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Bonus ristrutturazione edilizia, CNA: “Opportunità da 5 miliardi”

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La Confederazione chiede di trasformare le detrazioni in credito d’imposta cedibile

L’analisi della CNA ha preso in esame il tasso praticato dalle banche per i mutui destinati alla ristrutturazione delle abitazioni

ROMA – “I benefici e le agevolazioni oggi previsti per la ristrutturazione delle abitazioni o per la riqualificazione energetica degli edifici devono essere confermati nella misura attuale. Inoltre, le detrazioni fiscali per tutti i lavori edili, e per tutti i soggetti, vanno trasformate in credito d’imposta cedibile dalle famiglie e dalle imprese alle banche”.

È quanto afferma in una nota la CNA che sottolinea come sia questa la “strada maestra per consentire alle famiglie e alle imprese di ottenere liquidità per poter realizzare l’investimento sulla propria abitazione o sull’immobile dell’impresa per il quale si ha diritto all’agevolazione fiscale”.

“Questa opportunità – che la Legge di Bilancio 2017 riserva solamente agli “incapienti” , cioè a coloro che dichiarano redditi entro le soglie della “no tax area”, e solo per i lavori di efficientamento energetico nell’ambito dei condomini – è sicuramente positiva” prosegue la CNA.

“Restringe eccessivamente, tuttavia, il perimetro degli utilizzatori depotenziando la possibilità di generare una spinta sufficiente ad aumentare la liquidità delle famiglie e di conseguenza la domanda interna. Dalle nostre analisi risulta evidente che, se consideriamo al 3,6% il tasso praticato dalle banche per i mutui destinati alla ristrutturazione delle abitazioni, trasformare le detrazioni in credito d’imposta cedibile avrebbe come risultato la copertura del 42,52% dell’investimento che si intende realizzare per la ristrutturazione (invece della detrazione del 50% diluita in 10 anni), copertura che toccherebbe il 55,28% degli investimenti nel caso di una riqualificazione energetica (al posto della detrazione del 65% diluita in dieci anni)” spiega la CNA.

Le famiglie avrebbero denaro spendibile subito, generando in questo modo in soli due anni, secondo le stime del Centro Studi Cna, una domanda di lavori nel settore delle costruzioni pari a circa 5 miliardi di euro che migliorerebbe sensibilmente il tono economico dell’intero comparto.

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