                 

Pesce                                                       

Extravergine di oliva          

Latte/Formaggi        

Pasta in itinere       

Riso in itinere

Derivati del pomodoro diversi da passata e sughi pronti in itinere       

FONTE: ELABORAZIONI COLDIRETTI

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