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Truffano anziani fingendosi Carabinieri o avvocati: 12 arresti

Blitz contro lo spaccio di droga nella borgata romana di Quartaccio: i poliziotti del commissariato Primavalle, hanno arrestato 20 persone, responsabili a vario titolo di traffico di sostanze stupefacenti

Tredici indagati nell’ambito dell’operazione “Sciacallo” della Squadra Mobile di Frosinone

Le truffe agli anziani nel 2016 sono aumentate del 19 per cento

FROSINONE – In soli sei mesi hanno commesso 66 truffe, tra consumate e tentate, i 13 indagati durante l’operazione “Sciacallo” condotte dai poliziotti della Squadra mobile insieme ai Carabinieri di Frosinone.

Il bilancio è di dodici persone arrestate e una denunciata. Le vittime delle truffe, compiute in tutta Italia ad eccezione della Campania e delle isole, erano prevalentemente gli anziani.

Le indagini sono iniziate nel novembre 2015, quando i due uffici investigativi hanno raccolto nel giro di pochi giorni oltre 10 denunce di truffe consumate o tentate nei confronti di persone anziane, tutte messe a segno utilizzando la stessa tecnica.

Tutte le vittime, infatti, avevano denunciato di aver ricevuto una telefonata da un sedicente maresciallo dei Carabinieri o da un avvocato, che riferiva loro di un familiare (figlio o nipote, a seconda dei casi) incorso in un incidente stradale e che lo stesso era stato trattenuto presso un ufficio di polizia.

Ovviamente si trattava solo di un racconto immaginario, creato ad arte dai malviventi e la chiamata proseguiva con la richiesta di denaro necessario a risarcire il danno causato dal finto incidente stradale; in caso contrario, venivano palesate gravi conseguenze giudiziarie, a carico del familiare.

Quando la truffa andava a segno e la vittima cedeva, il finto carabiniere o avvocato concludeva il colloquio indicando alla vittima una persona che sarebbe andata nella sua abitazione per ritirare il risarcimento del danno; spesso il risarcimento consisteva anche nella consegna di gioielli e preziosi.

Per cercare di non lasciare tracce, i criminali cambiavano continuamente le sim-card e i telefonini utilizzati per tenersi in contatto tra loro e coordinare le varie fasi delle truffe agli anziani.

Nessuna parte d’Italia era immune dai loro raggiri: i componenti della banda, di solito, soggiornavano in strutture ricettive di una zona per non più di 4-5 giorni per poi colpire nelle città che si trovavano al massimo nel raggio di 100 chilometri.

Per gli spostamenti, utilizzavano solo macchine noleggiate e, dopo ogni trasferta, facevano rientro a Napoli, dove tutti gli indagati sono nati e risiedono, per cambiare auto e cellulari, prima di ripartire per un nuovo tour di truffe. Nel corso dell’attività investigativa sono stati recuperati e riconsegnati alle vittime l’oro ed i preziosi oggetto di cinque truffe, per un valore di circa 100 mila euro.

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