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Le novità dell’esame di terza media non incidono sulla lotta al bullismo

Rareducando è il progetto dell'Associazione p63 Sindrome E.E.C International Onlus che punta ad aiutare le vittime di bullismo e a rieducare gli autori dei soprusi

Il bullismo riguarda il 52,7% degli adolescenti tra gli 11 e i 17 anni

È quanto chiarisce il MIUR: “Il nuovo modello di valutazione responsabilizza scuole e famiglie”

Rivoluzione per gli esami di terza media con la Buona Scuola

ROMA – Le novità introdotte per la valutazione e per l’ammissione all’Esame finale nella scuola secondaria di I grado non incidono sul contrasto al bullismo e al cyberbullismo. È quanto sottolinea il una nota il Ministero dell’Istruzione.

Nello specifico la circolare pubblicata martedì scorso dal MIUR con le indicazioni per le scuole sui contenuti del decreto attuativo della legge 107 del 2015 (Buona Scuola) sulla valutazione è molto chiara. E non fa che descrivere in modo più dettagliato, senza apportare nessun tipo di modifica, quanto previsto dai testi di legge approvati definitivamente ad aprile dal Consiglio dei Ministri, dopo una lunga consultazione parlamentare con più di cento soggetti auditi.

Cosa cambia nella scuola secondaria di I grado nella valutazione del comportamento con le norme introdotte ad aprile? Non ci sarà più il voto in decimi. Con un obiettivo preciso: dare un quadro più chiaro e completo sulla relazione che ciascuna studentessa o ciascuno studente hanno con gli altri e con l’ambiente scolastico. Rispettando quanto previsto dal principio di delega contenuto nella legge 107 del 2015 (comma 181, lettera i, punto 1), che chiedeva di mettere in rilievo la funzione formativa e di orientamento della valutazione.

“La nuova modalità di valutazione rilancia il rapporto scuola-famiglia responsabilizzando di più tutta la comunità scolastica e le famiglie. Il comportamento, infatti, anche a causa della votazione numerica, è stato spesso confuso e semplificato in passato con la ‘condotta’, ma racchiude in sé altri elementi. Riguarda, infatti, gli aspetti della vita sociale, il rispetto delle regole, dei compagni, degli adulti, degli ambienti, e, più in generale, le competenze sociali e di cittadinanza” afferma il Ministero.

“La valutazione espressa con un giudizio sintetico consentirà di predisporre al meglio, d’ora in poi, sia da parte delle scuole che delle famiglie, le forme di accompagnamento necessarie per migliorare la vita scolastica e il processo di apprendimento delle ragazze e dei ragazzi” aggiunge il MIUR.

Perché le nuove norme non indeboliscono la lotta a bullismo e cyberbullismo, né il contrasto a comportamenti scorretti nelle aule come paventano alcuni?

“Perché resta in vigore, come specificano sia il decreto legislativo approvato ad aprile che la circolare emanata martedì scorso, la possibilità di non ammettere alla classe successiva o all’Esame finale coloro a cui sono state irrogate sanzioni disciplinari (articolo 2, comma 5, del decreto legislativo numero 62 del 2017, che richiama quanto previsto dallo Statuto delle studentesse e degli studenti)” sottolinea il dicastero.

Ma, soprattutto, cambia la logica del modello di intervento per la prevenzione e il contrasto al bullismo, che non viene legato al solo momento di assegnazione del voto o della valutazione finale, ma ad una progettazione più ampia prevista anche dall’attuazione della legge sulla prevenzione e il contrasto del cyberbullismo approvata a maggio dal Parlamento italiano, che, fra l’altro, istituisce, per la prima volta, la figura del referente di istituto, impegna gli Uffici Scolastici territoriali e le scuole a promuovere progetti e attività su questi temi.

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